|
Cristina Ho impiegato cinque anni
di sacrifici, di sforzi, di rinunce per raggiungere un traguardo: la laurea.
Oggi lavoro come precaria all'Atesia e svolgo un lavoro al di sotto delle
mie competenze. Sarebbe bello avere sogni e desideri da realizzare che
invece sono rimasti confinati in un call center. Sarà difficile
se non impossibile trovare altre strade visto che la precarietà
contrassegna tutto il mondo del lavoro. Oggi essere precario significa
non avere un futuro, avere solo dubbi e tante incertezze, non so neanche
se un giorno riceverò una pensione per non parlare di accedere
a un mutuo o ancora più utopico metter su famiglia.. Sarebbe bello
avere delle certezze che permettano di far tornare il Sole nella propria
vita e visto che non ho potuto realizzare la mia vocazione professionale
vorrei almeno che il lavoro che svolgo sia con un contratto a tempo indeterminato
che mi garantisca di vivere una vita dignitosa. In Atesia comunque ho
trovato la solidarietà di molti colleghi che condividono la mia
stessa sorte, con alcuni di essi ho condiviso gioia, rabbia e dolore nei
momenti di lotta durante gli scioperi per uscire dalla precarietà
e dall'invisibilità.
Il mio nome è Cristina, sono una precaria e come una goccia nell'oceano
non conto nulla per questa società che adora solo il mercato. |
|
Razza bianca, nazionalita' italiana, sesso
femminile, età 30 anni
(...superati da un po'...), stato civile nubile, titolo
di studio laurea, professione OPERATORE DI CALL CENTER... Ecco qua in
poche battute una mia generica presentazione. Già, lavoro nel
cc ormai da 9 anni (4 come co.co.co. e 5 da lavoratore subordinato).
Quando sono stata assunta non ci credevo, a casa ho portato spumante
e paste e abbiamo festeggiato: "da oggi cambia la vita - pensavo
- addio precariato, annunci sul giornale, occhiate ansiose al telefono
che non squilla..", da oggi cambia tutto, si possono fare progetti,
ci si può allargare con le spese almeno un po', tanto c'è
la certezza che a fine mese, comunque, entra lo stipendio...Effettivamente
per i primi 2, 3 anni è stato così, è perdurato
quello stato di euforia e senso di gratitudine verso l'azienda che ti
permetteva di vivere dignitosamente e serenamente. Si dice sempre male
dei cc, invece l'ambiente di lavoro non è "malaccio":
si conosce tanta gente, quasi tutti giovani, dinamici, simpatici. Provengono
da tante situazioni diverse, molti sono laureati (giurisprudenza, lettere,
biologia, scienze della comunicazione..), molti hanno fatto i mestieri
più strani (dog e cat sitter, volontari nelle cooperative sociali
o, che so, atte al riciclaggio dei rifiuti...). Hanno sogni nel cassetto
particolari, gli operatori di cc: chi voleva pilotare gli aerei,chi
voleva fare l'etnologo o l'etologo, chi sta seguendo un corso per diventare
sommelier…poi invece ti ritrovi che pian piano il cc si insinua
nella tua vita, nella tua mente…le aspirazioni che avevi? beh,
verranno tempi migliori e se non dovessero venire…pazienza, un
lavoro c'è, è già molto. Non è solo pigrizia
mentale quella in cui cadi, il più delle volte è vera
e propria STANCHEZZA che a lungo andare ti logora. Perché? Eh,
perché rispondere al telefono per 6/8 ore al giorno dopo un po'
ti sfianca: ci vuole molta pazienza con gli utenti, attenzione a come
conduci la conversazione,a non cadere nella trappola dell'aggressività
o della polemica; cercare di restare sempre neutro, se puoi; ma anche
- come ti dicono nei corsi di formazione - essere propositivo, esperto
nel (come si dice ora?)PROBLEM SOLVING e, cosa importantissima, SORRIDERE.
Si, sorridere mentre parli perché il sorriso dall'altra parte
del telefono pare venga recepito. Già, sorridere…sembra
facile…soprattutto quando da quest'altra parte, ossia la TUA,
hai un tutor che ti guarda male e ti incalza perché stai troppo
tempo al telefono con un solo cliente; infatti, secondo le "regole"
vigenti nel cc, con l'utente devi stare al massimo 2,3 minuti e prendere
circa 20 chiamate all'ora, senza fare pause, respirare o andare al bagno
(nel malaugurato caso la tua necessità fosse IMPROCRASTINABILE
dovresti firmare un foglio e specificare se la tua pausa-toilette sarà
di breve o media durata…!!). Una battuta, una chiacchiera o un
sorriso con il collega che ti siede a fianco neanche a parlarne, anche
se ti sei accorta che la persona che hai vicino piange silenziosamente
da quando ha iniziato il turno oppure semplicemente muore dalla voglia
di raccontarti com'è andato l'appuntamento o l'esame universitario
o la lite col vicino. Ma si può vivere così? Si, si può:
in fondo basta solo premere qualche volta più del necessario
il tasto del "mute" sul telefono e guardare in faccia il tutor
con un sorriso stolido, fingendo di parlare con il cliente anziché
con il tuo amico a fianco; alzarti spesso perché oggi ti fanno
certe domande così complicate alle quali proprio non sai rispondere
e quindi ti tocca muoverti fino a raggiungere quel collega così
carino e simpatico che sa TUTTE le risposte più difficili!!!...farti
venire, però solo qualche volta!, una crisi isterica e dover
PER FORZA andare sul terrazzino e fumarti una sigaretta, e poi le benedette,
SANE, malattie. Le persone che svolgono lavori "normali",
che sono al di fuori, non sanno che le malattie per il lavoratore di
cc sono una ventata di BENESSERE E SALUTE, una vera e propria benedizione.
Esse, vere e non, reali e presunte, rappresentano uno stacco dalla ripetitività
del lavoro, permettono di sopperire alla mancanza di libertà,
agli orari sballati, permettono di stare un po' con la tua famiglia
e i tuoi amici altrimenti quando mai ci staresti, come potresti occuparti
del resto della tua vita se i tuoi turni ruotano dalle 7 del mattino
alle 2 di notte, sabato domenica e festivi compresi? Nei cc l'assenteismo
per malattia raggiunge le quote più alte e non per scarsa voglia
di lavorare:questi ritmi ti fanno "sballare" il metabolismo,
ti esauriscono e quel che è peggio, ti fanno sentire "tagliato
fuori", escluso dalla vita degli altri, sociale e politica, perché
il lavoro ripetitivo e per di più con orari innaturali, ti appiattisce,
ti fa perdere interesse per tutto quel che c'è fuori, ti sradica
dal contesto sociale; opera quello che De Martino, nel 1959, chiamava
"crisi della presenza" e "destorificazione del divenire"
in virtù del quale si sta "nella storia come se non ci si
stesse". E' vero, l'operatore di cc oggi sta sul posto di lavoro
e nella società in generale, come se non esistesse: non è
lui l'elemento importante, la sua presenza, la sua soggettività
sono superflue, continuamente sostituibili, prive di importanza e peculiarità,
meri strumenti - forse sorpassati - della catena produttiva e commerciale.
Esagero? Solo in parte, credetemi. Tutto questo interesse che oggi sembra
esserci nelle aziende più giovani, dinamiche e "politically
correct" verso l'elemento umano è in buona parte fittizio:
nella realtà dei cc i lavoratori sono spesso sviliti e mortificati,
relegati in ruoli secondari, le loro potenzialità inespresse
e soffocate. Allora come si fa? Si soccombe? Assolutamente no, ci si
"organizza", si convogliano le proprie energie verso qualcosa
d'altro, più costruttivo e appagante e si finisce col creare
vari "universi paralleli"..d’altronde una crisi intestinale
al mese o ogni 15 gg..non si nega a nessuno!
|
|
Un anticipo di riflessione sulla vertenza Atesia
Lo sciopero dei precari di Atesia dello scorso Maggio,
forse il più partecipato nella storia dei call centers con un'adesione
dell'80%, rappresenta probabilmente la fine di uno dei "miti"
della globalizzazione: la flessibilità tanto decantata come fosse
la quinta essenza della modernità viene rifiutata dai lavoratori
che invece rivendicano contratti di lavoro a tempo indeterminato e salari
dignitosi.
La flessibilità utilizzata in questa azienda è la massima
consentita dalle leggi e gli operatori, oltre alle basse retribuzioni
e alla totale assenza di diritti, scontano situazioni di lavoro che influiscono
negativamente sugli aspetti psico-fisici: gli ambienti sono inidonei per
mancanza di insonorizzazione e problemi relativi all'impianto di areazione,
senza tralasciare che lavorare in modo seriale, rapido ed efficace determina
condizioni di stress. Possiamo equiparare l'attività in Atesia
a una catena di montaggio; una sorta di taylorismo in versione telematica
ma con condizioni lavorative e contrattuali quasi preindustriali.
Paradigma della condizione dei lavoratori atipici, essendo anche la più
grande concentrazione di lavoro precario in Italia, Atesia costituisce
il terreno ideale per portare avanti una vertenza pilota in grado di contrastare
in maniera efficace la legge 30 e ridare dignità al lavoro sostenendo
la centralità dei contratti a tempo indeterminato. Ciò che
è stato finora un laboratorio di sperimentazione delle forme atipiche
di lavoro potrebbe convertirsi nello spazio di un nuovo protagonismo sociale.
I lavoratori sono stati utilizzati come cavie testando su di essi, anche
a livello psicologico, i limiti di sopportazione della precarietà
lavorativa, dell'impossibilità, essendo privi di qualsiasi tutela,
di progettare un minimo la propria esistenza.
L'edificio in cui si trova il call center, un edificio moderno completamente
ricoperto da specchi dall’aspetto futuristico, sembra quasi ostentare
un’idea di modernità, una proiezione verso il futuro che
nasconde invece condizioni di lavoro prefordiste , ottocentesche. In ogni
modo il futuro, quello economico, l'azienda se lo sta garantendo vista
la crescita esponenziale dei propri profitti in un settore, quello delle
telecomunicazioni, destinato a crescere in termini di fatturato economico
e di opportunità di lavoro come tutto ciò che concerne la
produzione di merci non tangibili - nuova frontiera dello sviluppo del
capitale. Tra lo spazio interno, il "laboratorio" dove si riduce
a merce l'essere umano, e lo spazio esterno, dove fluisce il tempo compresso
della globalizzazione ma dove esistono in ogni modo arcipelaghi più
liberi, c'è una vera e propria frontiera, quasi una barriera, un
muro che separa l'operatore dal mondo esterno. All' interno si perde quasi
la percezione del tempo e della realtà; il lavoro alienante e la
rumorosità degli open space creano per chi lavora una sorta di
vuoto sensoriale dove in alcuni momenti l'unico pensiero lucido e dominante
è il ricordo del continuo controllo da parte dell'azienda. Un controllo
indiretto, tramite gli strumenti informatici di lavoro, e diretto, effettuato
dalle continue scorrerie nelle sale degli assistenti di sala che invece
di supportare gli operatori durante la prestazione lavorativa svolgono
soltanto il ruolo di gendarmi. Ma c'è di più: oltre ad una
sorta di vuoto sensoriale, gli operatori, oggi con un livello di scolarizzazione
medio-alto, perdono anche la propria identità. Molti di loro sono
infatti laureati completamente disorientati che pena la disoccupazione
hanno iniziato a lavorare in questi crogiuoli infernali con la speranza
di trovare un'occupazione più qualificante in futuro e che invece
per la maggior parte dei casi non hanno avuto alternative e si vedono
costretti a permanere in azienda. In questi luoghi si infrangono sogni
e desideri di un potenziale umano messo ai margini solo perché
non compatibile con il dio mercato, un potenziale umano che boccheggia
dentro uno spazio malsano, troppo caldo d'estate per il cattivo funzionamento
dell'aria condizionata e altrettanto caldo in inverno per i riscaldamenti
troppo alti, sembra quasi un grande acquario in cui però i pesci
non sono visibili dall'esterno a causa dei vetri a specchio che rafforzano
quella sensazione di isolamento percepita da molti lavoratori.
Due elementi principali hanno determinato la riuscita di quasi tutte le
mobilitazioni che da Maggio contrassegnano la storia di questo call center:
il rifiuto delle pratiche concertative da parte dei delegati di base CGIL
che, insieme a gruppi di lavoratori, hanno esercitato il conflitto andando
anche contro la propria struttura e il tiepido risveglio di una coscienza,
ancora non sedimentata, da parte dei lavoratori che iniziano a rendersi
conto del proprio dramma sociale. A questo c'è da aggiungere l'importante
sostegno alle lotte da parte del PRC che con il lavoro d'inchiesta del
dipartimento nazionale ha cercato di dare voce e visibilità agli
"invisibili", a coloro che senza diritti di rappresentanza sindacale
sono praticamente irrappresentabili. A seguito dei recenti risultati dell'inchiesta,
da cui emerge come dato rilevante che la maggioranza dei lavoratori aspira
a un contratto a tempo indeterminato, il PRC ha sensibilizzato ulteriormente
i lavoratori facendoli riflettere ancor di più sulla propria condizione
e compiendo un piccolo passo in avanti nella costruzione di una vera e
propria coscienza di classe. Il lavoro d'inchiesta, oltre ad essere un
metodo utile per mettere in rete le lotte, è soprattutto uno strumento
analitico efficace a disposizione dei soggetti che esercitano il conflitto,
in quanto utilizzandolo possono avere un quadro lucido della realtà
in cui devono operare.
Ed è proprio mettere in rete le lotte che diventa l'elemento centrale
per vincere vertenze complesse ed emblematiche come quella di Atesia;
bisogna porre la questione della dignità e della democrazia nei
luoghi di lavoro ai movimenti che, nonostante abbiano messo in discussione
il pensiero egemone della globalizzazione capitalista a livello generale
su grandi temi come la pace, l'ambiente, i problemi del sud del mondo
ecc. , non sono ancora arrivati a mettere realmente in discussione la
logica neoliberista dell'impresa e il proprio modello organizzativo.
Melfi come anche Scanzano, oltre ad essere delle importanti vittorie della
civiltà sulle barbarie ed esperienze significative di esercizio
del conflitto, rappresentano dei nodi fondamentali per la creazione di
una rete di lotte che possa sconfiggere le politiche neoliberiste della
destra e costruire quell'alternativa di società che tanto desideriamo.
Dipartimento Inchiesta - Prc |
|
LA PRETESA DI UN DIRITTO! L' articolo
uno della Costituzione italiana dichiara che il diritto di ogni cittadino
è avere lavoro perchè l'Italia è una Repubblica democratica
fondata proprio su questo. Viene spontaneo allora chiedersi perchè
noi giovani dobbiamo tanto lottare per avere la possibilità di
GUADAGNARCI ciò che, legalmente, ci spetta per poter condurre una
vita dignitosa? Siamo una coppia che ha avuto, recentemente, il coraggio
o l'incoscienza di sposarsi malgrado le condizioni precarie del nostro
lavoro e come la maggior parte dei giovani d'oggi, viviamo e sopravviviamo
con le nostre paure, con un sentimento di impotenza, di frustrazione,
di incertezze .... di domande senza risposte. Questa precarietà
per noi quando finirà? Si dice che la nostra generazione è
quella del progresso, della civiltà, della tecnologia .... ma tutto
questo può essere vero se non si ha più il diritto di vivere
la propria vita da esseri umani? Non si possono prendere impegni con l'incertezza
causata dalla precarietà. Per ora possiamo soltanto sperare in
un posto di lavoro sicuro, ben retribuito e sognare di poter prendere
un mutuo per una casa in cui vivere, avere dei figli (non da vecchi) a
cui garantire una vita decente e una adeguata pensione per la nostra vecchiaia.
Raffaele e Maria Elena |
|
Abbandonati dalla politica Durante
la campagna elettorale ho sentito sollevare molto viva la questione della
precarietà, vi ho dato il mio voto e vi ho fatto molta pubblicità...ora
invece mi sento molto abbandonata cosÏ come sento che si sentono
abbandonati tanti giovani che come me hanno creduto in questo. Possibile
che la politica una volta al governo non si renda conto dell'importanza
di uno stato con cittadini vivi in grado di vivere e far circolare moneta
in un paese? Mi sono sposata da poco e vivo in affitto, ho quasi 30 anni
e sono precaria. Non posso pensare di avere un figlio perchè il
futuro è sempre incerto. Non posso pensare di comprarmi una casa
perchè i prezzi delle case sono alle stelle. Ho paura della scadenza
del contratto perchè gli affitti sono inaccettabili...
Come si può pensare allo sviluppo di un paese in queste condizioni?
Parlo perchè conosco innumerevoli persone che vivono questa mia
realtà...
Facciamo qualcosa non solo per il paese e per le imprese ma anche per
le persone reali lo formano, perchè qui da casa mia non ci si sente
più parte di uno Stato con leggi giuste a tutela nostra, ma individui
abbandonati in un mondo pazzo!
Scusate per lo sfogo.... Ma se si dà più potere di acquisto
alla gente senza
soffocarla, dando la reale possibilità di avere una casa, poter
pagare l’affitto e fare la spesa, non vivere con un futuro incerto,
poter avere dei figli…
Solo cosÏ le cose possono andare meglio!!!
Tassate chi ha 3 case perchè la vecchietta padrona di casa mia
ne ha anche di più ...e sfitte ... la casa è un diritto,
non una croce da portare a vita pagando mutui folli, in proporzione con
gli stipendi...
Ora ho finito per davvero...
Alessandra |
|
‘Precario storico’
Mi chiamano…”Precario storico” che
poi di storie ne avrei da raccontare!!!
Lavoro nella Pubblica Amministrazione da circa 5 anni;
Fino ad oggi conto….10 mesi da collaboratore occasionale, 4 contratti
e circa una decina di proroghe (variabili dai 20 giorni ai 6 mesi) con
agenzia di lavoro Interinale e pensate….senza nemmeno un giorno
di “stop”. Godo insomma di tutti i doveri dettati dal C.C.N.L.
ma non posso dire lo stesso per quanto concerne i Diritti. No Formazione,
No garanzie, No tranquillità, Forse un futuro roseo…o Forse
la disperazione…Adrenalina pura insomma di cui, però, farei
volentieri a meno.
Laureato, mi sobbarco importanti, e spesso rischiose, responsabilità….firmare,
firmare e firmare senza traccia di assicurazione.
Sì dai, è inutile prendersi in giro, faccio parte di quel
mondo “sfruttato” di personale altamente qualificato (almeno
sulla carta) che ricopre posti vacanti di organico e che, vuoi per età,
vuoi per impegno, vuoi per competenza porta avanti la baracca.
“Se vi licenziano…possiamo chiudere il Servizio!” oppure
“Senza di voi siamo finiti…non abbiamo il personale per andare
avanti” sono frasi che ormai da anni descrivono un’esigenza
evidente.
Ora come muoversi, cosa fare?
Sto scrivendo un po’ in giro, ma le risposte latitano.
Da iscritto al partito ho deciso di rivolgermi a voi per sottoscrivere
la vostra iniziativa e chiedere consigli riguardo la mia situazione.
Lasciamo perdere che ho 32 anni, una famiglia e un mutuo di 25 anni sulle
spalle…..quando potrò avere il MIO (perchè è
mio) posto di lavoro FISSO?.
La finanziaria delude noi precari e soprattutto quelli come me….che
INTERINALI, appaiono come fantasmi invisibili agli occhi di sindacati
e politici.
Nessun distinguo, dunque tra “personale assunto a tempo determinato
tramite regolare selezione pubblica” e “lavoratori dipendenti
da Agenzie Interinali” perchè il lavoro svolto è analogo
e le uniche differenze dipendono solo dalle singole coscienze di chi svolge
un servizio.
Riuscirà “IL MIO GOVERNO” a darmi ciò che mi
ha promesso?
Riuscirà il mio “PARTITO” a ricambiarmi della mia coerenza?
Gradirei tutte le informazioni possibili.
Attendo risposte…. e nel frattempo ringrazio chi si sta muovendo
per rendermi più…..FELICE.
Distinti saluti
‘Uno dei tanti’ |
|
Se anche la musica è precaria
Mi chiamo Paolo, ho 26 anni sono diplomato al conservatorio di musica,
"lavoro" da TRE anni con i CO.CO.PRO nelle scuole elementari
pubbliche. Affermare che il mio sia un lavoro è un atto di coraggio
visto e considerato che non si sa mai quando inizia, se inizia, ma si
sa sempre, con precisione svizzera, quando finirà.
Sono inserito nell'istituzione scolastica come "Esperto esterno"
per affiancare gli insegnanti nell'educazione musicale. Ciò che
mi rattrista è scoprire che la nostra figura professionale non
esiste, o meglio non viene considerata ne dallo stato, ne tanto meno
dai sindacati. Le mie competenze possono essere tranquillamente esercitate
da tutti coloro che dimostrano anche semplicemente passione per la musica.
Presso la sede di un sindacato mi è stato chiaramente detto che,
se il dirigente scolastico volesse, potrebbe chiamare un suo amico ad
esercitare la mia professione, visto che con l'autonomia, il Direttore
è il manager della sua azienda. Così, senza avere una
graduatoria interna, ne tantomeno un punteggio artistico rilevante,
il mio umile lavoro potrebbe scivolare nelle mani di qualcunaltro in
ogni momento. In tutto questo, come se non bastasse, nella stessa scuola,
pur di lavorare, sono "costretto" a firmare ben tre contratti
per soli sette mesi di lavoro (novembre/maggio). Ogni contratto, ovviamente,
non prevede nessuna tutela per il lavoratore. basti considerare che
io e i miei colleghi dobiamo pagarci anche l'assicurazione personale!
Per essere pagati poi, bisogna avere pazienza, poichè i segretari
delle scuole hanno bisogno di tempo per fare i conti, mentre il benzinaio
non vuole aspettare neanche un giorno quando vado a mettere le mie dieci
euro di carburante per raggiungere, ogni giorno, il posto di lavoro.
Lavoro tanto, prendo i soldi quando vogliono loro e non so mai quando
inizia il progetto. Ogni anno però, il 31 maggio, qualsiasi contratto
scade ed io, come un bracciante in attesa della chiamata alla vigna,
ogni autunno spero di avere un nuovo, misero contratto, per esercitare
un lavoro che in fondo non esiste. Ho 26, non posseggo nulla se non
un diploma di conservatorio, pochi soldi, voglia di lavorare e tanta...troppa
pazienza. Ci vediamo il 4 novembre. STOP PRECARIETA' ORA!
|
|
Precari della scuola in rivolta
Sono un'insegnante precaria della scuola dell'infanzia. Anche il nostro
settore,come molti altri,è stato toccato dalla finanziaria,soprattutto
per quanto riguarda la stabilizzazione del precariato.Infatti,dati alla
mano,i numeri forniti dal ministro non sembrano aderenti alla realtà
della scuola,quanto poi,cosa più grave,saranno abolite le graduatorie
permanenti,canale di reclutamento al 50% con le graduatorie di merito
dei concorsi.Ciò significa che decine di precari non rientreranno
nelle previste immissioni in ruolo e perderanno di fatto ogni diritto,trovandosi
a dover ricominciare da capo,dopo aver lavorato anni da precari con
la speranza del ruolo.La cosa più grave però è
quella che a perdere in tutto questo saranno gli alunni,perchè
si disperderà un enorme patrimonio di esperienze e competenze
maturato in tanti anni e che fanno dei docenti Insegnanti con la I maiuscola.Auspico
che il ministro si renda conto di tale iniquità e compia passi
significativi per la salvaguardia dei diritti di Tutti i precari.
|
|
6 mesi full time
Ciao a tutti, mi chiamo G. e ho 24 anni. Sono sposata da circa 2 anni
e scado il 31 dicembre 2006.
Lavoro a tempo determinato presso una Pubblica Amministrazione. Ho fatto
6 mesi full-time e sto concludendo l'anno di proroga, che mi è
stato concesso, ma part- time al 50%. Di solito la proroga è
fino a 2 anni full-time, io ne ho avuto una di soli 6 mesi.
Il mio e quello di altri 110 precari è un grido di aiuto contro
un sistema che ci schiaccia e ci annienta e ci priva di uno dei diritti
primari che la nostra tanto amata e salvaguardata Costituzione Italiana
menziona addirittura all'articolo 1.
Oltretutto il mio contratto è scaturito da un regolare concorso
pubblico che ho sostenuto come istruttore amministrativo. Nonostante
tutte le nostre speranze fossero riposte in questo cambio di governo,
siamo stati puntualmente delusi. Anzi forse il risultato è stato
anche peggiore perchè dopo il 31 dicembre l' Amministrazione
non ci ha dato nessuna garanzia o speranza. Oltretutto c'è il
problema che non si vogliono nemmeno fare più contratti di collaborazione.
Di certo la finanziaria 2007 non è venuta incontro a questo problema.
Ci vedremo in piazza il 4 novembre.
|
|
Scado a 50 anni
Gentili Compagni, sono un lavoratore ex-Telecom Italia
che dall'01-07-2005 e' stato esternalizzato (CESSIONE RAMO D'AZIENDA)
dalla propria Societa' per confluire assieme ad altri 104 colleghi (facenti
parte dei Centri Territoriali di Sorveglianza- ramo Security) in una New-co
denominata Tecnosis (gruppo Elsag) che gestisce, nella stessa maniera
in cui operava all'interno della vecchia Azienda, gli accessi nelle sedi
Telecom di tutta Italia e gli allarmi porta nelle sedi medesime. E' superfluo
dire che dal 01-07-2008 (fine commessa Telecom) il nostro futuro sara'
molto incerto e senza sbocchi, a tale proposito abbiamo avviato iter giudiziario
verso le Societa' artefici della cessione in tutte le sedi interessate.
Siamo vittime di soprusi e prove di forza da parte della Telecom che vorrebbe
e prova con tutti i mezi (illeciti) a ricattarci per far si che tutti
noi accettiamo la cessione, in questo modo loro garantirebbero tutti i
benefit ed altro spettanti di diritto a noi lavoratori e che invece non
ci sono stati riconosciuti. In primis l'A.S.S.I.L.T. (ASSISTENZA SANITARIA
LAVORATORI TELECOMUNICAZIONI) e la corresponsione mancata del PREMIO DI
RISULTATO.
Oltre a questo danno tangibile (nel mio caso, monoreddito con moglie e
4 figli a carico), l'ambiente di lavoro riserva ogni giorno sorprese e
sono palesi i segnali che percepiamo a tutti i livelli. Sono iniziate
numerose dismissioni a livello di Impianti di Sicurezza, conseguentemente
e parallelamente vengono attivati e realizzati Impianti di Security gestiti
dal C.N.T.A. - CENTRO NAZIONALE TUTELA AZIENDALE DI TELECOM ITALIA. In
pratica le centrali e gli accessi che gestiamo come Tecnosis vengono trasferite
(come sistemi d'allarme) a Telecom facendo in modo che la nostra nuova
Societa' abbia sempre meno potere arrivando al fatidico giorno di scadenza
della commessa. Anche i politici ci hanno dimenticato e tranne isolate
e poche eccezioni (IDV e PRC) non abbiamo ancora avuto a livello parlamentare
iniziative per garantire a tutti i lavoratori esternalizzati una speranza
per il futuro. Personalmente il 2008 quando scadra'il contratto avro'50
anni, mi ritrovero' con 4 figli senza nessun lavoro. Chiedo a voi compagni
(Prc) di dare un senso a tutte le segnalazioni che pervengono dal mondo
del lavoro, un segno che puo' portare a cambiare le cose in Italia. Ringrazio
anticipatamente per l'attenzione.
Salvatore |
|
Lettera aperta di una precaria qualunque
al ministro Fioroni
Egregio sig. Ministro;
mi chiamo Monica e sono un'insegnante precaria qualunque nell'affollatissima
provincia di Napoli. Anzi,mi definisco precaria dei precari,perché
in realtà lavoro come supplente temporanea. Quando squilla il telefono,io
corro.
Mi definisco precaria qualunque perché Lei signor Ministro mi ha
fatto sentire così quando ho letto nella nuova legge finanziaria
l'articolo 66 che al comma 1 abolisce le graduatorie permanenti. Ci ha
trattato così,come se fossimo nomi e numeri qualunque,senza senso
che con un colpo di spugna vanno lavati via.
E' come se per legge,si cancellasse una parte di me,della mia vita privata
e professionale,rimettendola in discussione, facendomi sentire umiliata.
Umiliata perché mi sento sfruttata,tradita nelle aspettative,nelle
speranze,nei sogni,nei progetti per un futuro più sereno da offrire
a mia figlia.Un castello costruito sulla sabbia, portato via da un'onda
anomala.
Per anni ho nutrito la speranza che il mio iter professionale,sebbene
lento,sarebbe sfociato nell'incarico annuale e poi nel ruolo. Le graduatorie
permanenti garantiscono cià. Una certezza nella precarietà.
E' così da anni ,é vero,quindi si puà capire la necessità
di un cambiamento,ma quale altro percorso permette di accumulare un patrimonio
di esperienza, umanità, competenza che nessun libro ti potrà
MAI insegnare?
Che cosa faremo se saremo esclusi dalle immissioni in ruolo?
Il vice-ministro Bastico ha affermato, in contraddizione con l'on. Folena
che recentemente aveva affermato che le graduatorie non sarebbero state
abolite,che ci sarà un accompagnamento nel nuovo sistema dei precari
esclusi. Ma cosa si intende per accompagnamento?Una lista- parcheggio?Un
nuovo concorso?Onestamente mi sembra che ci sia notevole confusione e
dunque si puà immaginare anche in che confusione versiamo noi precari,che
oscilliamo tra speranze e paure. Come ci reinventeremo un'altra professione
a 40-50 anni?Ma poi ,chi vuole intraprendere una nuova professione?IO
SONO INSEGNANTE. Ho studiato,vinto concorsi e questo nessuno me lo potrà
mai cancellare.
Non mi dà pace,non trovo risposte rassicuranti. Tremo. Tremo all'idea
del futuro, all'idea di non poter più esercitare più un
lavoro che adoro e che tanto mi ha tanto gratificato. Tremo all' idea
di essere sacrificata alla legge dell'economia e del risparmio. Tremo
all'idea che fra qualche anno sarà una ex- maestra. Ex per legge.
Auspico che Lei prenda atto di tutto cià che le viene indirizzato
e che dia delle risposte chiare sul nostro futuro.
Monica - Napoli |
|
Precario per la Provincia di Roma
Lavoro con contratti precari da oltre 3 anni, contratti di collaborazione
e a tempo determinato, presso la società Capitale Lavoro che
al 60% è partecipata dalla Provincia di Roma; perciò tutte
le direttive politiche sulla gestione della società e sull'utilizzo
dei fondi partono esclusivamente dagli Assessori della Provincia. Io
ed i miei compagni lavoriamo presso istituzioni pubbliche arrivando
a firmare anche documenti ufficiali benchÈ non potremmo... ma
serviamo, eccome se serviamo!!! Perchè hanno a disposizione persone
con ottime competenze che vengono gestite praticamente come lavoratori
interinali: Capitale Lavoro ci assume e andiamo a svolgere la nostra
attività lavorativa presso i Servizi per l'Impiego della Provincia
di Roma. Ad esempio, le ferie ed i permessi, cosÏ come le richieste
di trasferimento devono essere concordati con i Responsabili ed i Dirigenti
dei Centri per l'Impiego. Naturalmente tenendo conto delle esigenze
dei dipendenti "veri" dei Centri... quelli che il posto fisso
lo hanno ed a quanto pare anche più diritti. La mia situazione
è condivisa da circa 300 lavoratori. E tutto questo con l'avallo
di assessori e politici del centro-sinistra tra cui sottolineo la presenza
dell'ex assessora ed ora sottosegretario al ministero del Lavoro Rinaldi.
Ho visto che anche lei domani sfilerà contro la precarietà,
purtroppo quando era assessore della Provincia di Roma abbiamo dovuto
sudare anche nei suoi confronti per farci prorogare e rinnovare i contratti.
Anzi, la sua intenzione era di chiudere tutto e mandare le persone a
casa... o forse di rimpiazzarle con persone a lei più vicine...
Ed ogni volta sembra che ci facciano un favore a rinnovarci i contratti!!
Vorrei dire a questi politici che dovrebbero provare un po' di vergogna
a sfilare con i precari per poi tenere certi atteggiamenti e comportamenti
che sembrano più da padroni. A settembre prossimo ci scadrà
l'ennesimo contratto ed ormai non ci illudiamo più che avere
come controparte una Provincia di Centro Sinistra possa essere una garanzia
per noi precari. E questa era l'ultima speranza che ci rimaneva... continuerò
a votare per la Sinistra ma non per i partiti che includono tra i candidati
queste persone che hanno due o più volti a seconda delle circostanze.
Ci hanno lasciato in balia di soggetti che a tutto pensano tranne che
a gestire correttamente noi lavoratori; ma per certi politici della
Provincia di Roma l'importante è saper smistare le risorse economiche
e certo non far crescere le competenze dei lavoratori. Sono veramente
a terra!!!
|
|
Voglio un rapporto duraturo con i miei professori
Salve, sono Luca, un ragazzo di Prima Superiore frequentante l'ISISS
Maironi da Ponte, istituto sito a Presezzo, Bergamo. Sono il rappresentante
di classe e parlo a nome di questa e vorrei sollevare una questione:
nella nostra scuola vi è un docente molto colto e preparato,
molto giovane (32 anni) che a fine novembre se ne andrà via perchè
come moltissimi docenti vive il dramma della precarietà. Vi sembra
giusto che un 32enne non possa progettare il suo futuro perchè
gli sono assegnati incarichi di 2 mesi e poi si vede costretto a spostarsi
in un'altra città, magari distante 100 km dall'ultima sede in
cui ha insegnato?
Sarebbe molto bello se qualcuno potesse fare veramente qualcosa.
Grazie mille e distinti saluti
Luca
|
|
Una vita affidata al caso
Cosa devo raccontare,oggi vivo in una regione che vive
di turismo e seconde case,dove tra novembre e febbraio forse puoi andare
a fare il manovale "in nero".
Qui non esistono grandi industrie. si e' aperta una grande infrastruttura
bretella dell'alta velocita' ferroviaria, una volta quando costruirono
la prima tratta di raddoppio i contratti erano a fine lavori,oggi di 6
mesi e senza la garanzia che finito quello c'e' il rinnovo!
Da li' nasce una depressione psicologica dovuta al fatto che finito quello
"dio e' morto..." non hai diritti,non devi avere problemi fisici,non
ti devi far male,
queste sono le regole fondamentali... e ricordati di farti le tue ragioni
senza dar nell'occhio perche' se sento odor di sindacati..... queste sono
le regole non scritte del mondo del lavoro nel 2006. I politici parlano,
parlano, ma loro non devono finire il mese con 8,9 1000 al mese, loro
quando sale l'inflazione si aumentano lo stipendio, noi?
Noi neanche la sicurezza, noi neanche il coraggio di guardare negl'occhi
la famiglia, noi precari e senza sogni nel cassetto!
non chiediamo molto, solo la sicurezza di prenderne pochi, ma sempre! |
|
Come un funambolo
Parliamo di cosa significa vivere da precari. Non toccherò le
questioni pratiche, tipo l'aspetto economico, ma vorrei parlare di dignità
negata. Dignità. Questa sconosciuta.
A noi insegnanti precari è negata tante volte, soprattutto quando
arrivi in un nuovo circolo didattico - io faccio supplenze brevi, giro
per circoli ed istituti e amo definirmi precaria dei precari-e ti devi
ripresentare, dimostrare che sai fare il tuo lavoro, spiegare che hai
dieci anni di lavoro alle spalle tra private e statale, che non sei
l'ultima arrivata, che conosci tutti i meccanismi, combatti contro i
preconcetti, fai buon viso a cattivo gioco,ma giorno dopo giorno dentro
di te si affievolisce la scintilla. dell'entusiasmo,dell'amore per il
tuo lavoro.Ogni giorno vieni giudicata e condannata da colleghe che
nemmeno ti conoscono, poi si ricredono,certo, ma perchè il sistema
ci obbliga a passare alla gogna in questo modo? Dove si sono nascosti
quei valori come orgoglio e dignità di esercitare la professione
di insegnante così importante per la formazione dei ragazzi,
sostituiti invece da umiliazione e sdegno?
Questi anche sono i sentimenti di un precario, a cui si uniscono le
costanti incertezze che tutto possa cambiare dall'oggi al domani.
Mi sono chiesta come il dizionario definisca la parola precario, parola
che ormai ci accompagna -uso un termine caro alla vice-ministro Bastico
- quotidianamente.
Ho fatto qualche ricerca.
Precario significa instabile, provvisorio,temporaneo. E questo è
risaputo. Tutti termini molto esplicativi.
Ma esiste un istituto del diritto romano che si chiama contratto precario.
Con tale contratto si concedeva temporaneamente e gratuitamente una
cosa - nel nostro caso l'inserimento nelle graduatorie permanenti -
ma era revocabile - art.66.comma 1, della finanziaria 2007 - ad arbitrio
di chi l'aveva concessa.
Niente di nuovo sotto al sole. Siamo semplicemente tornati ai tempi
degli antichi romani. Solo che allora internet non esisteva.
Per me precario, però,non è una definizione.
E' un modo di vivere.Come un funambolo che non termina mai la sua esibizione.
Concluderò con un aneddoto significativo.
Una sera a cena. Mia figlia, 7 anni, non voleva mangiare.
Io mi impongo ma lei sfodera l'arma vincente: "Mamma, se mi costringi
a mangiare, telefono al ministro e faccio cancellare il precariato!".
Ecco cosa significa vivere da precari.
Monica C. - Napoli |
|
23 licenziati dal call center delle poste Il
giorno 30 giugno 2006, 23 precari siamo stati licenziati dal call center
poste italiane di Mestre (VE). Dopo più proroghe e più rinnovi
contrattuali con agenzia interinale sembrava che le cose si stessero mettendo
per il verso giusto e noi tutti 23 speravamo di sottoscrivere a breve
un contratto a tempo indeterminato. Le cose, però, sono andate
diversamente dalle nostre aspettative; infatti, giorno 30 Giugno 2006,
23 persone sono state lasciate a casa per essere sostituite con altre
23 che non hanno mai avuto alcun rapporto con Poste e con il compito di
svolgere le nostre stesse mansioni. Vi sembra giusto che persone che hanno
maturato periodi lavorativi dai 12 mesi, 18 mesi e 24 mesi le poste lasciano
a casa 23 persone come se nulla fosse. perché siamo stati sostituiti
con altre persone dopo che abbiamo sempre lavorato bene e ciò è
dimostrato dal fatto che Poste ci ha rinnovato per lunghi periodi il contratto?
Vogliamo far sapere a tutti le nostre condizioni di precariato e che ci
venga riconosciuto e garantito un diritto fondamentale dell'uomo qual
è quello del lavoro. E' ORA DI DIRE STOP PRECARIETA'.
Giacinta a nome dei 23 licenziati dal call center delle
Poste Italiane di Mestre (VE) |
|
Emendamento 3.5 alla finanziaria 2007 batte concorso pubblico
Buonasera,
ho un dubbio: nella pubblica amministrazione si viene assunti per pubblico
concorso o per racc...? Io sono un precario che ha vinto tanto tempo
fa un concorso pubblico: a tutt'oggi non sono ancora stato assunto nella
pa. Al contrario, chissà perché..., il governo, con l'emendamento
3.5 alla finanziaria, sta per aprire una mobilità che consentirà
al personale dell'agenzia del demanio di essere assunto nella pubblica
amministrazione senza superare NESSUN CONCORSO PUBBLICO. Infatti, tale
personale è stato assunto nell'agenzia del demanio (che ricordiamo
è un ente pubblico economico) tramite una semplicissima nomina
diretta. Peraltro questo personale demaniale potrà migrare dove
vorrà, alla faccia di tutte le questioni inerenti gli sprechi
o gli scialacqui nella pa: a me PRODI, BENVENUTO, FASSINO e company
AUMENTANO LE TASSE, e con i MIEI SOLDI pagano i trasferimenti (di dubbia
legittimità) del personale demaniale verso la pa. E dire che
questo governo aveva fatto della questione morale il suo cavallo di
battaglia... Comunque vogliamo dire grazie a questo governo: fin dalle
prossime amministrative sapremo a chi dare il VOTO.
f.to C.E.P.S. (Coordinamento degli Elettori Pentiti di Sinistra)
|
chiudi |