Partito di massa
Partito di massa - Novembre 2000

Visti da vicino
Il circolo di Rosignano

Bene. Il tesseramento ha tagliato il traguardo 2000 con onore. Raggiunti i 310 iscritti dell’anno scorso, raggiunti e superati, con cinque nuove tessere fresche (per la precisione, si tratta di 8 reclutati e 8 recuperati, per la precisione, la percentuale è del 101, 6…).
Ora si riparte, senza perdere tempo. Il lancio della campagna del tesseramento 2001 il 9 novembre con una assemblea plenaria con Claudio Grassi della Segreteria Nazionale; la sede aperta dal 1° novembre, ininterrottamente dalla mattina alla sera; il 3 dicembre una grande festa del tesseramento e poi un cartello di iniziative “mirate”. Per esempio, una assemblea pubblica sulla situazione internazionale (Medio Oriente e Jugoslavia); un dibattito (a cura dei Giovani Comunisti) sulle biotecnologie; la presentazione di Le idee che non muoiono, l’ultimo libro di Bertinotti. Tre mesi intensi, prevista la chiusura della campagna entro il 21 gennaio, data in cui, con una grande assemblea pubblica, si festeggerà, per l’occasione, anche la nascita del Pci. Tre mesi che hanno l’aria di “buttare” bene.
Circolo di Rosignano, quel che si dice una bella storia. Ce la racconta, nella sua inappuntabile “favella toscana”, che non fa una grinza e nemmeno un errore di grammatica, il segretario del circolo, Sergio Carmignoli (65 anno, ex operaio metallurgico specializzato, dal Pci direttamente a Rifondazione).
Con i suoi gagliardi 315 iscritti (“quasi come certe federazioni attuali”), quello di Rosignano (30mila abitanti complessivi) è il più grande della provincia, una specie di roccaforte formata da sette piccole frazioni: Rosignano Marittimo, Castioglioncello, Castelnuovo, Gabbro, Libiaia, Vada e Rosignano Solvay, il centro che ha il maggior numero di abitanti (circa 15mila) e dove appunto ha sede il circolo.
Un circolo nobile e “storico”, ben piantato dentro il tessuto di quella terra livornese dal cuore comunista (l’indimenticabile Pci che qui sfiorava, bei tempi, il 6 per cento). Nessuna soluzione di continuità; dopo la svolta occhettiana “qui si è deciso pressoché tutti di restare comunisti”; poche le tessere che passano al Pds, il Prc eredita per via naturale sede e iscritti dell’ex Partito. una sede anch’essa “storica”, nella piazza principale della città, precisamente piazza della Repubblica, 70 metri quadri ben attrezzati, un simbolo di battaglie politiche e ideali lungo mezzo secolo.
“Praticamente il nucleo che ha costituito Rifondazione Comunista era tutto di iscritti Prc; poi, negli anni successivi, sono venute adesioni di diverse matrici, Dp, ad esempio; ma anche ex novo, senza nessun’altra esperienza politica alle spalle”. Un turnover molto forte, un ricambio consistente e continuato negli anni.
Circolo forte – “siamo stati anche 400, poi la scissione ha fatto sentire i suoi effetti” – ramificato su tutto il territorio, con iscritti in sei frazioni su sette, “nella più piccola, Libiaia, 500 abitanti, non abbiamo tessere, ma alle elezioni il Prc prende il 10 per cento dei voti”.
Un territorio complesso, con al centro la Solvay, la grande fabbrica chimica di proprietà belga, che tanta parte ha avuto nella vita economica e nella stessa storia del movimento operaio della zona, sin da quando è stata fondata, nel 1913.
Con le sue radici antiche, il circolo – pensionati, operai, studenti, donne (118) – è un centro politico, ma anche un osservatorio sociale di prima mano. “Il tessuto economico qui è prevalentemente formato da piccole aziende artigianali, che vanno dalla progettazione alla metalmeccanica, dall’indotto gravitante intorno alla Solvay (che è l’unica grande azienda della zona) alle strutture legate al turismo (Castiglioncello, Vada, sono centri ormai rinomati); poi ci sono le frazioni collinari. È un comune composito, dove sono presenti un po’ tutte le componenti”.
Problemi di occupazione, “certo, ne abbiamo anche noi. Certo, non del tipo calabrese, però nella fascia litorale, da Livorno fino a Massa Carrara, scontiamo una percentuale di disoccupazione abbastanza rilevante, sul 12-14 per cento. E la disoccupazione giovanile non fa eccezione, purtroppo è nella norma. Lo stesso terziario, del resto, qui nella zona di Rosignano, è limitato, legato com’è al turismo (affittacamere, bagni), prevalentemente fatto di occupazione stagionale”.
Il circolo “fa” politica. Qui da sempre l’amministrazione pubblica è nelle mani della sinistra. “Praticamente dal 1946”. Poi, dal ’91 al ’99, la coalizione è stata formata da Pds e Rifondazione, dopo il ’99, dalla ultime elezioni, il governo locale è composto da Ds, Rifondazione e Ppi (il Pdci non è riuscito ad entrare in Consiglio). “Sì, la scissione ci ha colpiti. Il Prc, che aveva 7 consiglieri, 2 assessori ed il 24 per cento dei voti, ha visto i consiglieri scendere a 3, gli assessori a 1 ed i voti al 15 per cento. E, purtroppo, ha anche incentivato l’astensionismo, anche qui. Una perdita secca per tutti, in sostanza, con una grave ricaduta in termine di disillusione e abbandono. Tuttavia, qui siamo pur sempre la seconda forza politica”. Il circolo “fa” politica. Un direttivo di 36 componenti, più 4 del collegio di garanzia: “ci si riunisce mediamente due volte al mese, 6-7 assemblee pubbliche all’anno (con partecipazione sempre molto alta”. Un volantinaggio costante alla fabbrica, al mercato, alle coop resta una pratica collaudata. “Noi siamo sempre aperti”, il circolo anche come centro di vita e di aggregazione.
C’è del buono anche per il nostro giornale. Da quando è nata, qui la nostra testata gode di diffusione militante (100-150 copie ogni domenica); in più, dal 1991, l’appuntamento fisso si chiama “Festa di Liberazione” . “Dieci anni ininterrotti, con un incasso di due miliardi e mezzo e un utile netto di 750 milioni (10 dei quali quest’anno andranno diritti alle casse del giornale). Peccato, però, la redazione ne parla poco o niente…”.
Non solo Liberazione. Dal 1995 il circolo è anche editore in proprio di un foglio interno, L’indicatore: 400 copie stampate due volte al mese ed inviate a iscritti, simpatizzanti, circoli della provincia. “Naturalmente, abbiamo anche noi le nostre pecche, i nostri limiti, e dovremmo avere molte più forze in campo”.
Facciamolo sapere, quello di Rosignano è anche un circolo “ricco”, con un vero patrimonio, sede propria, strutture, attrezzature, mezzi di trasporto a proprio nome. Ed è in circolo al passo coi tempi, dotato di computer, e-mail, sito internet (http://space.tin.it/associazioninadan), stampati, copiatrici, fax.
Brave formiche rosse, a Rosignano.

Maria Rosa Calderoni

indietro