Partito di massa
Partito di massa - Dicembre 2000

SPAZIO DONNE

Autodeterminazione sotto tiro

L’affermazione dell’autodeterminazione ha rappresentato un grande momento nel percorso di emancipazione, liberazione, libert� delle donne nei Paesi occidentali. 
L’autodeterminazione costituisce infatti la parte fondamentale della cittadinanza femminile perch� stabilisce concretamente e specificamente le modalit� dell’ “habeas corpus” per le donne. Quel corpo, che nel patriarcato era sottoposto al controllo maschile, funzionale ad assicurare la discendenza maschile, quindi da tutelare e punire da altri – la legge del padre – viene ricollocato nell’ambito della responsabilit� femminile e individuale di ogni donna. 

Ogni donna � responsabile del suo corpo in materia di sessualit�, procreazione, maternit�. Il corpo delle donne non � disponibile. Ogni donna sceglie e decide, anche con chi scegliere e decidere. L’aborto � dunque una scelta, connessa a un potere che le donne hanno, a un’esperienza umana – quella appunto di generare – che le coinvolge personalmente, nel corpo appunto, e rispetto alla quale soltanto loro hanno il potere di decidere.
Leggi, norme, senso delle cose rappresentavano l’aborto come reato, cio� come qualcosa che sfuggiva al potere patriarcale di controllare i corpi femminili e le discendenze del sangue. Ma l’esperienza sociale delle donne conosceva l’aborto, da sempre e ovunque praticato. Clandestino e spesso mortale. Esperienza umana delle donne, che le donne hanno detto e rappresentato a partire da loro.

La legge 194 (Interruzione volontaria della gravidanza) fu il frutto della grande stagione di lotte degli anni ’70 per l’affermazione del principio dell’autodeterminazione. 
Da sempre ostacolata – anche con un referendum abrogativo travolto nel 1981 da una valanga di no – oggi la 194 � sotto tiro in maniera continuativa e incessante. La Chiesa cattolica e il centrodestra guidano la crociata ma anche nell’Ulivo i cedimenti sono numerosi sia perch� le forze cattoliche del centrosinistra condividono l’etica della vita di ispirazione vaticana sia perch� le forze laiche e di sinistra sono sempre meno tali.
La Regione Lazio, sotto il governo del post-fascista Storace, ha un progetto a tenaglia. Da una parte Storace ha dichiarato che nello statuto regionale sar� inserito il principio della “soggettivit� giuridica dell’embrione” – quindi implicitamente il reato di aborto – dall’altra l’assessora alle Politiche per la Famiglia, Anna Teresa Formisano, ha presentato una proposta di legge regionale sui consultori ispirata all’idea della pi� completa sterilizzazione della funzione per cui i consultori erano nati.

E’ prevista, come in altre regioni, l’apertura al privato. Vengono moltiplicati in maniera indifferenziata i compiti del consultorio, tanto da configurarlo come luogo preposto all’intervento verso le pi� svariate forme del disagio familiare. Soprattutto si cancella il ruolo del consultorio in materia di interruzione di gravidanza. Le donne non lo avranno pi� come luogo di riferimento e sostegno delle loro decisioni.

Nel Lazio si � costituito in questi ultimi mesi un Comitato donne a difesa della 194. Ne fanno parte donne dei Ds, del Prc, di associazioni.
Meglio tardi che mai, viene da dire, dal momento che il Forum delle donne del Prc ha pi� volte sottolineato in questi ultimi due anni il forte rischio che la 194 fosse attaccata e svuotata, se non cancellata in sede parlamentare.
Vedremo che cosa succeder� in caso di naufragio elettorale dell’Ulivo. 
Per il momento � della massima importanza riorganizzare le forze, riattivare criticit� femminile, parlare alle donne che sono lontane dalla politica di mestiere. A quelle che lottarono per la loro libert� e costruirono libert� per tutte. A quelle, le pi� giovani, che non hanno idea di quanto siano costate certe conquiste femminili.
Si tratta per noi di un impegno da estendere in tutte le regioni, facendone questione di una grande campagna nazionale.

Elettra Deiana

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