Festa nazionale di Liberazione
Un'esperienza da ripetere
Realizzare una festa in un luogo straordinario, a due passi dal Vaticano e nellanno del Giubileo non è stata una passeggiata per i tanti vincoli cui larea è sottoposta, per la rigidità e lonerosità delle strutture, per il periodo (il mese di settembre), ma soprattutto per i dubbi e anche contrarietà presenti nel Partito.
Ce labbiamo fatta grazie alla generosità, allimpegno, al sacrificio di numerosi compagni e compagne, e di numerosi circoli, tanti giovani e ragazze, anche tanti non iscritti. A questa leva di militanti dobbiamo guardare con attenzione, dobbiamo evitare che si disperdano. Questi nuovi militanti hanno visto nella festa un modo concreto e positivo di far politica, di incidere: ha vinto il fare.
Nel merito:
a) La partecipazione è stata inaspettata, superiore ad ogni previsione. Non solo la nostra gente, ma il popolo romano del centro e delle borgate: più di 500mila. Nei primi giorni, prima che non venissero scientemente dirottati, sono stati tanti i pellegrini italiani e stranieri che hanno visitato stupiti e incuriositi la festa dei comunisti.
b) Si è realizzato un intreccio forte e positivo tra politica-cultura-società: un confronto politico e culturale senza precedenti.
I dibattiti sono riusciti oltre ogni aspettativa ed a quelli programmati se ne sono aggiunti altre decine espressione di realtà sociali, di bisogni.
Gli spettacoli intesi come musica colta e popolare (contaminazione e contrasti), la rassegna cinematografica a tema hanno riscosso un grande successo e non erano i tradizionali concerti o film disimpegnati.
c) Va segnalato e valutati il successo di due punti di incontro (confronto, aggregazione ed autogestione) quali lo spazio delle Associazioni e lo spazio delle compagne. E unesperienza da non disperdere come modalità del fare politica anche in vista delle elezioni.
d) Positivo anche il risultati economico: oltre 100 milioni di utile.
Non possiamo non rilevare una difficoltà nella comunicazione con i tanti visitatori. Le mostre erano poche, graficamente povere, mal collocate. Anche gli stand del Partito e di Liberazione vanno ripensati: devono dare limmagine del nostro quotidiano e del nostro Partito in modo netto e forte. Quindi strumenti visivi adeguati, precise iniziative, per suscitare nei visitatori interesse e curiosità.
Il neo più grave della festa è stata lassenza di uno spazio organizzato e gestito dai Giovani Comunisti.
E stato un mese di vita collettiva, di militanza. Si è vissuto in modo diverso. Qualcuno ha parlato di Castel SantAngelo come di una grande casa del Popolo, altri di una cittadella comunista: è stato certamente un laboratorio politico e culturale importante per la nostra Federazione. Castel SantAngelo per un mese è stata la vetrina di Rifondazione Comunista, un tentativo in gran parte riuscito di farci conoscere e far conoscere le nostre idee.
E stata unesperienza positiva che si potrebbe ripetere nel 2001: Festa Nazionale e concomitante Manifestazione Nazionale.
Sante Moretti
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