Partito di massa
Partito di massa - Febbraio 2001

Perchè la politica torni a parlare del nostro futuro

IL VOTO UTILE PER I GIOVANI

Non sappiamo ancora la data delle elezioni, ma di certo possiamo dire che la campagna pubblicitaria di centro destra e centro sinistra è cominciata da tempo. Le pubbliche affissioni non hanno più spazi per i prossimi mesi, cerone e brillantina ci regalano volti puliti mentre l’informazione, su carta e in televisione fa da cassa armonica alle operette immorali di una politica venduta al banco dei pegni della new and old economy. 

I programmi elettorali sono formule magiche, i maghi sostituiscono il voto coi sondaggi e la vittoria del confronto elettorale sembra determinare la nascita del “Paese delle meraviglie”. Il disincanto per la politica (come mostra il dato sull’astensione negli ultimi anni) trova sempre nuovi motivi nello spettacolo che viene offerto. Il disinteresse è la prima questione con cui il Partito della Rifondazione Comunista dovrà fare i conti. Interroghiamoci sulle giovani generazioni: perché dovrebbero votare ed esprimere una preferenza per il nostro Partito? Molto dipende da quello che sui territori, nei luoghi di studio e di lavoro si è prodotto in questi anni, ma le elezioni sono un momento straordinario di iniziativa delle giovani comuniste e dei giovani comunisti. 

In questi anni abbiamo assistito ad un’offensiva violentissima nei confronti delle condizioni giovanili, nelle scuole, nelle università e sui luoghi di lavoro, e nei nostri quartieri gli spazi liberi di socialità si sono ristretti se non addirittura scomparsi (ci si incontra sempre più spesso sotto le insegne di un McDonald’s o di un centro commerciale). 
La condizione materiale ha subito processi di cambiamento strutturale in senso peggiorativo a cui ci siamo opposti rifiutando la pacificazione concertativa del Governo. Basterà questo a superare il disinteresse? No, abbiamo bisogno di connettere la nostra iniziativa politica sulle questioni internazionali e la globalizzazione capitalistica con la questione dei diritti. La nostra campagna elettorale deve avere un connotato completamente diverso da quello dei due schieramenti. La costruzione dei comitati contro il G8 che si terrà a Genova in luglio, deve vivere come elemento distintivo, di radicamento e consenso. La preparazione e la partecipazione a Praga e Ventimiglia (a Nizza non hanno voluto che arrivassimo) ha richiamato simbolicamente al conflitto centinaia di giovani nel nostro Paese, si tratta ora di non perdere relazioni, ma di ampliarle agli altri soggetti sociali che hanno partecipato solo in parte agli appuntamenti. I giovani precari che abbiamo incrociato nei presidi davanti ai McDonald’s, che hanno scioperato e oggi si organizzano in un coordinamento nazionale. 

Questo, ci permette di analizzare una condizione e di elaborare risposte sia sulle condizioni di lavoro, sia sulla relazione tra cibo e salute. La campagna elettorale deve parlare dei risultati ottenuti sul fronte delle mobilitazioni che in Italia e in Europa ci hanno visti protagonisti. Le proposte sulla scuola e sull’università devono tenere conto della trasformazione in regime di autonomia e privatizzazione. Ripensare la connessione tra studio e arte alla luce delle nuove disposizioni in materia di proprietà intellettuale.

Su questi temi, strettamente connessi alla vita, e allo stile di vita, vogliamo discutere con i giovani che incontreremo durante la nostra campagna elettorale. E il voto giovanile al nostro partito è utile, due volte utile. Da una parte perché noi siamo rimasti i soli, nella desolazione del politicismo e dell’elettoralismo, a parlare della politica per la trasformazione dell’esistente, e già oggi un giovane su due (secondo un’indagine Censis) ha incertezza del proprio futuro, dall’altra perché il voto giovanile deve dare un segnale forte a chi ha governato fino ad oggi, dal Polo al Centrosinistra, perché la politica torni a parlare delle grandi scelte e del futuro, e contro le politiche neoliberiste che hanno distrutto per i giovani la possibilità di pensarsi in un mondo migliore.

 

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