EMERGENZA ECONOMICA Tribuna XII congresso PRC - SE Raul Mordenti Il compagno Ferrero e la Coccoina Il compagno Ferrero ha prodotto un video a proposito del Congresso che merita di essere discusso. Naturalmente il compagno Ferrero fa finta di non sapere che durante la gestione del segretario Acerbo (da lui duramente accusato di autoritario esclusivismo) sia stata garantita a quella che si era costituita come minoranza oltre che metà della Segreteria nazionale, anche la gestione di Dipartimenti-chiave del Partito, l’Organizzazione (Locatelli), il Lavoro (Patta), la Scuola e l’Università (Fraleone), la Cultura (Palagi), nonché la direzione del periodico del Partito (Ferrero) e il ruolo di Tesoriere (Meloni); e il segretario non ha mai richiesto di modificare la composizione della Segreteria neanche a fronte di una permanente opposizione e persino a mozioni di sfiducia. Ma il vero problema riguarda l’esibito impegno a non operare scissioni, una “scusa non richiesta…” (secondo il noto motto latino). In realtà un Partito in cui opera una corrente è, purtroppo, un Partito già scisso, come la storia di Rifondazione ha dimostrato più volte. Lo ha potuto verificare chiunque abbia partecipato ai Congressi in corso: raramente il voto dipende dall’andamento del dibattito e dallo sforzo di reciproca persuasione, assai più frequente il voto predeterminato dalla corrente organizzata (come accadeva peraltro anche nei CPN con posizioni preconfezionate prima delle riunioni). Credo che il disagio crescente che si avverte nella base del Partito derivi dal rifiuto di tale scissione in atto, così come deriva da questo rifiuto anche il gran numero di astensioni e di non partecipanti al voto. Io penso, francamente, che di questa scissione in atto il compagno Ferrero e la sua corrente portino la maggiore (anche se non esclusiva) responsabilità: per la ripetuta richiesta di rimozione del segretario; per la sistematica opposizione di un’area sempre più trasformatasi in corrente; per la costante contrapposizione al CPN della Direzione, in cui quell’area era maggioritaria (compreso un voto della Direzione che accettava la cessione di sovranità di Rifondazione a UP-Pap!); fino alla scelta di non partecipare al voto in CPN, una scelta secondo me gravissima perché implicava il non riconoscimento del massimo organo democratico del Partito. Nasce così il Congresso a mozioni contrapposte: nella Commissione Politica congressuale le bozze di documento via via presentate dal segretario Acerbo non sono mai state da Ferrero e dai suoi compagni né discusse né emendate e neppure fatte oggetto di versioni alternative sui punti controversi; invece da un incontro di corrente svoltosi a Paestum (non sarebbe stato meglio dare al Partito i fondi spesi per quell’incontro di corrente?) è uscito un documento interamente alternativo, appunto il documento n.2. Fa parte di questa modalità di scontro per il controllo del partito l’estremizzare, distorcere, falsificare la proposta politica del documento 1 diffondendo da lungo tempo (e anche nei Congressi) l’accusa calunniosa di volere “andare col PD”, e in questa maniera impedendo un confronto serio sulla fase politica e le difficoltà del partito nel costruire un campo dell’alternativa, a fronte di un governo guidato dagli eredi del fascismo. La realtà è che per anni lo scontro non è stato affatto sull'"andare col PD" (cosa mai proposta da nessuno) bensì su come costruire la sinistra di alternativa con caratteri di massa. Cito solo un episodio esemplare. Ferrero e la sua corrente hanno fatto da spalla a PaP rallentando di mesi la proposta della lista unitaria per la pace con Santoro e La Valle (e non ne faceva certo parte il PD!) che avrebbe dovuto girare il paese fin da ottobre con qualche possibilità di arrivare al 4%; in Direzione fu approvata a ottobre una mozione che censurava la partecipazione del segretario alla “cabina di regia” che avrebbe dovuto coordinare il progetto col risultato di farci arrivare all’ultimo momento anche questa volta all’appuntamento elettorale. Tra le polemiche che hanno costellato la continua critica ad Acerbo ci fu persino l’attacco alla sottoscrizione di un documento dell’ANPI per l’unità in difesa della Costituzione! È stata condotta un’ossessiva campagna contro i rari casi in cui i nostri circoli o le nostre federazioni hanno deciso di partecipare a coalizioni col PD o il M5S ma sempre evitando di criticare quando queste o analoghe scelte sono state compiute da compagni/e dell'area Ferrero (Ferrara, Lodi, Bassano Romano, la Sardegna, etc.). Si è creata una polemica volta solo a mobilitare il rancore contro il PD ai fini dello scontro interno. La sopravvivenza di Rifondazione, che non può sopportare un’ennesima scissione, è dunque appesa a un filo. Penso che solo la prevalenza del documento n.1 firmato dal segretario Acerbo possa evitare che quel filo si rompa.
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