EMERGENZA ECONOMICA Tribuna XII congresso PRC - SE Enrico Calossi Rifondazione Comunista, senza vergogna. Sulle schede elettorali con il proprio simbolo Questo intervento si situa a lato del mero dibattito tra i due documenti contrapposti e si concentra su un altro aspetto che siamo chiamati a decidere in questa fase congressuale, cioè le modifiche allo Statuto del partito. Per un partito comunista le strategie, o sarebbe meglio dire tattiche, elettorali rivestono un ruolo secondario rispetto ad altre attività. Il rafforzamento dell’organizzazione, il reclutamento di iscritti e militanti, la formazione continua, la presenza in vertenze sociali, il lavoro di inchiesta rappresentano elementi centrali nella strategia di un partito rivoluzionario. Le elezioni sono, pertanto, solo uno dei tanti momenti di attività del partito, che pertanto vanno affrontate con intelligenza tattica che si adatta nelle varie fasi. La modalità con il quale il partito si presenta elezioni, cioè con quale contrassegno elettorale, è influenzata dal contesto politico, dal sistema elettorale, o dalle varie alleanze. Negli ultimi venti anni, ad ogni tornata elettorale (sicuramente a livello nazionale ed europeo), Rifondazione Comunista non si è presentata alle urne con il proprio contrassegno elettorale. Questa scelta è sempre stata dettata da ragionevoli, sul momento, motivazioni tattiche. Il risultato è che sembra emergere, più per prassi che per esplicita decisione, l’assunto strategico che Rifondazione Comunista NON si presenta alle elezioni con il proprio simbolo. Questo processo è diventato evidente sia agli iscritti (che spesso se ne lamentano) sia agli elettori, i quali a volte ci rivolgono la cruda domanda “Ma Rifondazione esiste ancora?”. Infatti, se per i militanti, il momento elettorale rappresenta solo uno dei tanti momenti nella vita di un partito, per il vasto elettorato le elezioni rappresentano, al contrario, il momento principale dell’attività politica. Pertanto occorre un cambiamento di rotta. Presentarsi a tutte le elezioni con lo stesso simbolo può essere utile per diverse ragioni: Coerenza e Identità politica: Come un marchio commerciale, il simbolo politico diventa sinonimo di valori, idee e programmi del partito. Mantenere lo stesso simbolo rafforza l’identità politica e crea una continuità visiva e concettuale. Fiducia e stabilità: Gli elettori tendono a fidarsi di ciò che conoscono. Utilizzare lo stesso simbolo elettorale comunica stabilità e coerenza, qualità apprezzate dagli elettori che cercano certezza e continuità. Efficienza nelle campagne elettorali: Riutilizzare lo stesso simbolo semplifica il materiale di propaganda (manifesti, volantini, spot televisivi), riducendo i costi e migliorando l’efficacia della comunicazione, poiché si parte da una base già conosciuta dagli elettori. Appartenenza ideologica: Il simbolo spesso riflette i principi ideologici del partito. Presentarsi con lo stesso simbolo in tutte le elezioni rafforza il legame con quei valori, segnalando una continuità di intenti e programmi. In sintesi, usare lo stesso simbolo aiuta a creare una strategia politica coerente e solida, facilitando il riconoscimento e la fiducia da parte dell'elettorato. Due proposte di modifiche dell’articolo dell’art 74 mirano a rendere più difficile il presentarsi alle elezioni europee e nazionali con un simbolo diverso da quello del partito. La proposta a firma Martinelli e altri propone che per presentarci con un altro simbolo serva il voto favorevole dei due terzi dei componenti del comitato politico nazionale; la proposta di modifica a firma Acerbo e altri chiede invece il voto favorevole della maggioranza dei componenti del CPN e poi una consultazione tra gli iscritti. Le due modifiche non sono opposte e, anzi, sono pure combinabili. Quindi l’invito è, per tutti i compagni che ritengono importante la questione del simbolo del partito, di votare sì ad entrambe le proposte di modifica. Proprio per dare un segnale netto di inversione della strategia elettorale di Rifondazione Comunista.
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