Numero 55 - Novembre 2001

10 giornate del tesseramento
Un buon inizio

Milziade Caprili

Le dieci giornate del tesseramento quest’anno si sono svolte con modalità che hanno dato frutti evidenti e per più di un motivo. Intanto le feste e le assemblee del tesseramento hanno visto una larga partecipazione di compagne e compagni ed hanno attratto l’attenzione di molti che ci sono vicino e che in queste occasioni hanno avuto la possibilità di vederci da dentro, vedere come discutiamo di politica, come costruiamo occasioni per stare, con le feste, allegramente insieme.
Prima di tutto questo, ma poi anche il fatto di doverle organizzare queste feste e queste assemblee ha permesso alla questione del tesseramento di divenire impegno comune dei gruppi dirigenti e non una sorta di riserva per i cosiddetti addetti ai lavori e cioè quei compagni e quelle compagne a cui è solitamente demandato il compito di garantire le iscrizioni al Partito. Non è che manchino gruppi dirigenti che con diverse motivazioni considerano marginali questi impegni. Non mancano ma diminuiscono e questo è un gran bel segno. Come avrete visto dagli elenchi pubblicati da Liberazione sono stati molti i circoli sopra i cento iscritti nei quali si sono organizzate feste, assemblee, riunioni specifiche sul tesseramento. A questi circoli più grandi andranno aggiunti tutti gli altri che si sono mossi ed hanno costruito occasioni di iniziativa sul tesseramento e non solo ovviamente sul ritesseramento ma sui nuovi iscritti e le nuove iscritte. Si può dire che sia generalmente passata l’idea che in alcuni giorni, in dieci appunto, si possa concentrare una particolarissima attenzione sui temi connessi al radicamento del Partito. Così come dobbiamo mettere nel conto delle cose importanti il fatto che l’idea del tesseramento e del finanziamento al Partito sia stata particolarmente quest’anno collegata alla festa, alla cena, allo stare insieme con modalità spesso non molto praticate anche da noi. La gioia di stare assieme (non costretti magari, solo per una volta, a discutere del Comune o di una delle tante elezioni in campo) non ha significato, e tanto meno quest’anno, spensieratezza rispetto ai grandi temi sul tappeto ad iniziare da quello della guerra. Dobbiamo anzi dire con forza della grande e continua capacità di iniziativa che il nostro Partito ha avuto e sta dimostrando sulle questioni connesse alla guerra. Abbiamo fatto dunque con le dieci giornate del tesseramento una esperienza da valutare positivamente e di cui vogliamo discutere, senza reticenze, anche i punti di debolezza che si sono evidenziati, le zone non coperte, le situazioni pasticciate, le carenze organizzative della direzione e delle diverse realtà impegnate. Ora si tratta di capire bene come andare avanti, come continuare questo impegno, come concentrare attenzione politica e concreta iniziativa nell’opera di radicamento del Partito. E tutto questo nel vivo di una situazione politica in fermento dove abbiamo colto segni orami evidenti di disgelo e dove possiamo ogni giorno con sempre maggiore intensità valutare tuta la positività della scelta che a suo tempo abbiamo fatto circa la nostra presenza nel movimento. Lo stesso nostro V Congresso potrà essere una importante occasione di dibattito e non solo interno, una occasione per presentare al meglio il nostro Partito, la sua capacità di accogliere, valorizzandoli, tutti gli stimoli, le sollecitazioni, le critiche come gli apporti, che da più parti ci potranno pervenire. È segno di grande forza e di raggiunta maturità politica mettersi in discussione, lavorare per una profonda innovazione nella vita del Partito, innovazione che sia in grado di spingere avanti il Partito utilizzando al meglio il tanto lavoro buono di tanti compagni e tante compagne.

indietro