Se 50.000 lire di quota tessera vi sembran
troppe...
Se 50.000 lire di quota tessera vi sembran troppe... ma chi può continuare a sostenerlo e soprattutto con quali argomenti.
Gran parte dei compagni/e nel corso di un anno finanziano il Partito in più occasioni ed in modi diversi, ad esempio con la sottoscrizione per la campagna elettorale e le manifestazioni nazionali e locali; con il versamento di quote mensili per pagare affitti ed utenze; con l’acquisto di biglietti delle lotterie in occasione delle feste; con la partecipazione a cene di autofinanziamento; con l’acquisto ed il versamento di contributi a Liberazione...
Anzi, ed è questo un punto che andrebbe indagato, a volte le compagne/i sono più generosi in occasione di iniziative straordinarie che con la quota tessera.
Alla richiesta di una quota tessera che parta da 50.000 lire non si incontra resistenza nè tra i giovani nè tra gli anziani ovviamente se si portano motivazioni convincenti. Del resto non è difficile dimosttrare l’alto costo della politica, la necessità di salvaguardare l’autonomia del Partito, la esigenza di dotare il Partito di “strumenti” minimi per far politica.
In non pochi casi sono i segretari ed i tesorieri ad essere titubanti, non dico contrari a richiedere quote tessere più elevate per paura non so di che cosa: tutti sanno che la politica richiede consistenti risorse economiche e che il nostro Partito non ha ne santi in paradiso, nè protettori, nè beni al sole.
Roma. Nel 2000 la media tessera per i 3.200 iscritti è stata pari a 70.846 lire: 71.182 per i Circoli territoriali e 70.661 lire per quelli aziendali.
Una prima considerazione è la modesta quota tessera degli iscritti ai Circoli aziendali rispetto a quelli territoriali dove sono più numerosi anziani, disoccupati, precari, casalinghe. Le cause sono le scarse spese gestionali (affitti ed utenze) di questi Circoli e la pratica di chiedere una quota tessera di misura quasi uguale per tutti.
Sempre a Roma se prendiamo il settore trasporto passiamo dalle 88.801 lire dell’ATAC alle 62.000 lire degli aeroportuali, alle 67.000 lire del metroferro. Su 659 iscritti ai Circoli aziendali bel 350 tessere sono da 50.000 lire e 226 da 100.000 lire, addirittura nelle telecomunicazioni (31 iscritti) 11 da 30.000 lire e 19 da 50.000 lire. Se ne deduce una sottovalutazione grave della questione del finanziamento del Partito .
A livello territoriale sempre a Roma, Circoli con la stessa composizione sociale hanno una media tessera tra le 100 e le 138.000 lire ed altri tra le 50 e le 60.000 lire. Nel 2000 solo tre Circoli non hanno raggiunto, anche se di poco, la media di 50.000 lire nel 1999 erano 16: 4 Circoli superano le 100.000 lire, 8 tra le 70 e le 100.000 lire, 22 tra le 50 e le 70.000 lire.
Dove si è lavorato i risultati ci sono. Le tessere al disotto delle 30.000 lire sono passate da 997 nel 1999 a meno di 500 nelk 2000. 2.237 (70%) di iscritti hanno versato tra le 50 e le 100.000 lire.
La Federazione in base alle decisioni del Comitato Politico (quote tessere differenziate tra Circoli aziendali e territoriali, Circoli che pagano o meno l’affitto) incassa circa 32.000 lire per iscritto.
L’obiettivo è raggiungere in tempi brevi una quota tessera di 100.000 lire mensili (nel 1999 la nostra media tessera era 61.000 lire oggi 71.000 lire)
Il segreto, ma è un segreto di Pulcinella, è convincere i segretari ed i tesorieri che la questione del finanziamento va posta all’iscritto in modo politico, chiaro e argomentato e a quel punto 50/100.000 lire ed anche più non sono un problema. Tra l’altro non è vero che i Circoli con quote tessera modeste hanno un maggior numero di iscritti, spesso è il contrario in quanto per la mancanza di mezzi sono privi di sedi e strumenti adeguati e non svolgono attività politica.
Con le compagne/i va definita l’entità della quota tessera dando la possibilità di versarla a rate, non solo, a quanti/e si impegnano per somme superiori alle 100.000 lire va indicato la via del bonifico bancario che dà la possibilità a chi versa di recuperare, con la denuncia dei redditi il 19% ma il versamento con bonifico o vaglia postale non è praticato in quanto pochi Circoli hanno il conto corrente ovviamente intestato al Partito.
Il problema di fondo è di considerare la quota tessera l’entrata più certa e quindi quella che deve garantire la vita del Partito e le iniziative politiche.
A Roma un Circolo, solo per spese vive (gestionali) ha un costo dagli 8 a 15 milioni per un onere complessivo di Federazione stimabile in 330 milioni a cui vanno sommate le spese di gestione e di attività della Federazione che, se pur ridotte all’osso superano i 150 milioni. Dalle tessere incassiamo 230 milioni circa, ne mancano 250: quindi dobbiamo ragionare su una quota tessera media di 150.000 lire. Altre entrate quali l’utile della Festa cittadina i contributi degli eletti nelle Istituzioni vanno utilizzati per dotare il Partito di strutture efficienti e per progetti politci. Ad esempio in una città come Roma la questione della “comunicazione” è decisiva per far almeno conoscere le scelte politiche e le principali iniziative del Partito e la comunicazione come si sa costa e molto.
Un’ultima considerazione. I compagni/e sono gelosi dell’autonomia politica del Partito. Ma oggi la vita del Partito, le sue strutture, le sue iniziative dipendono sul terreno finanziario per il 70% dal finanziamento pubblico e dal versamento degli eletti nelle istituzioni. Se vogliamo salvaguardare il partito e la sua autonomia, se vogliamo metterci al riparo dalle “vendette” del sistema è assolutamente necessario un maggior finanziamento da parte degli iscritti. Le “50.000” lire, se così stanno le cose, mi sembrano veramente poche!
Sante Moretti
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