Per un nuovo corso della politicadi Aurelio Crippa
Si è avviato, a partire dai circoli, il dibattito
congressuale che coinvolgerà linsieme del partito. Si dovrà
scegliere la linea politica e operare un impegnativo approfondimento sui
grandi mutamenti che stanno intervenendo in Italia, in Europa e nel mondo.
Le compagne e i compagni hanno la possibilità di partecipare alla definizione della politica del nostro partito dopo la rottura con Prodi e lapertura di una nuova stagione politica sancita dalla nascita del governo DAlema in una fase che vede Rifondazione comunista come unica forza di opposizione di sinistra. Il congresso dovrà essere il primo momento di un impegno e di una iniziativa di più ampio respiro, capaci di rispondere alla forte esigenza di un lavoro tecnico e culturale, di una riflessione di fondo sul Partito e sulle forme di organizzazione della politica, della definizione di un programma. Unalternativa di società è lobbiettivo che ci siamo dati e per il quale operiamo, un obbiettivo motivato e dattualità. Avanza il tentativo di instaurare un regime bianco attraverso il soffocamento delle voci in dissenso, loffuscamento e lisolamento dei suoi protagonisti, il restringimento della democrazia; con il venir meno della democrazia, la rimessa in discussione dei diritti e delle conquiste, laccelerazione della privatizzazione dello stato sociale e, cosa simbolicamente più forte, con lo scandalo del finanziamento pubblico alla scuola privata. Un politica questa che fa crescere il disagio e la disaffezione sino a tramutarli in rassegnazione. I comunisti, Rifondazione comunista, sentono che il paese non può continuare così: cè bisogno di un rinnovamento. Il rinnovamento potrà essere tale se vi sarà una politica economica e sociale alternativa a quella presente, capace di porre fine al degrado crescente nella nostra società. Alla politica e solo a questa ci atteniamo: ci battiamo per un nuiovo coreso della politica italiana. Proprio per questo obiettivo ambizioso che ci siamo posti, discussione e azione politica debbono rappresentare, nel loro insieme, il nostro agire quotidiano. Al contempo dobbiamo avere la capacità di potenziare e allargare la nostra presenza organizzata sul territorio e nei luoghi di lavoro e di studio. I primi dati del tesseramento 1999 confermano linteresse nei confronti del nostro partito, la voglia di contribuire alla sua azione politica con un impegno più diretto, anche attraverso ladesione. E un motivo in più per essere protagonisti della politica del partito, che trova, nella realtà quotidiana, conferma della sua giustezza. |
Organizzarsi nella societàdi Milziade Caprili
Rendere l'organizzazione del partito capace di interagire
con l'Italia che cambia è uno dei compiti difficili che ci attendono
Quando questo bollettino sarà nei nostri circoli
saremo in piena fase congressuale. Sarà quindi utile ragionare sui
temi dellorganizzazione, della costruzione del partito e assieme verificare
lo stato del tesseramento.
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Per un congresso partecipato
Lavorare affinchè le assemblee dei circoli siano
un luogo di dibattito aperto agli iscritti e anche ai simpatizzanti, far
circolare le informazioni sul congresso a una platea ampia, sono obiettivi
che ciascun circolo si dovrebbe porre.
Nelle prossime settimane i circa 3000 circoli (per un
totale di circa 120 mila iscritti nel 1998) convocheranno le assemblee
per decidere la linea politica nazionale del nostro partito. Congressi
obbligatori, quindi.
Enzo Jorfida
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Permette una domanda
Un questionario ai delegati dei congressi, per capire
chi sono, che rapporto hanno con il partito e pensare a dare corpo alle
idee di Chianciano
Il dipartimento organizzazione ha preparato un questionario
che verrà sottoposto alla platea congressuale di ciascuna federazione
durante il IV° congresso nazionale del Prc. Si tratta di uno strumento
pensato per conoscere meglio i nostri delegati, chi sono, che lavoro fanno,
che rapporto hanno con il partito, in che modo svolgono il loro lavoro
militante se e come praticano altre forme di impegno.
Martino Mazzonis
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Tesseramento e politica
La federazione di Campobasso raggiunge dei risultati positivi
nel tesseramento legandolo alla iniziativa politica
La campagna del tesseramento 1999 della federazione di
Campobasso è iniziata sullo slancio del rinnovato impegno dei compagni
in risposta alla fase difficile che questo ha attraversato a ridosso e,
poi, con la scissione; altro elemento di partecipazione è poi lo
svolgimento della campagna congressuale.
Antonio De Cristofaro,
resp. organizzazione Elio Spadaccini, segretario della federazione |
USATE LE BACHECHE
Qualche tempo fa, su questo bollettino, è comparso
il racconto di come luso delle bacheche a Sesto San Giovanni continuasse
ad essere uno strumento di grande utilità per comunicare le iniziative
e le proposte del Prc a livello locale come a livello nazionale. Tra laltro,
visto il numero impressionante di multe che il partito è spesso
costretto a pagare per le affissioni, e vista la concorrenza, nelle grandi
città, degli attacchini a pagamento, ormai usati da tutti i partiti,
quello delle bacheche è un modo tanto più utile di avere
uno spazio fisso per il circolo, un punto di riferimento per il quartiere
o per il paese, dove avere informazioni, denunciare, far leggere il nostro
giornale anche a chi non lo compra.
Il costo delle bacheche è molto basso e le procedure sono piuttosto semplici. Basta presentare la domanda per occupazione di suolo pubblico allufficio preposto per poi, una volta ottenuta lautorizzazione, pagare la tassa prevista (a Sesto, quando abbiamo pubblicato quella notizia, era di 36 mila lire lanno). Per le bacheche davanti al circolo, poi, forse si può fare a meno dellautorizzazione (e magari la si rimette dentro la notte). Naturalmente avere delle bacheche non basta, occorre comunque ricordarsi di attaccare il giornale tutti i giorni e produrre iniziativa in maniera da avere cose utili e importanti per la gente che le legge. |
Due miliardi per il cambiamento
Il PRC ha lanciato una campagna di sottoscrizione per
dotare le strutture di base degli strumenti adeguati a condurre l'intervento
territoriale
Lo avete già letto su Liberazione, o avrete visto
i manifesti in stile Enalotto che la promuovono, il Prc ha lanciato una
grande campagna di sottoscrizione a partire dal mese di gennaio. La campagna
proseguirà durante tutta la fase congressuale.
Mauro Cimaschi
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VINCIAMO INSIEME 2 MILIARDISottoscrizione nazionale Partito della Rifondazione Comunista Partito della Rifondazione Comunista
- Viale del Policlinico, 131 - 00161 Roma
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Torino riparte dai luoghi di lavoro
Con le pre-tessere e con un lavoro di presenza costante
sul territorio, la federazione piemontese sta ovviando al colpo subito
con la scissione
La difficile situazione interna al nostro partito nel
corso dei mesi che hanno preceduto la scissione ha avuto serie ripercussioni
sul tesseramento della federazione di Torino (900 iscritti in meno nel
98 rispetto al 97).
Delfo Rafaschieri
Resp. organizzazione federazione di Torino |
Informazione vendesi
Il mondo della carta stampata è alle soglie di una
pericolosa trasformazione. Basta aprire dei giornali italiani per comprendere
che la logica della comunicazione subisce il diktat della quantità
da un lato e della pubblicità dall'altro. L'informazione, cioè,
è ridotta a semplice "merce" e l'importante è solo
"vendere" il prodotto. Altra sarebbe la sorte dei giornali se il sistema
dell'informazione mirasse ad una differenziazione qualitativa del prodotto:
maggiore pluralità di organi di informazione tra cui il cittadino
può scegliere, diversità rispetto alla televisione, con spazi
di riflessione, di ragionamento e di interpretazione della realtà.
Occorre riaffermare un'altra idea della comunicazione, che rimetta al centro in primo luogo i diritti democratici degni di una civiltà avanzata. Per fare questo sarebbe necessario aprire una fase del tutto nuova, in discontinuità con le logiche e le tendenze degli ultimi anni e non affidarsi, come sembra fare il governo D'Alema, alla solita ricetta liberista di lasciar fare alle imprese. Le imprese da sole costruiscono tutt'al più un mercato, casomai oligopolistico, non certo una democrazia. Per questo la Costituzione pone il diritto a comunicare nella sua prima parte e sarebbe sufficiente ripartire da quell'articolo 21, che dovrebbe garantire il pluralismo come valore. Qui sta il punto. La dicotomia tra cittadino e mezzi di comunicazione non riguarda la distribuzione quantitativa dell'informazione ma la qualità e la molteplicità del prodotto. In altre parole di un effettivo pluralismo democratico basato sulla pluralità culturale e politica e non solo imprenditoriale, in particolare quando tutto ciò, come nel nostro Paese, si trasforma in una lotta tra due o tre soggetti forti. Il governo ha fatto approvate, in questi giorni alla Camera dei Deputati, il disegno di legge sulla liberalizzazione dei punti vendita di quotidiani e periodici aprendo ad essi, le porte di supermercati, tabaccai, benzinai e librerie. Se passasse in via definitiva la proposta (già avanzata, quasi negli stessi termini, dal Polo e voluta dalla Federazione degli Editori), produrrebbe da un lato una grave crisi degli edicolanti ed al tempo stesso si realizzerebbe lo strano paradosso di allargare la rete distributiva, in presenza di una concentrazione delle proprietà dei mezzi di comunicazione. Gli spazi comunicativi di soggetti e forze politiche "fuori dal coro" si ridurrebbero ad un semplice "diritto di tribuna". Proprio quel diritto di tribuna a cui vorrebbero ridurre sul piano istituzionale le forze politiche non omogenee ai processi di modernizzazione capitalistica. Rifondazione Comunista ha espresso il proprio voto contrario perché ha ritenuto inaccettabile una proposta che porterebbe ad una ulteriore oggettiva concentrazione in poche mani dei mezzi di informazione e ad un loro intreccio con le strutture imprenditoriali della grande distribuzione. Il dibattito sulla liberalizzazione dei punti vendita sembra orientato solo sugli interessi dei bilanci di poche aziende editoriali (le più grandi) a danno di tutte le altre. Così non si rende più efficiente un sistema, si uccide una libertà fondamentale della democrazia. Nessun piccolo giornale e tra questi il nostro Liberazione, avrebbe la possibilità di triplicare o quadruplicare la propria tiratura per garantirsi di essere presente in ogni punto vendita. In gioco c'è, quindi, la stessa libertà di stampa, il pluralismo ed i principi inalienabili della democrazia. Anche per questi motivi il lavoro politico intorno al sostegno economico, la diffusione e la circolazione del nostro giornale, deve vivere una forte stagione di rilancio. Riforme elettorali, riforme istituzionali, scuola privata, processi di privatizzazione dei settori strategici ed annullamento delle capacità comunicative sono gli elementi di un unico processo che va ostacolato con una mobilitazione straordinaria di tutte le forze democratiche.
Sergio Bellucci
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dal 27-5-98 h 16.35
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