EMERGENZA ECONOMICA Tribuna XII congresso PRC - SE Luca Fontana Perche’ voto il documento 1 – Acerbo Scrivo questo contributo perché, purtroppo, ci troviamo in una situazione analoga a quella del congresso del 2008: si presentano davanti a noi due strade radicalmente diverse ed una delle due porta ad una via senza uscita e senza possibilità di ritorno. I due documenti sono sovrapponibili all’80% circa (è la parte che meno mi convince del documento che sostengo) ed è proprio nel 20% che li differenzia che si annidano fatti teorici e faccende pratiche che li rendono radicalmente opposti. Fatti teorici I due documenti politici fondano le loro “analisi” all’interno delle logiche politiche del secolo scorso (e da questo punto di vista comunque vada sarà un insuccesso) in cui i partiti erano di massa e rappresentavano/organizzavano politicamente interi pezzi del paese e attraverso il loro confronto/scontro nelle istituzioni era possibile arrivare a dei reali compromessi. Oggi i partiti (anche per via dell’affluenza elettorale che sfiora il 50% e che tende al ribasso)rappresentano piccole lobby e relative clientele (benchè di notevole peso all’interno del sistema capitalistico) e la possibilità di un compromesso politico con le classi subalterne è stata espulsa dalle istituzioni e quindi continuare ad affidare prioritariamente il successo dell’iniziativa dei comunisti alla manovra politica all’interno delle istituzioni (sia nella versione aperta del1 documento che nella versione settaria del 2) è, nel migliore dei casi, una pia illusione. In qualche modo ripropongono il motto: continuiamo così, facciamoci del male (come se non avessimo già sperimentato entrambe le opzioni nel corso della nostra storia). Ma il mondo gira e cambiano le cose ed accanto a vecchie contraddizioni ne emergono prepotentemente nuove e questo fa la differenza fra le due opzioni (aperta o settaria): non solo contraddizione di classe ma anche di genere, di razza, climatica, del lavoro migrante, del rapporto fra democrazia borghese e repressione. Tutte questioni che agiscono in un nuovo modo e si fanno protagoniste alla pari e che, come insegna la pratica e la teorica femminista dell’intersezionalità, scompaginano i vecchi quadri di riferimento: è un bene che proprio ieri (14 dicembre) un arco vasto e vario di forze ha dato vita ad una manifestazione con più di 50mila persone contro il ddl sicurezza oppure visto che c’era anche il PD è male? Sarebbe stato opportuno impedirgli di manifestare insieme? E’ un bene o un male che un altrettanto variegato e vasto arco di forze ha fatto propria la nostra (solitaria in prima battuta) battaglia contro l’autonomia differenziata facendola esplodere nella più rapida e imponente raccolta di firme della storia referendaria di questo paese? E sul referendum sulla cittadinanza ci saremmo mai riusciti da soli (o con Pap + Usb)? Direi proprio di no perché questo è il tempo in cui Rifondazione Comunista deve essere un’organizzazione pirata che naviga in mare aperto e non nelle acque calme e chiuse di una vaschetta di plastica insieme agli altri pesciolini rossi. Tutto questo non è per me in contraddizione col fatto che ritengo il PD un’articolazione politica del nemico di classe e AVS un’articolazione politica del PD ma detto questo impedire dogmaticamente di utilizzare le contraddizioni interne a queste formazioni (o alla CGIL e all’ANPI visto che spesso sono state annoverate anche queste come organizzazioni ormai “vendute” al centrosinistra) ogni volta che ciò sia possibile e utile per difendere o far avanzare concretamente gli interessi degli sfruttati lo trovo, oltre che idiota, semplicemente non da comunisti. Faccende concrete Per quanto riguarda le faccende concrete bisogna andare oltre i non detti (consueti e tristi) dei documenti congressuali e volgere lo sguardo ai comportamenti reali avuti dai “dirigenti” nel corso di questi ultimi anni. Mi assumo ovviamente la responsabilità di tutto ciò che andrò affermando. L’atteggiamento settario e di chiusura ha:
Tutti i fatti qui riportati sono ascrivibili a vari sostenitori dell’altro documento di cui posso indicare le generalità se richieste. PS: su quest’ultimo aspetto chiedo al compagno Maurizio Acerbo, segretario del PRC e primo firmatario del Documento 1, di rigettare questo approccio, cioè di dichiarare che farà tutti gli sforzi possibili per tentare una via uscita unitaria da questo congresso, perché il partito è e resterà di tutte e tutti (che i padroni e chi si pone in tal modo, si sa, stanno dall’altra parte della barricata).
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