Partito di massa
Partito di massa - Novembre 2000

La nostra battaglia
per una Finanziaria di giustizia sociale

La legge Finanziaria, che fissa modalità del riferimento delle risorse, capacità di spesa, soggetti ai quali destinare risorse, processi economici da favorire e che disegna la quantità di spesa sociale, sta per essere definita dal Parlamento.
Abbiamo sostenuto le nostre proposte di aumento di 200.000 al mese per le pensioni minime per segnare un avanzamento di civiltà in un paese dove, nell'anno 2000, 5 milioni di pensionati, soprattutto donne, percepiscono la metà del reddito necessario per uscire dalla soglia di povertà: 720.000 al mese.
La nostra proposta è stata respinta dal centrosinistra che invece continua nel progressivo attacco al sistema pensionistico pubblico, all'occupazione, al salario.
Si torna a parlare di T.F.R., liquidazione, e del suo uso coatto nei fondi pensionistici privati, senza che ci sia stata una discussione tra i lavoratori su come utilizzare i propri soldi; si concede la possibilità ad un pensionato di lavorare e alle imprese di non pagare i contributi, colpendo l'occupazione, da una parte, e l'INPS dall'altra. Si continua a privilegiare il profitto, il sistema delle imprese a scapito dei redditi dei lavoratori e delle lavoratrici, dei pensionati e delle loro famiglie.
E' normale un paese dove i tempi di attesa per accertamenti diagnostici sono di mesi?
E' normale un paese dove per accertamenti per stabilire se esistono pericoli tumorali si pagano fino a 70.000 lire di ticket?
E' normale un paese dove il Ministro della Sanità dichiara iniqui i ticket e poi li abolisce dopo 3 anni?

La nostra battaglia in Parlamento e anche la nostra ferma coerenza nell'incalzare il centrosinistra hanno portato risultati significativi nei contenuti della Finanziaria abolendo da subito i ticket sui farmaci.
Sui farmaci è la dimostrazione che si colgono i bisogni reali del Paese, si può costruire movimento, iniziativa e raggiungere risultati significativi.
Non è ancora sufficiente. Sarà necessario battersi nelle regioni per l'ulteriore abolizione dei ticket, o parte di essi, che sono di competenza regionale. In particolare, su quelli fondamentali sulla prevenzione, la rapida diagnosi intervenendo sui tempi delle liste di attesa, le cui potestà di intervento, di indirizzo di spesa, di assunzione di personale qualificato, di disponibilità di tecnologia è per intero nelle mani dei governi regionali.
Ci stiamo battendo nel Paese, nel Mezzogiorno in particolare, per sostenere la nostra proposta di legge per l'istituzione del salario sociale per i giovani e i disoccupati di lunga durata. Un salario di un milione al mese collegato ad un pacchetto di servizi gratuiti forniti dagli enti locali per favorire la ricerca di un lavoro contrattualmente tutelato e per sottrarre al mercato del lavoro sottopagato, nero, non in regola migliaia di lavoratori, prevedendo in ogni caso un periodo di lavoro minimo garantito.
Il Parlamento, l'unico punto su cui sembra tutto concorde, ha bocciato i nostri emendamenti lasciando nell'indigenza, al ricatto del sottosalario, del caporalato milioni di disoccupati e precari.
Da parte nostra invece abbiamo raccolto le rivendicazioni del movimento degli LSU/LPU che si batte, con caratteristiche di movimento di massa, contro la precarietà e l'insicurezza, per la stabilizzazione del rapporto di lavoro.
In queste settimane va intensificata la nostra iniziativa di Partito che accompagni e sostenga le leggi e gli emendamenti che abbiamo presentato a ridosso della Finanziaria, che segnano un'altra politica economica, che individuano i soggetti da favorire e dove reperire le risorse, che pongono al centro dell'iniziativa politica e sociale il lavoro e la reale lotta alla disoccupazione.
In questi giorni si avvia la conferenza delle lavoratrici e dei lavoratori, che si concluderà a Treviso il 27 e il 28 gennaio 2001. L'obiettivo che ci poniamo, e da cui dipende strettamente anche la nostra battaglia sulla Finanziaria, è quello di contribuire a definire una nuova piattaforma rivendicativa che favorisca la crescita e l'allargamento dei movimenti e delle esperienze di lotta, che hanno cominciato a segnare un disgelo nel panorama sociale rendendoli in grado di avviare un processo di ricomposizione del mondo del lavoro subordinato. Un movimento che non solo si opponga alla flessibilizzazione o alla precarietà difendendo la struttura del CCNL e della contrattazione articolata, ma che li arricchisca di nuovi contenuti generali in grado di estendere garanzie e diritti a qualunque figura di lavoratore, dal diritto ad un salario maggiore, alla sicurezza e tutela della salute, al diritto di difendere collettivamente, nel proprio sindacato, le condizioni di lavoro. Affrontando le questioni del salario, della ridistribuzione del reddito, della O.d.L., della riduzione dell'orario di lavoro.

E' utile, anzi necessario, collegare la battaglia sulla Finanziaria all'iniziativa di costruzione del movimento e ai contenuti della conferenza per definire obiettivi che possano costituire l'ossatura del programma generale del Partito, a cominciare da quello per le prossime elezioni politiche. I segnali di disponibilità e di volontà di lotta emersi in questi mesi sono importanti. Dalla Zanussi, alla Telecom alla lotta significativa delle lavoratrici e dei lavoratori Mc Donald, all'assemblea della sinistra sindacale nella CGIL tenuta a Milano.
Sta anche alla nostra iniziativa di Partito consolidare, far crescere, dar senso politico a questi movimenti.

Stefano Zuccherini

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