Rifondazione mensile di politica e cultura 
Aprile 1998 
DOSSIER L'ORO BLU

LIQUIDIAMOCI di Roberto Musacchio

Proposta: ripensiamo tutti i processi economici in corso, quelli che vanno sotto il nome di globalizzazione, misurandoli con indici palpabili, avvertibili da donne e uomini in carne ed ossa.  Il  lavoro: quanto, come, dove.  La salute, più vita, meno vita, più o meno malattie vecchie e nuove. L’ambiente: più fruibile o più deteriorato. E dentro l’ambiente, l’acqua: la base stessa della vita. Come sta l’acqua del nostro Pianeta? Dovrebbe essere domanda quotidiana perché noi esseri viventi siamo fatti di acqua e non viviamo senza acqua. Rispondere a “come sta l’acqua nel Pianeta?” significa guardare allo stato complessivo di tutte le nostre relazioni. Per l’acqua, dai mari ai pozzi, si sono fatte guerre e si è ucciso. Se vogliamo costruire la pace lavorare a che l’acqua sia per tutti e indispensabile. Questo significa promuovere l’uso sobrio e equilibrato di questa risorsa  con tutti gli atti internazionali necessari, sia in termini giuridici che di promozione allo sviluppo in forma cooperativa e  autocentrata. Si muore di fame ma anche di sete in questo nostro mondo. L’acqua è un ciclo che va dal cielo alla terra per tornare al cielo. Bene: questo cielo è compromesso. L’acqua è inquinata in mille forme. E’ surriscaldata dagli scarichi termici. Eutrofizzata da troppe sostanze “nutritive”. Alterata dalle modificazioni climatiche. Addirittura la corrente del golfo è compromessa dall’effetto serra. E l’effetto serra può cambiare la dislocazione dei mari. La desertificazione ne compromette ulteriormente la presenza in intere zone.
D’altro canto l’acqua, inonda, distrugge. I mari si innalzano per il cambiare del clima e lo sciogliersi dei ghiacci. I fiumi corrono più veloci perché il suolo è cementificato. Le falde sono prosciugate. I mari sono depredati dalle pesche rapinose.
Il patrimonio ittico è avvelenato dagli scarichi. Come sta l’acqua e come è distribuita è dunque un grande  indicatore di civiltà, che andrebbe dato giorno per giorno al posto dello stato delle monete.
Per l’Italia l’acqua è elemento assolutamente prevalente dell’assetto geofisico. Siamo una penisola, protesa nel Mediterraneo, attraversata da fiumi.
Noi abbiamo una vocazione indispensabile alla pace e a nuove relazioni Nord/Sud dallo stesso stare nel Mediterraneo che solo classi dirigenti incapaci possono tradire per subalternità atlantiche. 
L’acqua in Italia è sufficiente ma soffre di inquinamenti, degrado, maldistribuzione, cementificazioni. Si sono inquinati mari, fiumi, falde. Si sono cementificati territori. Si sono escavati alvei. Si sono fatte opere idrauliche insensate. Ci sono zone che soffrono la sete anche perché le loro reti idriche perdono il 50 per cento e più d’acqua. Ci sono state vere e proprie mafie  dell’acqua. C’è chi vorrebbe un’acqua sempre più privata.
Fare una politica dell’acqua in Italia significa fare una politica di civiltà. Di pace, innanzitutto, e ho già detto. Di diversa economia. Rimuovendo a monte tutti gli inquinamenti, riconvertendo tutti i settori economici che li producono. Promuovendo l’uso sobrio e plurimo di questa risorsa verso i bisogni civili, agricoli, energetici, industriali contro ogni logica dissipatrice. Difendendo il suolo dalle inondazioni senza  le grandi opere ma rinaturalizzando il rapporto tra acqua e territorio sconvolto dalla cementificazione.
C’è una legge, la 183 detta della difesa del suolo, che pensata dopo l’alluvione di Firenze ci ha messo più di 20 anni per essere approvata e ora rischia, da anni, di non essere attuata.
Questa legge prevede di ripensare l’economia e il governo dei territori a partire dai fiumi, dai piani di bacino. E’ una legge che non piace a chi vuole cementificare e a chi vuole privatizzare l’uso dell’acqua come si vorrebbe fare da parte di molti. Per questo invece  va applicata.
Proposta: tutti i giorni invece che il cambio delle monete, o almeno insieme a esso, diteci come sta l’acqua.
 
Rifondazione mensile di politica e cultura
Partito della Rifondazione Comunista