EMERGENZA ECONOMICA
CAMPAGNA SOTTOSCRIZIONE STRAORDINARIA

Tribuna XII congresso PRC - SE

Delfo Burroni

Superare il neo-luddismo:

1 - Premessa:

Anzitutto la correttezza di chiarire da che parte sto. Sto contro la guerra capitalista. Sono schierato con il multipolarismo socialista ma questo non mi convincerà mai ad assumere una posizione conservatrice, anzi, ritengo impossibile uscire dalla guerra senza lo spirito di fratellanza con i movimenti noglobal, transfemminsti, e la parte piú emarginata, disobbediente e creativa della società che rivoluziona tutto a partire dai costumi e non va assolutamente lasciata nelle grinfie dell'imperialismo guerrafondaio.

I movimenti d'altro canto devono fare lo sforzo di acculturarsi al socialismo libertario e capire che multipolarismo puó voler dire anche dare finalmente spazio ad un comunismo di stile europeo e gramsciano non certo stalinista. Liberarsi dalla schiavitù rende tutto possibile. Viceversa i diritti civili sarebbero solo vittorie di Pirro.

Quindi rifiuto ogni sostegno ad un campo largo che comprenda partiti guerrafondai come il PD, né sosterrei ulteriormente un nano-partito istituzionalizzato svuotato dell'energia del proletariato piú disobbediente e rivoluzionario che ci sia mai stato nell'umanità. Insomma cari dirigenti é ora di coinvolgere la base.

2 - superare il neo-luddismo:

Il rifiuto della tecnologia in quanto strumento capitalista, ricalca l'immaturità politica dei luddisti di epoca passata. Si apprese successivamente che non fosse necessario disconoscere la tecnologia ma piuttosto impugnare le fabbriche.

Con l'avvento di internet prima e dell'intelligenza artificiale poi, si ripropone il medesimo divario. Non piú solo in ambito operaio/capitalista ma in tutti gli spazi della società.

Questa tecnologia non é esclusiva imperiale ma una irreversibile evoluzione della specie basata sulla matematica. Sfugge irrimediabilmente al controllo capitalista.

Il colonialismo ne é consapevole più del partito, lo dimostra il fatto che sforna continuamente leggi per tentare di arginare (inutilmente) lo sviluppo open source (leggi: pubblico dominio) da parte di persone comuni.

Open source senza il quale non esisterebbe il 70% della tecnologia contemporanea e che per contraddizione, una volta frenato impedirebbe enormemente il progresso dello stesso capitalismo.

Esso ha dato vita ad un nuovo metodo di comunicazione e di pensiero, più veloce, più esaustivo, che accelera l'emancipazione e che avrebbe reso questo stesso congresso permanente e dinamico, oltre che altamente coinvolgente e culturalmente emancipante.

Se da un lato la classe dirigente ha ragione nel voler conservare la profondità dell'ideologia, ha torto nel voler marginalizzare internet relegandolo a mero commercio e pubblicità, e la sua incoerenza nell'usarlo comunque ma "ad catzum", ha ingenerato un ulteriore allontanamento delle masse, specialmente le più giovani che pur politicamente semi- analfabete risultano però anni luce avanti, mentalmente più veloci e disobbedienti, istintivamente rivoluzionarie.

Agire come un "PD qualsiasi" che si limita a proclami precludendo qualsiasi spazio di confronto e organizzazione dal basso è deleterio per l'emancipazione delle masse.

Raccogliere consensi, attrarre masse, interessare i "gggiovani" come leggo delle due mozioni, è impossibile senza la comprensione di come l'evoluzione tecnologica della specie abbia cambiato, anche in meglio, la forma mentis della generazione X e Z.

Dal punto di vista di un proletario qualunque, si percepisce a pelle da anni il bisogno di uno spazio internet di confronto e cooperazione. La chiusura di indymedia fu un danno grave e va recuperato.

3 - Richieste

Rinnovo la richiesta di uno spazio virtuale di confronto permanente, organizzato con la logica open source di una scaletta di aree tematiche, così da soddisfare il bisogno di partecipazione dal basso dell'intera società e poter raccogliere ogni singolo sforzo del proletariato che al contempo ne trae il vantaggio di non sentirsi solo, acculturarsi ed emanciparsi alla lotta. Non bastano le interminabili conferenze. Internet non è una TV. Serve interazione.

Non siamo noi a distrarci dalla politica. É l'ottusità dirigenziale che ha paura di coinvolgerci.

Mi sembra ora di costruire quella locomotiva che non lasci indietro nessuno e non sarà compito di una dirigenza ma di chiunque come me ne senta l'urgenza, qui e ora.

Anziché tentare di arginare la partecipazione per la paura di perdere un controllo che neanche c'è, ritengo essenziale usare internet al massimo del suo potenziale, usare monete decentralizzate per depotenziare le monete imperiali e le intelligenze artificiali di pubblico dominio per ampliare le proprie competenze, non più in solitudine ma come una coesa massa rivoluzionaria.

Ritengo sia la sola vera possibilità di rovesciare il potere a favore del proletariato prima che ancor prima della guerra ci inghiotta il neo-nazismo imperialista sostenuto anche dal PD.

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