Numero 55 - Novembre 2001

Il movimento cresce e si radica

Patrizia Sentinelli

Scrivo queste note dopo la riuscitissima manifestazione contro la guerra del 10 novembre a Roma; dunque con l'animo colmo di soddisfazione e fiduciosa come tanti e tante che hanno animato quel corteo di un ulteriore possibile espansione del movimento. L'aspetto più rilevante è stata la presenza per così dire spontanea, non organizzata in gruppi precedentemente associati di molti che, sull'onda del no alla guerra, hanno deciso di prendere parte ad un appuntamento nazionale. E' un fatto nuovo che va segnalato perché ci dice ancora una volta che il movimento non può essere ingabbiato in formule organizzativistiche predefinite dai gruppi che avevano originato il G.S.F. prima di Genova. Invero già a Genova nell'enorme manifestazione dei 300.000 più della metà non appartenevamo ad associazioni o a partiti ma erano prevalentemente giovani che entravano, forse per la prima volta, nella scena politica attivamente.
Il movimento in questi mesi ha tenuto. Dentro la drammaticità della guerra ha saputo radicarsi ed estendersi operando connessione con temi diversi: la fame, l'ingiustizia sociale, la povertà, i diritti negati, la guerra. La manifestazione del 10 - è bene sottolinearlo - è stata preceduta dal Forum antiliberista contro la guerra economica, sociale, militare. Un Forum organizzato dal gruppo nazionale di W.T.O.-Fao e dal Social Forum di Roma, esperienze queste che hanno maturato una nuova capacità di organizzazione e di fare politica.

Le sessioni di lavoro sono state seguite con molto interesse già dalla prima giornata a dimostrazione che questo movimento non è solo protesta ma che è capace di interrogazioni e di approfondimenti. Il livello internazionale della discussione è stato assicurato in tutte le fasi della discussione così come la partecipazione delle rappresentanze estere alla manifestazione e al concerto finale.
La presenza numerosa di forte consapevolezza dei loro diritti da parte dei migranti parla del crescere dell'allarme sociale per il ripetersi di episodi di violenza e repressione operati da forze dell'ordine e da singoli cittadini contro uomini e donne in particolare di religione musulmana.
Ora si deve continuare con la ripresa della costruzione dei Social Forum locali operando affinché essi diventino luogo plurale di confronto politico, di dibattito ma anche di pratiche di conflitto sociale. Penso alla possibilità di animare vertenze territoriali così come forme di disubbidienza sociale più direttamente agite dalla rete dei "disubbidienti". Sarà altresì necessario accelerare i tempi per definire una qualche forma di rappresentanza e di coordinamento nazionale del movimento attraverso la ridefinizione di un nuovo patto di lavoro, per arrivare a fine gennaio al Forum mondiale di Porto Alegre con una forte presenza del movimento italiano.

Non sappiamo ancora come la guerra si evolverà; sappiamo però che sarà un intervento di lunga durata che continuerà a produrre morti, ingiustizie e ad innescare pericolose reazioni da parte del mondo musulmano mentre il terrorismo non viene colpito.
La destra ha risposto alla forza del movimento pacifista con protervia e volgarità ma non sembra trovare consenso alla guerra. Non solo per la scarsa presenza alla parata che ha voluto tenere a Piazza del Popolo ma perché la paura e il rifiuto della guerra sembrano essere nel nostro Paese maggioritari. E' un dato da valorizzare moltiplicando gli appelli alla mobilitazione. Raccogliamo firme contro la guerra, allarghiamo le iniziative di discussione sugli effetti perversi dell'intervento armato. Sveliamo l'incostituzionalità dell'invio delle truppe italiane in Afghanistan e insieme continuiamo la lotta contro la globalizzazione neo liberista.

Le contraddizioni apertesi all'interno dei DS e dell'Ulivo sono destinate a non chiudersi. Le prese di posizione contro la guerra, il voto parlamentare, la presenza di molti di loro alla manifestazione del 10 ci dicono che anche per i DS si è aperta una nuova fase. Il congresso ha celebrato la leadership di Fassino e D'Alema ma molti cominciano a richiedere una politica diversa sul terreno sociale, su quello economico ed internazionale.
Il movimento ha reso evidente il loro travaglio e scoperto i nervi di quanti si oppongono alla guerra come strumento ordinatorio del potere mondiale. Il 16 novembre si è svolto lo sciopero dei metalmeccanici e gli studenti sono stati con loro. E’ stata un'altra straordinaria giornata di lotta.
Il movimento cresce, si radica, si allarga. Noi siamo nel movimento e contribuiremo a farlo crescere animando insieme ad altri le tante e diverse iniziative che si terranno in diverse città e più piccoli centri costruendo così il prossimo appuntamento nazionale del 19 gennaio contro la guerra e il razzismo.

indietro