Numero 53 - Settembre 2001
Benvenuti a Roma
Fausto Bertinotti
Benvenuti a Roma, care compagne e cari compagni !
Questanno la manifestazione nazionale del nostro partito ha un
significato particolare.
Levento drammatico e sconvolgente degli attentati che hanno colpito
New York e Washington, le migliaia di vittime causate ci parlano di
una logica di guerra distruttiva che investe ormai lordinaria
quotidianità. Quando fenomeni di tale enorme distruttività
prendono il sopravvento, la prospettiva che si affaccia è sempre
quella della notte della politica. Con grande forza e determinazione,
diciamo no a ogni tipo di fondamentalismo politico, religioso , imperiale
e a ogni spirale distruttiva che si innesti su di essa. Oggi, ancora
di più, pensiamo che lunico antidoto alla violenza sia
la partecipazione politica e il protagonismo di massa. Pensiamo che
il movimento contro la globalizzazione capitalistica rappresenti una
possibilità per avviare un processo di critica dellesistente
e di trasformazione delleconomia e della politica che può
dare una speranza di uscire dalla logica impazzita della guerra e della
distruzione.
Veniamo da un anno intenso, durante il quale abbiamo superato prove
difficili.
La più ardua, in cui si è cercato di mettere in discussione
la possibilità per una forza comunista, fuori dallo schema bipolare,
di avere una rappresentanza parlamentare, è stata superata. E
stata superata, malgrado lattacco concentrico contro il partito,
malgrado il restringersi degli spazi di agibilità e visibilità
politica, malgrado limbroglio delle liste civetta.
Rifondazione Comunista è stato lunico partito, fuori dallo
schema bipolare ad avere eletti in Parlamento, lunica, oltre ai
più grossi partiti e aggregazioni (quelli che nel 1996 avevano
superato il 10% dei voti), ad aver oltrepassato il quorum.
Abbiamo difeso la nostra autonomia per non piegarci alla subalternità
politica e culturale al centro sinistra, come hanno fatto altri, giunti
fino a chinare la testa di fronte alla cosa più grave , la guerra.
Abbiamo difeso le ragioni di una contrapposizione frontale alle destre
e, al tempo stesso, quelle di una critica radicale alle politiche del
centro sinistra.
Abbiamo tenuto fermo un punto di vista critico sul capitalismo e , al
tempo stesso, mantenuta aperta una ricerca sulla rifondazione comunista.
Abbiamo scommesso sul fallimento delle politiche di centro sinistra,
non solo in Italia, quelle politiche che si proponevano ambiziosamente
di guidare la globalizzazione capitalistica e che, inevitabilmente,
sono state sussunte sotto la sua egemonia.
Abbiamo investito, anche quando alcuni grilli parlanti di certa intellettualità
della sinistra liberale ci irrideva, sulla crisi del pensiero unico
del modello neoliberista e sulla ripresa del conflitto sociale.
Abbiamo avuto ragione !
E grazie a quelle scelte che Rifondazione Comunista è,
non un interlocutore, ma parte integrante del movimento contro la globalizzazione
neoliberista. E grazie a quelle scelte che Rifondazione Comunista
a Porto Alegre era presente, non come invitata, come altri partiti e
organizzazioni politiche, bensì con propri delegati, assieme
ad altre centinaia di associazioni, comitati, movimenti di tutto il
mondo.
Abbiamo avuto ragione anche quando abbiamo individuato nelle politiche
del centro sinistra, la causa principale della vittoria delle destre
alle elezioni politiche.
Quando si gareggia con le destre sul medesimo terreno imposto dal neoliberismo
e si continua a riproporre testardamente le medesime politiche concertative,
responsabili in questi anni della diminuzione costante del potere di
acquisto dei salari e delle pensioni e, al contempo, della perdita di
diritti dentro i posti di lavoro e nella società, si determina
una crisi di rappresentanza, un vuoto drammatico che crea sfiducia,
smarrimento, perdita della coscienza di sé e facilita la penetrazione
delle destre nei settori popolari.
Ci sono le condizioni oggi per aprire una pagina nuova.
Le destre, arroganti vincitrici delle elezioni politiche, temono il
riproporsi del conflitto sociale, il neoliberismo trionfante dellultimo
decennio ha perso la propria forza attrattiva ed emergono con sempre
maggiore chiarezza i disastri che produce sia dal punto di vista sociale
che ambientale. Nuovi soggetti avanzano una critica radicale al neoliberismo,
pur partendo da punti di vista, culture, pratiche differenti.
Questi soggetti hanno cominciato a riconoscersi, incontrarsi, contaminarsi,
hanno avuto la capacità di individuare gli avversari comuni,
ovvero gli organismi apparentemente tecnici, quali la Banca mondiale,
il Fondo monetario internazionale, lOrganizzazione mondiale per
il commercio, senza alcuna legittimazione democratica, i medesimi che
impongono ai Paesi del Sud del mondo le cosiddette ricette di adeguamento
strutturale, in pratica privatizzazioni e massacro sociale, e
ai Paesi del nord del mondo, in Europa in particolare, di distruggere
lo stato sociale e i diritti conquistati in decenni di lotte operaie
e democratiche.
Attraverso percorsi autonomi, seguendo il filo delle proprie esperienze
sul campo, gruppi, movimenti, associazioni cattoliche, di altre fedi
e culture si incontrano e si contaminano con quelle laiche, comuniste,
con i pensieri e le pratiche della differenza di genere, con un nuovo
ecologismo che arriva a criticare lidea del cosiddetto sviluppo
compatibile, con la critica alla guerra, ai suoi meccanismi e ai suoi
riti, alla NATO, come gendarme dellordine mondiale imposto dallimpero
del neoliberismo a guida USA.
Proponiamo una costituente dei movimenti, di lavorare per una Porto
Alegre italiana, per una piattaforma comune antiliberista per lEuropa.
Lo sviluppo dellopposizione sociale al governo delle destre è
il lavoro intenso che ci aspetta nelle prossime settimane, a partire
dalla critica radicale alle misure del governo, tutte indecentemente
a vantaggio delle imprese e dei grandi patrimoni, anche quelli illegalmente
esportati, e dalla proposta di una piattaforma sociale da contrapporre
a quelle misure che parta dallassunzione di un punto di vista
alternativo.
Su questa piattaforma cerchiamo il confronto con le altre forze politiche
del centro sinistra, sfidiamole a rompere con il grumo di interessi
rappresentato dalla connessione di ampi settori di tale schieramento
con la Confidustria e che è rappresentato dalle sirene che chiamano
allintesa bipartisan con le destre.
Più importante di questo, torniamo a casa dopo la manifestazione
nazionale e svolgiamo iniziative in tutte le città, grandi e
piccole, nei luoghi di lavoro, allacciamo contatti, svolgiamo confronti,
allacciamo alleanze con realtà di movimento, comitati, associazioni,
arricchiamo questa piattaforma localmente.
Scommettiamo e investiamo per la connessione del movimento contro la
globalizzazione capitalistica con il riemergere della questione sociale,
con le lotte operaie, dei lavoratori metalmeccanici e delle altre categorie
per il contratto.
Care compagne e compagni, solo dieci anni fa, la scommessa di Rifondazione
Comunista sembrava improba: la vittoria scintillante del pensiero unico
della globalizzazione neoliberista accecava gli occhi a molti. Venivamo
descritti, dai più ostili commentatori, come vecchi e nostalgici,
da quelli un po più generosi, come eredi di una storia
importante ma ormai conclusa.
Dopo dieci anni, si dimostra come la ripresa di un nuovo conflitto sul
terreno culturale, sociale e politico guarda a chi ha mantenuto un punto
di vista critico e lavorato per mantenere aperta la strada allalternativa.
La radicalità di questo nuovo conflitto di classe guarda, quindi,
a noi.
Dopo dieci anni, la nostra scommessa è ancora difficile e sentiamo
tutti interi i nostri difetti e i nostri limiti. Ma il percorso che
abbiamo indicato, quello della rifondazione di un autonomo e nuovo partito
comunista di massa, è la strada giusta, una strada feconda da
percorrere senza chiusure settarie, aprendo sempre di più le
nostre iniziative e le nostre sedi al confronto e alla ricerca con le
altre culture e movimenti che si interrogano come noi e cercano la costruzione
di unalternativa.
Buon lavoro a noi, care compagne e cari compagni!
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