Partito di massa - n° 39 - Maggio 2000

FORUM DONNE

Marcia delle donne contro la violenza e la povertà

Il Forum delle donne del Prc è impegnato quest'anno nel sostegno alla Marcia delle donne contro la violenza e la povertà, una iniziativa internazionale che è nata per opera di gruppi femminili canadesi e che si è sviluppata a rete in tutto il mondo, raccogliendo vaste e variegate adesioni in molti Paesi, compresa l'Italia. Una piattaforma mondiale, una europea e varie piattaforme nazionali costituiscono la base del confronto e della proposta intorno a cui si è sviluppata l'iniziativa. Nella piattaforma italiana è forte l'intreccio tra liberismo e guerra, tra povertà delle donne nel mondo e modernizzazione capitalistica, tra strategie anti-sociali delle classi dominanti e processi anti-democratici, tra spirito maggioritario e esclusione delle donne dalla rappresentanza e dai luoghi della decisionalità politica.

La Marcia prevede una serie di appuntamenti internazionali in autunno e, per quanto riguarda l'Italia, l'appuntamento di conclusione è stato fissato a Roma per sabato 23 settembre, giorno in cui dovrebbe svolgersi una manifestazione nazionale.

La Marcia ha dato la sua adesione alle varie iniziative anti-liberiste e pacifiste che si svolgono in queste settimane in Italia: la manifestazione contro il vertice Nato di Firenze, la contestazione al convegno sulle biotecnologie di Genova, l'iniziativa ad Ancona in relazione al Vertice sulla sicurezza e l'immigrazione, la manifestazione del NO OCSE a Bologna. Un altro importante appuntamento è rappresentato dal corteo dell'otto luglio del Gay e Lesbian Pride, a cui il coordinamento italiano della Marcia ha fatto pervenire la propria adesione.

La dimensione internazionale dei problemi, nell'epoca della globalizzazione, vede da tempo impegnate le donne nella riflessione, nella ricerca di soluzioni, nella pratica politica. È ancora di grande attualità la lezione della Conferenza di Pechino: la Quarta Conferenza Mondiale delle donne promossa dall'ONU nel 1995, durante la quale, sia nella sede ufficiale sia in quella parallela del villaggio di Huairou, venne espressa da parte delle partecipanti una critica radicale al modello di sviluppo connesso alla modernizzazione capitalistica e furono messe sotto accusa le richieste di aggiustamenti strutturali avanzate dal FMI. Quegli aggiustamenti, si sottolineò da più parti, soprattutto da parte delle donne dell'Africa e dell'Asia, erano destinati ad accrescere le disuguaglianze tra le diverse zone del pianeta, tra i gruppi sociali, tra gli uomini e le donne.

Quest'anno, nella prima metà di giugno, si svolgerà a New York un incontro internazionale promosso dall'ONU per fare il punto sui risultati del dopo Pechino, per verificare se, come, quanto i governi che si impegnarono a dare seguito alle decisioni della Quarta Conferenza Mondiale delle donne abbiano mantenuti gli impegni e come si debba lavorare per le prossime scadenze.

I risultati non sono stati buoni e neanche discreti, come tutti gli indicatori economici e sociali a livello mondiale stanno a indicare. Povertà e violenza continuano ad attanagliare masse crescenti di donne in vaste zone del mondo e anche nei Paesi ricchi si allarga e si femminilizza la fascia del disagio sociale.

La Marcia delle donne contro la violenza e la povertà è stata pensata in continuità politica con l'impegno di molte Ong, gruppi femminili, associazioni femministe, economiste e studiose di molti Paesi, per far emergere in piena luce la qualità inedita della condizione femminile oggi, nel contesto di una globalizzazione che distrugge risorse, concentra la ricchezza, penalizza sempre più intere zone del pianeta, sacrificando donne e creature sull'altare del mercato.

La volontà delle donne di far sentire la loro voce, di essere attive protagoniste di un'idea e un'azione di cambiamento, si manifesta oggi in molti modi e la Marcia è uno di questi: un'iniziativa politica e simbolica, che costruisce nuove reti e rafforza quelle esistenti, mette in movimento l'intelligenza critica femminile e promuove responsabilità diretta delle donne, offrendo la possibilità, dove sia possibile, di avviare pratiche vertenziale e azioni di solidarietà con altre donne in altre zone del mondo.

Elettra Deiana

 

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