Numero 49/50 - Aprile Maggio 2001

G8... di massa!

Palloncini con il sangue infetto, cannoni frantumagrandine che sparano letame, calata degli unni con conseguente rottura di vetrine e monumenti. Così i servizi segreti, assecondati dai mass media, hanno cominciato la loro campagna di terrore per giustificare la blindatura di Genova durante il summit del G8. L’on. Frattini, ha dato voce alle pulsioni più fantasiose dei nostri 007 cercando al contempo di dividere i contestatori in buoni e cattivi. La verità è che il “Popolo di Seattle” è ben più serio delle macchiette con cui buona parte della stampa lo dipinge. Sono le sue parole d’ordine antineoliberiste a stonare nel coro del pensiero unico e delle magnifiche sorti e progressive del libero mercato. Berlusconi ci tiene a far bella figura e già si vede come gran ciambelliere dei potenti della terra, ma teme la piazza e per questo sta freneticamente lavorando per creare in Genova una zona inaccessibile a tutti, genovesi compresi. Alcuni risultati positivi il solo annuncio della mobilitazione li ha già ottenuti: a Barcellona è stato soppresso il foro originariamente programmato alla fine di Giugno dalla Banca Mondiale; lo shopping in centro a Genova delle first lady cancellato dal programma; George Bush junior, sentendo l’aria che tira, ha rifiutato la confortevole reggia messa a disposizione dal governo italiano optando per la più spartana ma sicura base Usa di Camp Derby dove trascorrere le sue notti italiane. 
Rifondazione Comunista ha da tempo fatto la scelta di convogliare gli sforzi che normalmente servono per costruire la nostra manifestazione nazionale per supportare la mobilitazione internazionale del movimento antiglobalizzazione. Per la sinistra sarà inoltre la prima prova di piazza con la destra al governo, quella che Fausto Bertinotti ha definito giustamente “il laboratorio di Genova”.
Primo nostro obiettivo è quello di battere la paura. La campagna di criminalizzazione e di terrorismo psicologico portata avanti da governo e mass media ha sia l’obiettivo di scoraggiare la gente a recarsi a Genova nei giorni del vertice, sia quello di sollevare un muro di diffidenza dei suoi abitanti nei confronti della folla di contestatori che arriverà da tutta Europa. Combattere la paura significa far capire ai lavoratori, alle donne, ai giovani della necessità d’invadere pacificamente il capoluogo ligure, far sentire il fiato sul collo dei potenti di quella gran parte dell’umanità condannata alla povertà ed alla esclusione sociale. Significa delegittimare il G8, vero e proprio governo abusivo del mondo, dove vi si accede per censo, vera faccia autoritaria della globalizzaione. Nell’agenda dei grandi vi sono quisquiglie come il faraonico scudo stellare di Bush, il rifiuto americano di accettare i protocolli di Kyoto sull’ambiente e di non firmare il trattato per il bando delle armi biologiche. Il G8 è una struttura irriformabile, in contrasto con ogni norma del diritto internazionale, la cui attivazione e potere è parallela alla caduta verticale di prestigio e potere delle Nazioni Unite.
Tre saranno le giornate più significative della mobilitazione anti-G8: il 19 Luglio nel pomeriggio la manifestazione dei migranti mentre il dopocena tavola rotonda organizzata dalla Gue (nel nostro gruppo al parlamento europeo) con Fausto Bertinotti e parlamentari di diversi paesi europei. Il 20 Luglio, oltre alle sessioni del controvertice, si cingerà d’assedio la zona del summit con catene umane e contestazioni varie (in programma anche uno sciopero dei lavoratori genovesi). Il 21 Luglio la manifestazione internazionale, con un corteo che attraverserà la città. Dovremo essere in tanti a portare la voce dell’umanità contro quella del profitto e del liberismo selvaggio. Una pacifica e colorata invasione di massa destinata a restituire Genova alla parte più viva del pianeta. Quella che da Seattle a Porto Alegre si batte perché un altro mondo è possibile.

Alfio Nicotra

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