Numero 51/52 - Giugno Luglio 2001

Voto e organizzazione un contributo dal Molise

Un partito strutturato e radicato
ha un ritorno in voti e in tessere

Il risultato delle elezioni politiche del maggio 2001, hanno evidenziato inequivocabilmente in Molise, e in special modo nella federazione di Campobasso, il nesso tra organizzazione del Partito, radicamento nel territorio, iniziativa politica e risultato elettorale. Il Molise è una regione piccola (330.000 ab.) che per sua natura è divisibile in tre aree omogenee: la provincia di Isernia (alto Molise), il medio Molise che si raccoglie intorno a Campobasso e il basso Molise che comprende i territori che dal lago di Guardialfiera arrivano sino al mare Adriatico (Termoli). Sono tre aree, dicevo, omogenee per vocazione produttiva, struttura sociale ed economica. Concentrerò la mia attenzione sulle aree che compongono la Federazione di Campobasso, e quindi medio e basso Molise. Un dato subito salta agli occhi: la federazione di Campobasso, prima delle elezioni politiche, raggiunge i 435 iscritti sui 392 del 2000, attestandosi al 110%. Partendo da questo dato, e per comprendere meglio il nesso tra presenza strutturata del partito nel territorio e risultato elettorale, possiamo avanzare una prima analisi sulla geografia del Partito nelle due aree prese in considerazione: nell’area cosiddetta del medio Molise, il cui centro è Campobasso, e il cui collegio è formato da 41 comuni, esistono 5 circoli organizzati con 118 iscritti, la metà dei quali è concentrata a Riccia (60) e dove emerge il basso numero di tesserati nella città di Campobasso (26). I circoli rimanenti sono tutti comuni dell’interland campobassano, che hanno subito un forte calo demografico nel corso del secolo passato e che continuano a convivere con questa problematica. Considerate le peculiarità demografiche di questi comuni possiamo ben dire che anche un risultato plebiscitario non avrebbe avuto nessun effetto sul dato percentuale e assoluto del collegio. Il risultato elettorale in questa area si caratterizza come voto di opinione, poiché la presenza organizzata del Partito è pressoché irrilevante di fronte alla moltitudine di piccoli paesi (a volte anche di 500 ab.) che ne vanno a formare il collegio. Sia il dato assoluto che quello percentuale (2207 voti corrispondenti al 3,3%) sono il riflesso dello scarso radicamento del Partito nel territorio, che in qualche modo ci ha impedito di contrastare il richiamo al voto utile negli ultimi giorni di campagna elettorale. La prova è che nei comuni di questo collegio dove esistono circoli organizzati, la percentuale dei voti sale da 3,3% a 4,92%, con un incremento di quasi 2 punti %. E nei circoli del collegio che hanno incrementato i tesserati si assiste anche ad una crescita del Partito in termini di voto. Un esempio è il circolo di Riccia, di nuova costituzione, dove alle elezioni europee eravamo pressoché inesistenti mentre alle politiche prendiamo 130 voti con il 3,90 %. Il circolo inoltre si è dato una buona organizzazione, provvedendo con l’autofinanziamento all’acquisto di un PC, all’organizzazione della festa del 25 Aprile e con una visibilità costante durante tutta la campagna elettorale. Arriviamo ora alla città di Campobasso. Rispetto alle precedenti elezioni anche a Campobasso si ha un incremento sostanziale di voti nell’ordine di 1135, cioè quasi il doppio rispetto alle elezioni regionali. Alla base di questa crescita vi è la volontà da parte dei gruppi dirigenti locali di concentrare maggiori energie sulla città capoluogo. Energie profuse nell’incontrare la gente nei quartieri, soprattutto popolari, nei luoghi di lavoro, con un evidente risultato: oltre ad incrementare i voti in quelle sezioni, abbiamo avuto, durante la campagna elettorale, numerose richieste di tesseramento che ci fanno ben capire quanto sia redditizia la proiezione esterna del Partito. Perché abbiamo concentrato maggiori energie nella città capoluogo? La risposta non richiede grosse analisi: la città di Campobasso rappresenta il 23% (in termini di votanti) dell’intero collegio, mentre rappresenta il 19,5% del totale dei voti del PRC. Si evince, quindi, che un risultato positivo in termini di voto trascinerebbe in alto la percentuale dell’intero collegio. In realtà la prospettiva era giusta, ma il risultato non è stato conforme alla prospettiva. Le motivazioni si possono ascrivere alla scarsa organizzazione del circolo, ad una campagna tesseramento fiacca (26 iscritti su 48 del 2000 corrispondono al 54%), e ad una scarsa presenza sul territorio, sia in termini di iniziativa politica, che di comprensione dei processi reali della società campobassana. Questo ha fatto sì che allo sperato trascinamento in alto si è opposto un effetto trascinamento verso il basso di tutto il collegio. Fenomeno, questo, comune a tutte le città del Molise, anche se con sfaccettature diverse. È doveroso dire che la campagna elettorale ha segnato un punto di rottura con il passato a Campobasso, e ha rimesso in moto i meccanismi della politica, del confronto e dell’indagine sul territorio, processi tutt’ora in atto e che dovranno attendere ad una verifica. Se dal medio Molise ci spostiamo nel basso Molise, abbiamo una realtà completamente diversa e che evidenzia il legame tra radicamento del Partito nel territorio e risultato elettorale. Il collegio Termoli-Larino è composto da 38 comuni in 9 dei quali esiste una struttura organizzata del Partito. I nove circoli esistenti raccolgono 317 tesserati che corrispondono al 72,87% degli iscritti nella federazione di Campobasso. I comuni dove è presente il circolo sono tra i più grandi del Molise (media di 5000 ab.). L’area è caratterizzata da una forte concentrazione industriale (vedi FIAT di Termoli), da una agricoltura di tipo estensiva nell’interno e intensiva nella piana del Biferno e da un turismo balneare di tipo locale. È forte, in questa area, il radicamento del PRC, la capacità di interazione con la società e di iniziativa politica, dall’elettrosmog alla lotta contro la mercificazione dell’acqua, dalla presenza nei comitati cittadini a Termoli al problema della casa. Nel corso della campagna tesseramento 2001 i circoli appartenenti a questa area hanno registrato un deciso incremento che ha avuto immediato riscontro nel dato elettorale. Infatti nel collegio Termoli-Larino prendiamo 3.406 voti, che corrispondono al 5%, percentuale ben al di sopra di quella regionale. Anche in questo caso nei comuni dove esiste una struttura organizzata del Partito la percentuale passa dal 5% al 6,2% (dato relativo ottenuto dalla media delle percentuali voti ottenuti nei comuni dove è presente il circolo). Ma qui la rete costituita dai circoli è stata capace di iniziative al di fuori del proprio ambito comunale, anche se rimane prevalente il voto d’opinione. Come per Campobasso, anche Termoli, pur incrementando i voti (827 voti 4,24% circa il doppio rispetto alle Regionali) ha un effetto trascinamento verso il basso per tutto il collegio, poiché rappresenta il 13,7% degli elettori e il 14,22 degli elettori di Rifondazione. Possiamo comunque inserire Termoli in una tendenza positiva, perché anche in questo circolo ad una forte ripresa dell’iniziativa politica e del tesseramento ha corrisposto un incremento sostanziale di voti. Dalla analisi complessiva emerge che dove il Partito è ben strutturato e organizzato, si ha un ritorno sia in termini elettorali che di iniziativa politica; il tesseramento è funzionale al radicamento del Partito sul territorio e alla sua capacità di intercettare le istanze che provengono da esso. L’obiettivo primario diventa, quindi, quello di costruire una rete di circoli omogeneo su tutto il territorio molisano. Una rete che sia capace di porsi come interlocutore privilegiato di quei soggetti che più di altri subiscono i danni della ristrutturazione capitalistica, soprattutto in una regione, il Molise, che ha come punti di forza la tradizione, le aree incontaminate e le produzioni di qualità, sia agricole che artigianali, che vanno a formare quel mercato di nicchia che è la risposta più forte al mercato globale. L’obiettivo di costruire un partito di massa passa necessariamente attraverso il consolidamento e l’incremento degli iscritti e dalla nostra capacità di intervento nei processi sociali ed economici che determinano la vita delle collettività.

Giovanni Mammarella
Segretario della federazione di Campobasso

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