Numero 51/52 - Giugno Luglio 2001

XIV Congresso della CGIL

Le ragioni di un documento alternativo

La maggioranza della CGIL dopo molte indecisioni, un rinvio formale, ad oltre un anno e mezzo da quanto previsto dalle norme statutarie, ha finalmente deciso di avviare l’iter congressuale per lo svolgimento del XIV Congresso Confederale.
Le assemblee di base si svolgeranno a partire dal 18 settembre e il Congresso nazionale si terrà a partire dal 6 febbraio 2002.
Il direttivo confederale del 27 e 28 luglio varerà i documenti congressuali e le regole per il confronto congressuale.
Le compagne e i compagni della sinistra sindacale che fanno riferimento a “Lavoro Società – cambiare rotta” dopo aver insistito e sostenuto nelle commissioni congressuali l’esigenza di una svolta profonda delle politiche del sindacato ed avendo ricevuto una risposta negativa hanno deciso di presentare un documento congressuale completamente alternativo alle politiche realizzate dal sindacato in questi anni.
Da tempo contestiamo ed abbiamo contrastato le scelte adottate dalla maggioranza della CGIL che hanno nei fatti aggravato e peggiorato la condizione materiale dei lavoratori, dei giovani, dei pensionati. Noi traiamo dunque da queste politiche un bilancio sociale negativo. E’ necessario superare la logica ispiratrice di questa politica che è quella compatibilista con i processi e nei fatti subalterna alle politiche padronali e governative.
Siamo contro questo modello di sviluppo basato su valori liberisti, che vedono l’impresa come il soggetto principale dello sviluppo a cui subordinare salari, condizioni di lavoro, flessibilità e diritti dei lavoratori.
Le politiche “concertative” sono finite con il diventare una camicia di forza per i lavoratori ed il sindacato, l’iniziativa di contrattazione del sindacato si è sempre di più centralizzata, per questa via si è desertificato il conflitto e neutralizzata ogni capacità autonoma di iniziativa dei lavoratori nelle imprese, facendo progressivamente perdere al sindacato ogni capacità autonoma di iniziativa e di elaborazione.
La CGIL in questi anni è stata subalterna alle politiche di governo, al centro sinistra, sino a diventare una appendice del governo stesso e referente politico della sinistra moderata.
Ancora in questi giorni, malgrado la sconfitta elettorale del centro sinistra e la vittoria del centro destra, la CGIL non intende cambiare linea, addirittura il suo Segretario Generale avanza a questo governo la continuazione delle politiche di concertazione.
Il gruppo dirigente della CGIL dunque non intende realizzare una svolta nelle politiche del sindacato: malgrado il bilancio sociale negativo di tali politiche, si intende pervicacemente continuare su questa strada, non si vuole trarre lezione, fare un serio bilancio di una stagione, prendere atto del fallimento di una politica, comprendere che si è concluso un ciclo della politica generale del sindacato durata circa un decennio, iniziato con il taglio della scala mobile e conclusosi con la vittoria delle destre.
Tocca allora a noi, a quelli che Bertold Brecht chiamava ironicamente “quelli che stanno dalla parte del torto”, avanzare una innovata proposta politico sindacale, batterci per realizzare una svolta nelle politiche della CGIL, far irrompere nel sindacato una nuova generazione di lavoratori provenienti dai luoghi di lavoro e che oggi si battono contro i processi neoliberisti.
Ecco perché il congresso della CGIL è politicamente importante, si tratta di condurre una battaglia a fondo, con l’obiettivo primario di migliorare le condizioni materiali del mondo del lavoro, per tali ragioni si volge sulla base di documenti politicamente sindacalmente alternativi, perché siano chiare le opzioni che sono in campo: da una parte la continuità delle politiche di questi anni e da parte nostra la svolta, la messa in campo di una nuova piattaforma sindacale all’altezza dei problemi dell’oggi.
L’attuale maggioranza intende continuare con le politiche di concertazione nell’alveo degli accordi del luglio ’92-’93, magari con qualche piccolo aggiustamento, continuare con le politiche moderate e subalterne di questi anni. Per parte nostra come “Lavoro e società – cambiare rotta” mettiamo in campo una innovativa proposta sindacale, che prende atto del fallimento di questa politica e punta decisamente ad una ripresa di autonomia, dallo sviluppo di una iniziativa capace di contrastare la globalizzazione liberista che rimetta al centro i temi dell’occupazione, del lavoro, del salario, degli orari, dello stato sociale in una dimensione sempre più europea e internazionale.
La nostra proposta sindacale, nel fare il bilancio delle politiche di questi anni, sottolinea come siamo di fronte ad un bilancio sociale negativo: i salari dei lavoratori e dei pensionati non soltanto non sono stati difesi e tutelati ma hanno perso in maniera consistente. Nei giorni scorsi l’Istat ricordava che dal 1993 ad oggi nel solo rapporto tra inflazione programmata e quella reale i lavoratori hanno avuto perdite salariali da alcuni milioni a decine di milioni nel decennio.
In questi anni si è sostituito lavoro stabile con lavoro precario, sino al punto che la forma di assunzione prevalente oggi sono i contratti a tempo determinato, si è nei fatti sostituito lavoro stabile con lavoro precario.
Nello stesso periodo i padroni si sono arricchiti come non mai nel passato, con profitti che, come ricorda la Banca d’Italia, sono stati di oltre il 46% lo scorso anno a cui bisogna aggiungere sgravi contributivi per le imprese pari al 9%.
Siamo in sostanza in presenza di un enorme trasferimento di reddito dai lavoratori alle imprese e al profitto e alla rendita.
Oggi i padroni, dopo aver incassato anni di pace sociale, puntano decisamente a divaricare ulteriormente le disuguaglianze sociali, a dare il benservito al sindacato e rivendicano il superamento del contratto collettivo nazionale di lavoro per sostituirlo con il contratto individuale e, dulcis in fundo, intendono avere totale mano libera e quindi sfondare anche sul terreno dei licenziamenti.
Nel Paese oggi siamo di fronte: ad un governo di centro destra, con ministri ex repubblichini di Salò, ad una Confindustria forte ed arrogante che a Parma nella sua assemblea annuale si è presentata al Paese come “classe generale” avanzando un vero e proprio manifesto neoliberista, costruendo per questa via un asse forte con il governo Berlusconi, mentre i rapporti tra le Confederazioni sindacali sono al minimo storico anzi siamo in presenza di accordi separati tra i sindacati sia in importanti enti locali, come a Milano e Parma, che in significative aziende come alla Zanussi e alla Fiat di Cassino.
Di fronte a tale situazione, che potremmo semplicemente ed onestamente definire disastrosa, il gruppo dirigente della CGIL , a partire dal suo Segretario Generale, Sergio Cofferati, non solo non prende atto del fallimento di una politica, ma al contrario rilancia la politica della concertazione proponendo al governo Berlusconi di adottare il modello Aznar, ossia una concertazione in cui gli elementi di flessibilità e di riduzione dei diritti sono ulteriormente accentuati.
Ecco l’ulteriore dimostrazione che è urgente e necessaria la svolta, il Congresso della CGIL deve riuscire a conseguire tale obiettivo e ridefinire una innovata piattaforma sindacale.
Cambiare la linea politica del sindacato è oggi una esigenza prioritaria, se vogliamo impedire un ulteriore peggioramento delle condizioni materiali dei lavoratori, dei giovani, dei pensionati; le condizioni ci sono, da tempo è in campo una piattaforma sindacale, quella che abbiamo presentata al Teatro Nuovo di Milano nel mese di novembre dello scorso anno.
Nel Paese sta crescendo un nuovo protagonismo dei lavoratori e questa piattaforma è già oggi capace di raccogliere e dare respiro alle iniziative di movimento, a partire dai lavoratori della Zanussi, della Fiat, della Mc Donald’s, a quelli della scuola, dei servizi, della sanità.
Deve crescere tra i militanti di Rifondazione Comunista iscritti alla CGIL la consapevolezza che è necessario un impegno diretto in questa battaglia politica, un impegno nella lotta politica nel Congresso al fine di sostenere una piattaforma sindacale antagonista alle scelte che sino ad oggi hanno prevalso, diversamente sono forti i pericoli di un ulteriore arretramento delle condizioni sociali e materiali del mondo del lavoro.
Abbiamo in questi anni lavorato nella CGIL per costruire sul versante dell’iniziativa sindacale un fronte ampio, politicamente plurale, abbiamo definito nei suoi lineamenti generali una innovata piattaforma sindacale: è necessario che questa proposta consegua un importante risultato congressuale al fine di realizzare quella massa critica capace di conseguire la necessarie svolta nelle politiche del sindacato..

Ferruccio Danini

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