Partito di massa - n° 39 - Maggio 2000

SPAZIO GIOVANI

No al mercato dei geni

L’adesione dei Giovani Comunista alla manifestazione di Genova e la forte capacità di mobilitazione su un argomento ancora allo stato embrionale nella discussione dei G.C, rappresentano sicuramente segnali incoraggianti nel rafforzamento della nostra organizzazione.

Un’adesione non improvvisata ma fortemente voluta, per denunciare quella che di fatto sarebbe stata senza la nostra presenza una "parata dei nuovi padroni del vapore" le aziende agrofarmaceutiche che da anni stanno investendo miliardi per poter brevettare forme di vita e dar seguito ad un vero e proprio mercato dei Geni.

Durante il percorso di costruzione di questa manifestazione abbiamo incontrato, discusso, con tanti soggetti spesso anche molto diversi da noi che pur tanto ci hanno insegnato. Insieme ad Organizzazioni non governative, associazioni dei consumatori, pezzi di sindacati agricoli, associazioni dei consumatori etc. abbiamo dato vita a numerose iniziativa di controinformazione; Pisa, Sarzana, Roma, Frosinone, Perugia, Napoli sono state alcune tappe di avvicinamento fondamentali per la riuscita della mobilitazione di Genova. Non sono mancate iniziative originali come una nostra presenza organizzata su un campo di sperimentazione di Barbabietola modificata geneticamente a Nettuno.

Il tutto purtroppo senza che la stampa ci "facesse caso" più di tanto. Eppure da tempo l’ingegneria Genetica è oggetto di discussione e di controversie in un dibattito dal clima spesso infuocato.

Joseph Rotblat, premio nobel per la pace nel 1995 dopo essersi battuto per anni contro la corsa agli armamenti nucleari oggi si esprime in questo modo "quello che attualmente mi preoccupa è che nuovi progressi tecnologici possano rendere disponibili altri mezzi di distruzione su vasta scala, sicuramente più accessibili dell’arma atomica. Può darsi che tra questi si debba annoverare l’ingegneria genetica, vista la piega allarmante che sta prendendo il suo sviluppo"

Ciò nonostante le tecniche di ingegneria genetica annunciano ogni giorno invenzioni sensazionali e promettono l’introduzione in commercio di prodotti miracolosi. Il campionario delle applicazioni biotecnologiche supera ormai la più viva immaginazione, dai maiali a crescita accellerata, ai pomodori a marcimento ritardato, dai cereali resistenti all’azione degli erbicidi ai cocomeri senza semi, al tabacco con l’introduzione di veleno di scorpione come autodifesa dai parassiti!!!!

Il dubbio che questi prodotti dell’ingegneria genetica non siano sicuri e che il loro impatto ambientale e sociale non sia affatto desiderabile non scalfisce le certezze dell’industria e della ricerca applicata. Entrambe hanno legato il proprio destino agli aggettivi rapido, migliore, efficiente, economico, che hanno fatto felici gli azionisti di riferimento e più generosi i consigli di amministrazione quando decidono i finanziamenti a tali ricerche.

In conclusione di fronte a spericolati giochi di laboratorio, finalizzati alla creazione di una natura artificiale, che non corrisponde alle aspirazioni profonde ed ai desideri dell’umanità, non si ci meravigli se all’indignazione iniziale ha fatto seguito la mobilitazione.

Genova ha dimostrato che si "può" che le mobilitazioni non solo sono possibili ma sono anche a volte vincenti.

Allo sviluppo delle mobilitazioni devono essere rivolte le nostre iniziative, concepirle per condividere i saperi e per leggere insieme ad altri soggetti i fatti di una tecnologia genetica che promette di sfamare il mondo ma che nei fatti lo depreda della sua diversità, che promette raccolti miracolosi ma che in realtà dissemina il pianeta di bio-disastri; che promette, promette …..e che in cambio dei rischi accertati e delle conseguenze imprevedibili pretende il monopolio sulla vita, portando all’apice della barbarie capitalista la privatizzazione della vita e la sua brevettabilità.

Ivan Nardone

 

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