Partito di Massa
Ottobre 2000 - n° 43

Un primo bilancio del 2000,
le proposte per il 2001

L’anno in corso, segue quello nel quale per la prima volta il PRC è sceso sotto i 100.000 iscritti. L’anno che secondo le nostre aspettative, i nostri auspici avrebbe dovuto segnare un’inversione di tendenza, un segnale netto di ripresa dell’iniziativa politica connessa al tesseramento. Nel complesso possiamo prendere atto, a tre mesi dalla chiusura dell’anno, che tutto ciò non è accaduto, o meglio, che non siamo stati in grado di porre le condizioni per impostare un lavoro politico adeguato, per fare in modo che tali auspici fossero trasformati in risultati concreti. All’inizio di ottobre siamo a 75.951 iscritti, pari al 79% rispetto allo scorso anno. Una media nazionale sopra la quale si collocano 74 Federazioni, tra le quali molte ,quaranta per la precisione, non superano i 500 iscritti, quelle al di sopra del 100% sono, invece, soltanto 12 (solo 5 di queste sopra i 500 iscritti). Per ciò che concerne il dato riferito ai Regionalivediamo che la metà esatta di questi non supera la media nazionale ed entrando ancora di più nel dettaglio è evidente come in difficoltà si trovino soprattutto le regioni del sud, delle quali solo due Sicilia e Abruzzo si collocano sopra l’80%.
Dati che parlano da soli, che confermano un andamento che non può più essere solo denunciato, o affrontato solo con il “lanciato allarme”, tra l’altro mai preso realmente in considerazione. È necessario su questi dati, concentrare la nostra attenzione. Le Federazioni, tutte, sono chiamate, attraverso i Circoli, ad affrontare seriamente e con grande senso di responsabilità la nuova campagna del tesseramento 2001: il Partito ha bisogno di accrescere la propria forza organizzata. Ha bisogno di una mobilitazione vera e sentita per tornare a livelli di adesione generale che ci riportino sopra i 100.000 iscritti, obiettivo che tutti noi reputammo, già lo scorso anno né irragionevole, né velleitario e che vogliamo confermare e rilanciare, accanto a quelli più immediati del raggiungimento del 30% degli iscritti durante le dieci giornate del tesseramento, e del 50% entro la chiusura dell’anno in corso. Obiettivi e programmi per il tesseramento del nuovo anno che vedono il Partito impegnato nell’elaborazione e nella definizione di alcune proposte che meritano di essere, seppur sommariamente, descritte.
Sappiamo già che le dieci giornate del Tesseramento sono state fissate per i giorni che vanno dal 3 al 12 novembre 2000.
Proponiamo una campagna che possa iniziare attraverso la convocazione in tutti i Circoli dell’assemblea degli iscritti che deve diventare il punto di riferimento politico costante di ogni avvio di campagne del tesseramento. Una scelta che dovrà essere coniugata con il passaggio conseguente, quello della festa del tesseramento che sarà sostenuto fortemente dal Dipartimento Organizzazione Nazionale, attraverso il coinvolgimento dei membri del CPN, i parlamentari e della Direzione per garantire quando possibile la loro presenza, proprio in quel momento di festa, di partecipazione attiva.
È bene sottolineare, a tal proposito, che le feste dovranno essere concepite come momenti politici in rapporto stretto con la realtà dove si collocano. L’organizzazione delle feste non può prescindere dal contesto nel quale si svolgono, pena la ritualità tanto criticata, che allontana invece di coinvolgere. Il modo di intendere e di strutturare un appuntamento così importante è di fondamentale importanza: coniugarlo e correlarlo a vertenze territoriali o a battaglie sostenute nei luoghi di lavoro è un passaggio non trascurabile, quasi obbligato. La pratica politica che non si disperde nelle semplici ripetizioni di iniziative meccanicamente e stancamente preparate e quasi mai ben riuscite, è un elemento che contraddistingue e qualifica il nostro agire, che dovrà divenire sempre di più prassi consolidata.
A noi stessi è richiesto un salto culturale e di mentalità, non possiamo solo registrare insuccessi, evidenziare debolezze organizzative e su queste adagiarsi senza intervenire politicamente. Sta a noi, solo a noi e alla nostra volontà, saper strutturare un’iniziativa, qualsiasi essa sia, in modo tale da riempirla della giusta tensione, della forte passione, solita dei comunisti. Vi è, poi, un’importante proposta già in parte discussa con i responsabili regionali d’organizzazione: quella di introdurre la quota minima di 50.000 lire per sottoscrivere la tessera del Partito. Questo per ovviare in parte, almeno, al gravoso problema delle carenze economiche in cui versano Circoli e Federazioni e per scoraggiare altresì la ormai acquisita abitudine alla sottoscrizione libera che abbiamo detto non trasmette alcun valore di appartenenza, ma che anzi tende a sminuire la stessa adesione al Partito e a depotenziare l’eventuale meccanismo di riconoscimento di un progetto, il processo di identificazione con lo stesso e l’adesione, la partecipazione attiva al percorso politico che un Partito come il nostro propone. Ovviamente non è solo la quota tessera ad incidere su tali elementi, prioritariamente ed ovviamente ad incidere è la nostra stessa capacità di fare politica, del nostro modo di proporci e agire. Ma trasmettere l’idea e se possibile il convincimento, che la tessera del nostro Partito è una cosa seria, è una scelta politica concreta che passa anche attraverso un approccio impegnativo e un primo passaggio ben definito, come il contributo economico, ha la sua importanza, può assumere una rilevanza politica.
È un’indicazione questa che può aiutare a mettere a disposizione dei compagni nei Circoli, condizioni minime di agibilità politica. Troppe volte ci si lamenta della carenza organizzative ed economiche, ecco la nostra è una proposta per un primo passo in direzione di una nuova concezione del rapporto con gli iscritti. Non dimentichiamo, poi, che il 2001 segnerà il decimo anno dalla nascita del Partito. Una curiosità: tra quelli esistenti il nostro è uno dei partiti più “vecchi”. Da quel 3 febbraio 1991 (nascita del PRC), molti partiti sono nati (alla faccia del maggioritario), altri hanno cambiato nome e simbolo pentiti del loro passato, altri ancora, più semplicemente, si sono “reinventati” per esistere solo sulle schede elettorali, noi proseguiamo sulla nostra strada.
Proprio in relazione a questa ricorrenza è in fase di impostazione un lavoro molto particolareggiato e nuovo per noi, ma non per la tradizione comunista: la realizzazione di un almanacco per il decennale che attraverso immagini fotografiche ripercorra la nostra storia, racconti in maniera semplice ed efficace i momenti più significativi del Prc in questi dieci anni.
Queste, in sintesi, le indicazioni che segneranno il tesseramento 2001, un anno che viste le potenzialità, il successo delle feste di liberazione l’attenzione a noi rivolta per le grandi battaglie che stiamo conducendo per il lavoro, le pensioni, la casa, può collocarsi in controtendenza rispetto a questi ultimi due anni che ci hanno visto arretrare sensibilmente.

Massimiliano Ortu

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