Dipartimento Organizzazione - Bollettino interno -
NUMERO 28 - aprile 1999Un voto per cambiare (Aurelio Crippa) Chianciano 2 (Milziade Caprili) Ricostruire un progetto sociale (Ezio Locatelli) |
Un voto per cambiaredi Aurelio CrippaCè bisogno di una sfida politica e culturale contro il ripiegamento conservatore e autoritario in atto. Bisogna porre fine alla ritirata culturale e sociale degli ultimi anni; bisogna ridare voce ai lavoratori e alle masse popolari, ed espressione ai bisogni della società. Nella politica debbono rientrare questioni come la pace e la solidarietà, i bassi salari, le pensioni inique, la sanità disastrosa e costosa, la disoccupazione permanente ecc. Demagogia? NO, la politica questo è. Le nuove generazioni sono strette fra una promessa, in larga parte già smentita, di una disponibilità materiale, unesasperazione della competizione fra individui e un vuoto di solidarietà come valore. La questione istituzionale, come è stata affrontata, ha fatto scomparire quella istanza di partecipazione democratica che radica nelle istituzioni i rinnovati bisogni di progresso sociale e civile. Con la pratica concertativa evidente è linvoluzione corporativa dei sindacati, la perdita della specificità per lungo tempo giustamente rivendicata, di autonomia dal governo, dai padroni, dai Partiti. Cè un rischio autoritario nella crisi che investe le forze politiche.Siamo in presenza di una democrazia malata, laffermarsi di un regime bianco teso a segnare come sinonimo di disordine e trasgressione qualsiasi forma di conflitto sindacale e sociale, a togliere rappresentanza e cittadinanza a tutte quelle forze che non accettano lo status-quo, il regime dellalternanza, che, proprio per questo, devono essere messe fuori dalle istituzioni. Rifondazione comunista è impegnata ad aprire, da sinistra, una contrapposizione forte, critica e propositiva, contro le ipotesi neo-liberiste del governo DAlema Cossiga Cossutta; opera perchè tutte le forze di opposizione alle politiche di questo governo sappiano prendere ora uniniziativa comune, definire un programma di alternativa. Lesigenza è quella di un grande movimento di lotta per lunità e il cambiamento, articolato nel territorio, nei luoghi di lavoro e di studio, dove la prima questione che si impone è cominciare a mettere in discussione un sistema che dà pieni poteri a lor Signori e nessun potere a chi lavora. Una sua presenza forte, politicamente e numericamente, è necessaria anche nei vari livelli istituzionali, in Italia e in Europa. Questo risultato è possibile: il voto a Rifondazione Comunista nelle prossime elezioni amministrative ed europee è la miglior garanzia. Disagio e disaffezione hanno motivazioni oggettive: tradotti in rassegnazione e rinuncia favorirebbero lor Signori. I Comunisti devono lavorare, al contrario, per esprimerli in un impegno di lotta politica, in un voto per cambiare. Conquistare più voti e contestualmente potenziare la presenza organizzata del Partito, aumenterebbe gli iscritti e le iscritte: è nellagire politico, nel rapporto con gli elettori, le elettrici e gli eletti ed elette la miglior condizione perché ciò avvenga. Autofinanziamo la nostra campagna elettorale: chiediamo di contribuire alla sottoscrizione per sostenere la nostra battaglia politica. Il nostro Paese non può continuare così, lEuropa deve essere dei popoli e non dei banchieri. Cè bisogno di un cambiamento subito, di unalternativa di politica economica e sociale. Si può, votando Rifondazione Comunista, un voto che non cambia colore. |
Chianciano 2di Milziade CapriliE iniziata la lunga fase del nostro lavoro politico ed organizzativo che dovrà portarci, dopo la prima metà di settembre, al secondo Convegno di Chianciano. Quello a cui dobbiamo dar vita è un impegnato e corale dibattito sul partito nel mentre anche attraverso un accumulo di esperienze lo stiamo cambiando pur se con faticosa lentezza. Sappiamo bene che questo dibattito e questo fare concreto si intersecano e si intersecheranno con rilevantissimi appuntamenti elettorali: dal referendum alle elezioni amministrative ed europee del 13 giugno. Questi ed altri appuntamenti renderanno questo nostro lavoro politico organizzativo più faticoso, non cè dubbio. Ma mi domando e domando: cè un altro modo? Si può bloccare tutto perché discutiamo? E poi di cosa discuteremmo, di quale partito se non nel confronto talvolta aspro con i temi, i soggetti, i bisogni, persino le scadenze che dobbiamo affrontare? Dirò di più: affrontare questo dibattito e tentare di accompagnarlo con concretissime esperienze sarebbe già di per sé una rottura rispetto ad una continuità per cui ci siamo sentiti dire - e non una sola volta e non da un solo dirigente che siccome ci sono le elezioni non si può fare tesseramento e reclutamento oppure non si può dispiegare una efficace iniziativa di sottoscrizione. Quasi che le elezioni non determinassero anche una straordinaria condizione di lavoro come dire? - esterno al partito ed una occasione di verifica dello stato delle nostre organizzazioni. Dunque la fase politico organizzativa. Cè un rischio che sentiamo fortemente possibile: una discussione sullorganizzazione fatta tanto per farla, un po burocratica e per questo incapace di incidere sul nostro modo di essere e di fare. Rischio che non si evita solo con il denunciarlo o mettendo in campo un singolo rimedio. Pensiamo che solo una proposta complessiva dovrebbe/potrebbe aiutarci: Proponiamo di assumere come base di discussione le indicazioni sul partito fornite dal IV Congresso e lo spirito e alcune delle indicazioni concrete- del Convegno del giugno 1997. Non può non far parte di questa riflessione la ricerca dei motivi che hanno reso quella discussione di Chianciano capace di suscitare insieme tanti consensi e così poche applicazioni concrete. Proponiamo riunioni delle segreterie regionali con le segreterie delle federazioni per preparare comitati politici federali dedicati interamente al partito e avviare a livello regionale una discussione ravvicinata sullo stato del partito stesso, sulle esperienze organizzative che sono state fatte, sui principali nodi relativi al radicamento del partito della regione. Riunioni dei CPF per una discussione sullo stato della nostra organizzazione e sul progetto vero e proprio di radicamento del partito nel territorio e nei luoghi di lavoro e di studio della federazione. Al congresso si è discusso di come inserire la sperimentazione organizzativa nello statuto. Queste riunioni dei CPF dovrebbero servire a vedere come concretamente si può fare sperimentazione organizzativa a partire dalle federazioni. Verranno intanto pubblicati su Partito di massa documenti sullorganizzazione eventualmente redatti dai CPF in modo da garantire la necessaria circolazione delle idee e delle esperienze in tutto il partito. Ci saranno due appuntamenti nazionali di approfondimento: uno con i segretari dei circoli delle grandi città e laltro con i segretari dei circoli aziendali. Pensiamo ad alcune iniziative con soggetti esterni al partito, o che sono stati iscritti ma non lo sono più per capire meglio da una parte limmagine che siamo in grado di proiettare allesterno e dallaltra i motivi politici, organizzativi e anche di atteggiamento che determinano labbandono. In raccordo con lUfficio di programma stiamo pensando ad incontri con studiosi che, da vari punti di osservazione, lavorano sul tema dei partiti e dellorganizzazione. |
Bergamo città più bellaI circoli del Prc di Bergamo hanno realizzato una inchiesta dal
titolo Lobiettivo principale che ci siamo posti quando abbiamo deciso di promuovere una inchiesta sulla qualità della vita a Bergamo, è stato quello di disporre di elementi di conoscenza della realtà cittadina, per definire meglio e concretamente le nostre iniziative politiche e le nostre proposte. Abbiamo diffuso il questionario contestualmente allazione politica che il Partito svolge in città, nei diversi quartieri, posti di lavoro e scuole. Linchiesta ci ha permesso di entrare in dialogo fecondo con persone che spesso vivono i partiti e la politica come qualcosa di cui diffidare, ma soprattutto ci ha offerto loccasione di conoscere meglio i problemi e le idee presenti nel vissuto quotidiano della città che troppe volte vengono soffocati dal mugugno e dalla rassegnazione. Il metodo dellinchiesta, per un partito come il nostro che è impegnato a combattere le ingiustizie di questa società e si propone di trasformarla, è stata anche loccasione di unire la ricerca, la conoscenza, alliniziativa, alla mobilitazione. Conoscere per costruire obiettivi e lotta politica è la prassi perseguita da Rifondazione Comunista in città. Le 1.168 risposte pervenute, su 14.000 questionari diffusi, costituiscono un valido esito che ci permette di elaborare con una quantità di dati sufficienti il programma elettorale amministrativo secondo i bisogni e le aspettative di una parte sensibile di cittadini. |
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Ricostruire un progetto socialeNei giorni scorsi lUnione Industriali di Bergamo ha messo in circolazione un bigino con il quale alle forze politiche, in previsione delle prossime amministrative, viene chiesto di lavorare in spirito di concertazione per il rafforzamento della competitività del sistema. La città e il territorio dovrebbero diventare luoghi strategici per lottimizzazione dei vantaggi competitivi, luoghi atti alla valorizzazione delle attività di produzione e di consumo. Del tutto evidente è dove gli industriali vogliono andare a parare. Il perseguimento di questo modello ha bisogno di un governo permissivo del territorio, di disinnescare gli strumenti della pianificazione, di liberalizzare le trasformazioni delle diverse aree. Il modello trova solerti interpreti sul piano politico e amministrativo. Innanzitutto la giunta regionale di Formigoni e la Lega Nord al governo in provincia e in una miriade di comuni bergamaschi. Cambia la rudezza delle rispettive parole dordine ma non la sostanza. La gara è nel senso di aziendalizzare e snellire la macchina amministrativa. Le scelte vanno nel senso di rimuovere tutta una serie di vincoli, vincoli sociali, vincoli di compatibilità ambientale, vincoli di assorbimento dei rifiuti e degli inquinanti, vincoli che costituiscono un intralcio per il mercato. Limpatto di queste scelte non può che essere devastante. Già in questi anni lo sviluppo arrembante che ha caratterizzato la bergamasca ha registrato pochissime contropartite in termini di sviluppo sociale e di crescita democratica. Se ci guardiamo intorno vediamo molta ricchezza privata, tanti luoghi di consumo, grandi progetti di riorganizzazione territoriale. Ma al di sotto del dato di superficie vediamo anche che non è cresciuta la ricchezza sociale. Pochi i luoghi di socialità, di partecipazione, i luoghi che ogni comunità progetta e costruisce ad uso dei propri cittadini. Di tutto questo cè poco o niente. E come se letica produttiva avesse cancellato tutto il resto. Cè poco da stupirsi allora se a questa mancata progettazione sociale fa riscontro la cultura dellindividualismo, del qualunquismo, un inaridimento della vita democratica e partecipativa. Ogni giorno ci troviamo a inseguire le conseguenze di un inaridimento sociale nelle ribellioni corporative, nella crisi di identità, nelle spinte separatiste. Questa condizione difficile non comporta alcuna rinuncia. Anzi, più che mai come partito avvertiamo limportanza del contributo che possiamo e dobbiamo dare anche in previsione delle prossime amministrative. Cè un lavoro di ricostruzione di progetto sociale, di programmi per un corretto uso delle risorse, del territorio, di una idea di comunità non più solo di produzione ma di persone, di vita sociale. Su questordine di problemi, essenziali per garantire forme di cittadinanza sociale e politica, siamo impegnati da tempo. Abbiamo incalzato, aperto piani di confronto con altre forze, proposto di valorizzare una comune preoccupazione democratica, sollecitato possibili alleanze nella consapevolezza di operare in un quadro difficile dove non è facile costruire una risposta democratica e la possibilità di una tenuta delle ragioni della sinistra. Quali riscontri? Ad oggi, mentre scriviamo queste note, non sappiamo ancora se Rifondazione Comunista e la forze che fanno riferimento al centro sinistra si presenteranno o meno apparentate in occasione di amministrative che interessano il Comune capoluogo, la Provincia oltre che centinaia di comuni della bergamasca (in totale i comuni sono 244). La condizione di incertezza, più che da pregiudiziali nei confronti del nostro partito, trae origine da una acuta crisi di orientamento interna alle forze di centro sinistra già di per sé deboli come insediamento in particolare del Ppi, uno dei dismessi eredi della potente Dc bergamasca. Non è sempre vero che la debolezza di insediamento di singole forze nel campo democratico induca ragionevolmente ad intese. Spesso accade il contrario in conseguenza di una mancanza di respiro politico. Le difficoltà e le incertezze che travagliano il centrosinistra pesano negativamente sullesito di un confronto aperto, confronto perseguito più da tutti dal nostro partito. Fino al limite del possibile non demorderemo, a maggior ragione tenuto conto degli elementi di crisi del centrosinistra, convinti come siamo che senza una alleanza limpida e di segno progressista delle forze democratiche e di sinistra si apre la strada alle due destre Lega e Polo che già spopolano nella nostra realtà. Ezio Locatelli Segretario provinciale Prc Bergamo |
Tutti a ColoniaIl 29 maggio si svolgerà a Colonia una grande manifestazione europea per il lavoro e contro lemarginazione. La guerra in corso che vede protagonista attiva lEuropa allinterno della Nato ed in ottemperanza delle volontà politiche degli Usa rende ancora più evidente lurgenza di battersi per unaltra Europa. LEuropa del liberismo, lEuropa che si americanizza è incapace di politiche di pace e di riforma sociale e si fa strumento di dominio. La lotta per la pace si lega a quella per una Europa sociale capace di affrontare il dramma di oltre 20 milioni di disoccupati e di 50 milioni di poveri e di proporsi in modo alternativo a fronte delle grandi contraddizioni della nostra epoca a partire da quelle Nord-Sud e ambientali. Per questo Rifondazione Comunista è impegnata da anni nella costruzione di una sinistra alternativa su scala europea, tanto più necessaria a fronte della piena corresponsabilità delle sinistre moderate nellattuale situazione. Dopo Amsterdam, Colonia è un nuovo grande appuntamento. Si svolge in occasione del vertice dei Capi di Stato europei ed in vista del G8. Da tutta Europa convergeranno verso Colonia. In Italia cè un ampio arco di forze sindacali, sociali, giovanili che sta preparando la partecipazione. Ma Colonia non è solo il giorno della manifestazione Deve vivere in una preparazione fatta di incontri ed iniziative, di divulgazione degli appelli e delle piattaforme. Per poi arrivare a Colonia il 29 maggio alle ore 14.00. La partecipazione va predisposta attraverso le strutture regionali e di federazione con una prima corresponsabilizzazione del Partito. Contro la guerra, per il lavoro, per un'ultra Europa. Roberto Musacchio |
TUTTI A COLONIA!CONTRO la guerra PER il lavoroNella tanto celebrata Europa è tornata a divampare la guerra. LEuropa dei parametri di Maastricht e delle banche è incapace di costruire la pace ed anzi è attivamente in guerra, protagonista dei bombardamenti della Nato. Di tutto ciò è pienamente responsabile anche il governo italiano. Questa è lEuropa dei 20 milioni di disoccupati, dei 50 milioni di poveri, delle discriminazioni e delle esclusioni. Contro questa Europa torniamo a mobilitarci per preparare la grande manifestazione europea del 29 maggio a Colonia in occasione del vertice dei Capi di Stato UE. Come due anni fa ad Amsterdam scendono in piazza i giovani, i lavoratori, i disoccupati che vogliono unaltra Europa di pace, di lavoro e di solidarietà. CONTRO LA GUERRA, LA DISOCCUPAZIONE, LESCLUSIONE SOCIALE
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informazioni: Umberto Ilari |
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