PARTITO DI MASSA
n° 40 - giugno 2000
speciale autofinanziamento

 

L'esperienza della Festa di Liberazione di Milano

La questione delle risorse economiche necessarie per sviluppare una adeguata e continuativa iniziativa politica e per costruire, anche materialmente, il radicamento e la presenza del Partito nei comuni, nei quartieri, nei luoghi di lavoro, ha particolare rilievo in una realtà come quella milanese. I costi della politica sono qui particolarmente elevati, a cominciare dagli affitti delle sedi (l’acquisto è quasi proibitivo), per non parlare dei costi di stampa dei materiali, degli affitti dei teatri per le iniziative politiche, dell’accesso agli spazi pubblicitari ecc.

Ci sono comuni, nella nostra provincia, che hanno dimensioni e peso economico tali da corrispondere a capoluoghi di provincia (se non di regione), penso ad esempio a Sesto S.Giovanni, Rho ed altri.

In questo quadro fare politica significa, per fare solo un esempio, produrre ogni anno centinaia di migliaia di volantini e decine di migliaia di manifesti; i circa 100 circoli della Federazione hanno quasi tutti una sede e, solo di affitti, la spesa annuale si aggira attorno al miliardo.

La riduzione delle risorse a livello nazionale e locale, in particolare in seguito alla scissione, ha comportato momenti di reale difficoltà economica e scelte di priorità nella spesa che hanno a volte condizionato la nostra possibilità di azione.

Le fonti principali di entrate della federazione rimangono, allo stato attuale, il tesseramento, le sottoscrizioni e – a livello di circolo – l’autotassazione dei militanti. Da alcuni anni una delle iniziative che ha consentito di far quadrare i conti (alla federazione e a molti circoli), evitando un pericoloso accumulo di debiti, sono le feste di Liberazione. Nel corso della festa provinciale, della durata di circa 25 giorni, si registrano mediamente le 500 mila presenze; le iniziative culturali, spettacolari e politiche garantiscono una visibilità sui media quasi quotidiana; si sviluppano rapporti con associazioni e soggetti attivi nel campo della cultura, dello sport, delle problematiche sociali, nonché con le comunità straniere presenti nella nostra realtà territoriale ecc.

L’aspetto del valore politico della festa, da un lato, e della sua attrattiva sul piano del divertimento e dello spettacolo, è spesso oggetto di discussione tra i compagni, come pure il rapporto tra gratuità, prezzi ‘politici’ e redditività della festa come fonte di finanziamento per il partito. La soluzione che abbiamo trovato, a Milano, è quella di un equilibrio tra tutti questi fattori: ogni anno cerchiamo di arricchire e allargare gli spazi politici, ma nel contempo non rinunciamo a offrire spettacoli attrattivi a livello di massa. Questa è d’altronde una scelta obbligata, nel periodo estivo, vista la concorrenza da parte di spettacoli, feste ecc. organizzate da soggetti pubblici e privati. Sempre l’equilibrio tra prezzo politico e redditività, è il criterio che abbiamo scelto per gli spettacoli: proponiamo infatti due spazi principali, uno a pagamento per concerti e spettacoli di cabaret più impegnativi economicamente (facendo pagare 10-15 mila lire); l’altro spazio gratuito, dove ogni sera vi è uno spettacolo di cabaret o un concerto jazz. Sempre gratuiti sono la musica classica e il teatro, mentre per il cinema da quest’anno daremo vita a un cineclub con una tessera del costo di 5000 lire per tutta la rassegna (circa 20 film).

Questa impostazione, estesa anche agli altri settori della festa, dai ristori, al "commerciale", alle manifestazioni sportive, ci ha permesso di ottenere - soprattutto negli ultimi anni - un significativo utile economico (oltre cento milioni l‘anno), rendendo ormai la festa una voce imprescindibile del bilancio della federazione.

L’elemento che probabilmente ha consentito di conseguire risultati economici positivi è che la festa cerca di rivolgersi a tutto il complesso della società, nelle sue varie articolazioni; questo aspetto si ripercuote spesso nella discussione tra noi se mantenere o meno il ballo liscio (di fatto spesso più un costo che un utile, ma frequentato da ampi strati sociali), se prevedere la parte "commerciale" (alcuni vorrebbero ridurre le bancarelle anche se riscuotono un certo gradimento tra le famiglie) ecc.

In sostanza, l’impostazione che anche quest’anno riconfermeremo è quella di far convivere proposte e iniziative di chiara connotazione politica – a partire dal "tema" della festa, l’anno scorso la guerra e quest’anno Seattle e la globalizzazione – a momenti di divertimento e svago, abbinando spettacoli di elevato livello culturale (la musica classica, il jazz, il teatro) a intrattenimenti meno impegnati (il cabaret, la partita di calcio sul maxi schermo ecc.).

E’ la scelta di dare alla nostra festa quel carattere "popolare" che consente al nostro partito di proporsi come interlocutore (e in ambizione anche rappresentante) se non di tutta la società quantomeno della sua larga maggioranza.

Vladimiro Merlin
Resp. Organizzazione Federazione Prc Milano

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