Numero 55 - Novembre 2001

Sempre ribelli
Seconda conferenza nazionale G.C.

Fabio Amato

La sfida della nostra costruzione è stata difficile e complessa, in un tempo dove la crisi della democrazia e della partecipazione, l’avanzamento delle destre e il progressivo scivolamento neocentrista della sinistra moderata sembravano dominare la scena, e con essi la possibilità stessa della politica come luogo della ricerca e strumento per la trasformazione sociale.

In questo tempo, negli anni che ci separano da Chianciano, abbiamo camminato domandando, mantenendo sempre l’impegno e la ricerca di coniugare la nostra impresa di creazione dell’organizzazione alla costruzione del conflitto, all’interlocuzione con i movimenti, all’apertura di uno spazio politico europeo e globale, alla sperimentazione di pratiche nuove.
Lo abbiamo fatto con le marce europee, i treni no global, la marcia zapatista, con le nostre campagne sulla precarietà, con la battaglia a difesa della scuola pubblica e della sua laicità. Abbiamo resistito all’onda lunga neoliberista, ai teoremi della fine della storia, a chi voleva ridurre la politica a pura amministrazione del presente. Testardamente abbiamo resistito e, in tutti questi anni, la nostra organizzazione ha definitamente costruito una sua specificità, politica ed ideale.

E abbiamo avuto ragione quando, dopo Seattle, abbiamo capito che qualcosa stava cambiando: la voglia di futuro di una generazione cresciuta nella precarietà e incertezza rompeva le gabbie del pensiero unico e apriva una nuova stagione di contestazione. Ci siamo con passione ed energia impegnati nel far sviluppare questo movimento, ascoltando e incontrando altre storie e lotte antiliberiste, e ne siamo usciti più forti e determinati. Lo dimostra il successo straordinario delle mobilitazioni, lo dimostra il ruolo che svolgiamo nella costruzione, a livello nazionale e locale, delle esperienze dei social forum, della costruzione di una nuova fase di mobilitazione e di lotta.
Se nelle ipotesi di lavoro della scorsa conferenza ribadivamo la necessità di passare dalla resistenza al progetto, costruendo il movimento, oggi questa non è più un aspirazione ma la realtà. Una nuova generazione ha sete di futuro e politica.

Ma dobbiamo sapere che se non saremo capaci di cambiare anche noi stessi, come abbiamo fatto praticando in questi anni la sperimentazione, non saremo capaci di incontrare quelle tante e tanti che sono stati con noi a Genova, Napoli, ma che poi non ritroviamo nelle nostre sedi.
Quella nuova generazione che irrompe nella scena della politica, che ha animato le straordinarie mobiltazioni contro la guerra della Perugia Assisi e del 10 Novembre a Roma. Quella generazione che insieme a noi ha disobbedito alla guerra nelle scuole e università italiane.
Verso il movimento, quindi, per rafforzare e costruire l’organizzazione.
Con questo spirito lo scorso coordinamento nazionale ha deciso di avviare il percorso per la conferenza.
Un percorso che sappiamo essere lungo, che ha l’obiettivo di una discussione che sia la più approfondita e diffusa possibile. Dentro e fuori di noi. Con un confronto aperto con il Partito e il movimento.
A fine mese verranno rese pubbliche le tesi, che discuteremo in attivi e poi in un assemblea nazionale che si terrà il 22 e 23 Dicembre in Umbria. Le conferenze saranno poi tenute ad Aprile, dopo il congresso del Partito, per far si che tutte e tutti gli iscritti ai GC siano coinvolti, partecipi di questa conferenza che non vogliamo sia ordinaria amministrazione, pratica formale, discussione autoreferenziale fra gruppi dirigenti, ma una parte e un contributo sostanziale alla Rifondazione Comunista.

Vorremmo, con questo percorso, attraversare e far attraversare la nostra riflessione da questa stagione di ripresa del conflitto sociale, fare questi passi per costruire, insieme ai Giovani Comunisti, quel nuovo alfabeto della trasformazione e del comunismo, per l’altro mondo possibile.

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