Numero 55 - Novembre 2001

Congresso CGIL
Per una nuova piattaforma sindacale

Ferruccio Danini

Il Congresso confederale della Cgil è nella fase finale delle assemblee nei luoghi lavoro.
Il documento della seconda mozione "Lavoro società - cambiare rotta" sta realizzando un significativo risultato congressuale, ci attestiamo infatti nazionalmente attorno al 20%, sempre che negli ultimi giorni congressuali non accadano fatti clamorosi.
Si tratta di un risultato eccezionale, in quanto la sinistra sindacale ottiene la maggioranza in numerose categorie a livello territoriale e regionale e in molte Camere del Lavoro, con una presenza tra i lavoratori attivi di gran lunga superiore al 10%. Con questo congresso la sinistra sindacale consolida il suo insediamento sul piano generale nell'insieme delle categorie e sul piano generale. L'aspetto negativo del congresso è rappresentato dall'eccessivo peso burocratico dei funzionari nel sindacato, che sempre di più assumono una funzione autoreferenziale, conservatrice e di riduzione del libero confronto democratico.
Ancora in molti nella burocrazia del sindacato considerano il pluralismo un pericolo e il loro primo obiettivo è di ridurre e marginalizzare il confronto libero sulle varie opzioni sindacali.
In questo congresso il nostro contributo di analisi e di proposte ha avuto sempre come punto di partenza la lotta contro questo modello economico e sociale basato sui lavori liberisti, un modello che produce a livello mondiale ingiustizie, disuguaglianze insopportabili.
Non si possono considerare le logiche del mercato come un valore assoluto a cui condizionare l'insieme dell'iniziativa del sindacato, bisogna partire dalle condizioni reali in cui versano il lavoro, i salari, i diritti dei lavoratori.
E' evidente che le politiche di concertazione hanno garantito una lunga fase di tregua sociale ai governi di centro-sinistra, ma contemporaneamente, hanno prodotto la più seria crisi del sindacalismo confederale, frutto della pratica di accordi tesi oggettivamente a favorire lo spostamento a destra dell'asse politico.
La concertazione non solo è fallita, ma è oggi messa in discussione anche da destra, dalle scelte iperliberiste della Confindustria che vuole il controllo totale della forza lavoro, la fine del contratto nazionale di lavoro, il superamento dell'Art. 18 dello Statuto dei lavoratori, la libertà di licenziamento. Questa politica sostenuta direttamente dal Governo Berlusconi, assegna al sindacato un ruolo marginale e subalterno . Ecco perché, come sinistra sindacale della Cgil abbiamo assunto l'obiettivo dello sciopero generale come atto politico che sancisce la chiusura di una fase politico - sindacale e la conseguente nascita di una nuova fase in cui costruire una nuova piattaforma sindacale con carattere offensivo.
La battaglia della sinistra sindacale ripropone in tutta la sua evidenza un grande problema politico: quello della rifondazione di un sindacato di classe.
Il Congresso della Cgil sta inoltre svolgendosi in una fase internazionale complessa, determinata dall'attuale conflitto in Afghanistan, con l'Italia che ha deciso di entrare in questa guerra. In questo contesto il Governo Berlusconi vara una Finanziaria di guerra, che mette in discussione i diritti fondamentali dei lavoratori e attacca frontalmente lo stato sociale.
La contemporaneità del congresso della Cgil con quello dei DS si è dimostrata inoltre un grave errore politico, anche a fronte della deriva politica in cui è stato trascinato quel partito, culminata nel voto congiunto con il governo Berlusconi sulla guerra.
Siamo dunque dentro un congresso vero, duro, aspro, ma che si svolge su una scelta chiara: da una parte una maggioranza, che vuole proseguire le politiche di questi anni, politiche che non possono reggere l'impatto del cambiamento della fase economico politica e che senza una svolta strategica porteranno certamente il sindacato alla sconfitta politica; dall'altra parte la messa in campo di una innovata piattaforma sindacale per "cambiare rotta".
Non sempre siamo riusciti a far crescere la consapevolezza, anche tra i militanti iscritti alla Cgil, che questa battaglia per cambiare la linea del sindacato, è possibile, che oggi è possibile, oltre che necessaria, la riapertura del conflitto sociale.
Stiamo lavorando nella Cgil, a nostro parere con successo, per costruire un ampio schieramento pluralista e unitario della sinistra sindacale che lavora e lotta per la realizzazione di una nuova piattaforma sindacale.
Sulla base dei risultati che si stanno conseguendo in Cgil, oggi è certamente più credibile sviluppare con forza le scelte che abbiamo comunemente assunto nell'Assemblea nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici del Prc di Treviso.

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