Federazione di Bergamo: pensa positivo
Penso positivo. Potrebbe essere questo il filo conduttore del colloquio a tu per tu con il segretario provinciale di Rifondazione comunista a Bergamo, Marco Sironi, 38 anni, impiegato, sposato con due figlie ("bellissime").
Buone notizie. Intanto il tesseramento. Chiuso in bellezza quello 2000, con il cento per cento degli iscritti ante-scissione: 700 tutti presenti all’appello. "Siamo, credo, tra le poche federazioni che hanno toccato questo traguardo. Quanto alla campagna 2001, abbiamo fatto, naturalmente, la classica "settimana del tesseramento"; ma anche diverse feste nei circoli e iniziative pubbliche. Siamo a un terzo del cammino, ma le tessere collocate sono molte di più; insomma, a buon punto. Puntiamo a concludere al 100% prima della campagna elettorale".
Ma vediamo "il contesto". Intanto la sede. Che è in una zona semi-periferica, però non lontana dal centro. Una sede nuova di zecca "e di proprietà", acquistata con la vendita della vecchia federazione e un contributo nazionale, ma anche con un bello sforzo di sottoscrizione. Una sede ben attrezzata, con vari ambienti, compresa la stanza grande per il Comitato politico (45 membri) e la sala stampa. Una sede comediocomanda, anch’essa prova provata "di un partito che gode di buona salute".
La federazione è formata da 24 circoli territoriali, una rete che in sostanza copre l’intera provincia: le due grandi valli - la Seriana e la Brembana - la Val Cavallino, la Bassa ("dove abbiamo alcuni tra i circoli più importanti, come a Treviglio, la seconda città dopo Bergamo; a Caravaggio; a Dalmine, sede della più grande fabbrica della zona; a Seriate, altro grosso comune").
Sempre con l’occhio al "contesto", qui il Prc è anche discretamente presente a livello istituzionale. Un consigliere in Regione, Ezio Locatelli; uno in Comune a Bergamo, e via via a Treviglio, Caravaggio, Val Caleppio; e siamo in giunta a Treviglio, a Dalmine (lista civica), in vari altri centri.
Oggi Bergamo (110 mila abitanti, 900 mila la provincia) ha una giunta del Polo, con una Lega praticamente al seguito. Naturalmente, "non siamo un’isola felice. Ma questo radicamento sul territorio paga, ci ha permesso di "tenere" anche in momenti difficili. E ciò grazie anche al lavoro dei segretari che mi hanno preceduto. Parlo del compagno Giuseppe Brighenti - Brach - storica figura della guerra partigiana del Bergamasco; e di Ezio Locatelli, oggi consigliere regionale, che è stato prima presidente e poi segretario del Prc".
Continuità, ma anche rinnovamento. Nel gruppo dirigente sono arrivati nomi e volti nuovi; e "siamo una delle poche federazioni dotata di un coordinamento giovani. Sono circa 100 i ragazzi iscritti, in gran parte studenti (e abbiamo buone prospettive di crescere ancora dopo la forte battaglia condotta da Rifondazione sui buoni-scuola: tra l’altro, una manifestazione con 3000 studenti)".
Ben presenti, dunque, nel movimento studentesco; ma non solo. Uno dei temi forti del Prc bergamasco è il rapporto giovani-lavoro.
"Bergamo e la sua provincia sono caratterizzate infatti da una cronica bassa scolarizzazione. C’è questa forte spinta "a guadagnare" tutti e subito, e l’ingresso nel lavoro spesso avviene molto precocemente. Qui, si badi, c’è un tasso di disoccupazione praticamente pari allo zero; siamo in una zona ricca. Ma appunto, se non esiste un problema di disoccupazione, ne esiste uno che si chiama "qualità del lavoro"".
Spesso e volentieri, infatti, i giovani si vedono offrire un lavoro sottopagato, un lavoro in nero, un lavoro "non buono". "Tieni conto che Bergamo, con Brescia, detiene il record di morti sul lavoro. Nel solo 2000 (sto preparando un articolo per *Liberazione*), abbiamo avuto 31 morti sul lavoro".
Gli omicidi bianchi, come si sa, non sono una fatalità, anzi sono assai bene "organizzati": "Qui da noi supesfruttamento, ritmi accelerati, straordinari eccessivi, stipendi non all’altezza non sono affatto rari. Anzi".
Bergamo alta è ricca, e alcuni paesi della sua provincia annoverati tra i più ricchi d’Italia. "Ma poi esistono enormi differenze da zona a zona, e quella facciata altisonante la vedi segnata appunto da scolarizzazione bassa, da lavoro dequalificato, insomma da grandi contraddizioni, da molti elementi negativi".
In questi 50 anni c’è stata, inoltre, una edificazione selvaggia, un vero e proprio saccheggio dell’ambiente, sacrificato sull’altare degli interessi forti. Al di sotto della facciata, appunto: qui abbiamo alte percentuali di morti per tumori, e varie situazioni di "mal’aria"per via dei tanti insediamenti industriali inquinanti".
I soldi, appunto, non sono tutto.
Bergamo, geograficamente, fa parte del Nord Ovest, ma la sua è una realtà da Nord Est. "Abbiamo un tessuto industriale fatto in gran parte di aziende piccole e piccolissime che, tra l’altro, utilizzano in abbondanza manodopera straniera".
Già, l’immigrazione. Se, sostanzialmente, il tasso di immigrati qui è più o meno nella media nazionale, ci sono zone a forte concentrazione di immigrati, tipo Val Caleppio, Val Cavallina, la zona delle fabbrichette metalmeccaniche e artigianali. "Qui troviamo il 10 per cento di stranieri rispetto alla popolazione. Fortissima, poi, la presenza immigrata in agricoltura, si toccano percentuali addirittura del 40%".
Già, come nel Veneto, anche a Bergamo moltissime aziende piccole e medie andrebbero a picco senza la manodopera degli immigrati. Ma la loro vita resta grama, durissima. In questo campo, "siamo riusciti a costruire un grosso momento di lotta e di "ricomposizione di classe". Parliamo, ad esempio, dei diritti sociali. In modo particolare del diritto alla casa (con noi sono scesi in lotta anche i ds, i sindacati, la Cgil, la Cisl). La battaglia principale è stata quella contro la politica degli sgomberi messa in atto da vari sindaci leghisti. Bisogna sapere che molti di questi "indispensabili" lavoratori immigrati vivono in case fatiscenti, praticamente tuguri, nelle quali sono costretti dagli affitti esosi, dalla mancanza totale di edilizia popolare, dai pregiudizi "razzisti" del mercato privato. Noi siamo riusciti a bloccare questi sgomberi; cerchiamo di lottare insieme, noi e gli immigrati, per una equa politica della casa (basti dire che nella sola Bergamo il censimento ’91 calcola in 4.800 gli alloggi sfitti). Una battaglia che si lega anche a quella, altrettanto fondamentale, per il diritto di voto".
Lode del volontariato. Anche questa di Bergamo è una federazione di puri volontari (compreso il segretario). E una federazione di "pantere grigie". "Sì, abbiamo un gruppo di bravissimi compagni pensionati che dedicano gran parte del loro tempo libero, dopo anni di lavoro, a questo partito. Per esempio, Vittorio Armanni, che è stato anche consigliere provinciale per il Prc, ex impiegato Sip, figura storica della sinistra bergamasca; Bruno Bonizio, ex operaio, per molti anni segretario del circolo Prc di Seriate; Pino Zanetti, per anni segretario di sezioni Pci, ex commerciante; Dante Belotti, ex operaio ed ex Dp; Bruno Ghilardi, ex operaio ed ex consigliere Prc.
Ma volontari sono anche tutti gli altri, ad esempio Maurizio Mazzucchetti, insegnante, che tiene in piedi l’ufficio stampa (e relativo bollettino bimestrale, "l’altrabergamo"); Maurizia Stefanini, responsabile della commissione salute; Daniela Coria; Fabio Cochis (del coordinamento giovani); Roberto Trussardi, avvocato, che segue le controversie del lavoro.
"E tanti altri". Grazie a tutti.
Maria R. Calderoni
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