Libere e protagoniste delle scelte per la nostra
vita
IL VOTO UTILE PER LE DONNE
La politica è sempre più lontana dai problemi della vita materiale, dall’esistenza quotidiana di donne e di uomini. I bisogni concreti, le aspirazioni, i desideri non trovano più spazio da nessuna parte: la politica non ne parla o, se ne parla, lo fa soltanto per dimostrare delle tesi preconcette, per lo più contrarie agli interessi di quante e quanti devono arrabattarsi per cavarsela nella vita.
Il grande tema del lavoro lo dimostra. Quando se ne parla è solo per dire che serve più flessibilità e che bisogna eliminare qualche altro diritto di chi lavora. Ma chi parla ormai delle lotte e delle rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori? Un silenzio infinito li circonda.
Il teatrino della politica domina la scena pubblica, con attori di pessima qualità che si scambiano le parti in commedia e sembrano sempre molto più interessati alle loro carriere personali che a risolvere i problemi della società. Le donne lo sanno bene. Sanno che la politica è lontanissima dalla loro vita mentre sulla loro quotidianità ricadono le difficoltà, i problemi, le contraddizioni crescenti dell’oggi. Perché allora, in queste condizioni, le donne dovrebbero votare? L’astensione è una tentazione forte, un modo per esprimere non solo il disagio ma anche un giudizio negativo sulla politica dominante.
Ma sono proprio le donne quelle che, in questo crescente scollamento della politica dalla vita quotidiana, hanno tutto da perdere. Sull’astensione delle donne, sul loro distacco dalla partecipazione democratica, sul loro ripiegamento nella dimensione privata e personale, cresce a dismisura la cultura delle destre: quella che vuole rimettere in discussione diritti e conquiste delle donne, che vuole cancellare la legge 194, che vuole eliminare il welfare state concedendo in cambio qualche elargizione di denaro alle famiglie bisognose.
Tutto questo significa per le donne un aumento della fatica, a casa e fuori casa; significa un allargamento della funzione familiare, che le priva dei loro diritti e favorisce quell’infinito parcheggio domestico dei ragazzi e delle ragazze che uccide il futuro delle nuove generazioni.
La destra riempie il vuoto di politica con la demagogia, con l’ideologia del razzismo e della xenofobia, con una cultura autoritaria e plebiscitaria che impedisce la convivenza tranquilla, l’accoglienza, la solidarietà.Per questo è necessario un rinnovato e straordinario nuovo impegno politico da parte delle donne: una riscoperta della politica come grande risorsa di democrazia, civiltà, cambiamento, non soltanto come decisione di andare a votare.
Nella riscoperta di una politica così intesa le donne possono incontrare il partito della Rifondazione comunista, convincersi che il voto al Prc è quello meglio speso, quello più utile per loro e per la loro vita.
Rifondazione comunista mette al centro della sua politica la difesa del lavoro, quindi delle lavoratrici e dei lavoratori. E’ l’unico partito che dà spazio, visibilità, appoggio alle lotte del lavoro, ai diritti del lavoro, che parla ancora di diritto al lavoro. Rifondazione comunista difende l’autodeterminazione, l’autonomia e la libertà delle donne: dice cioè che la legge 194 non deve essere toccata, che le donne hanno diritto di lavorare, di essere autonome sul piano economico, di vivere in una società che si fa carico, attraverso la spesa sociale, dei servizi alla persona, della scuola pubblica, della salute. E di essere libere e protagoniste delle scelte che riguardano la loro vita e la vita della società.
Per questo il voto a Rifondazione comunista è un investimento per l’oggi e per il futuro.
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