Chiusura tesseramento 1999

Massimiliano Ortu

La chiusura del tesseramento ’99 ci prospetta un quadro complessivamente negativo.

Raffrontando il dato ’99 con quello dell’anno precedente è evidente il calo registrato.

Un calo che, analizzato seppur sommariamente, ci indica come questo che si è appena concluso possa essere considerato, per vari motivi, un anno molto particolare per il tesseramento del nostro Partito.

E’ questa una fase molto difficile e complessa per la politica generalmente intesa.

La scelta sistematicamente perpetrata, che vede protagonisti i partiti e gli schieramenti dominanti la scena politica attuale, è quella della riduzione della partecipazione politica dei cittadini, della politica dei leader e dei loro staff, dell’immagine e dell’apparire. L’opinione pubblica plasmata dai sondaggi piu' o meno strumentali, il modello politico "americano" adottato come esempio unico ed efficiente, la spinta presidenzialista, la smania maggioritaria, tutto mirato allo svuotamento degli strumenti democratici di partecipazione, quali il voto o l’adesione consapevole ad un progetto politico come convinto contributo alla vita democratica del Paese. L’unico dato nazionale, omogeneamente analizzabile, le elezioni europee di giugno, ci mostra come i partiti tradizionalmente intesi e trasversalmente considerati da destra a sinistra attraversino una difficile fase determinata proprio da quelle dinamiche.

Inoltre, la conseguente difficoltà nel riprendere e riorganizzare l’attività politica, in seguito alla scissione dei Comunisti Italiani e al disorientamento avvertito da molti di quei compagni che guardano con diffidenza alle litigiosità e alle conflittualità tutte interne alla sinistra, ha inciso ovviamente anche sulla possibilità di lavorare adeguatamente sul tesseramento.

In un quadro politico così inteso, è conseguenziale registrare delle difficoltà riguardanti l’agire politico del nostro Partito.

Questo è un punto fondamentale: come dobbiamo intervenire per invertire la tendenza negativa! La convocazione della Conferenza di Chianciano del 5 e 6 febbraio sarà utile per discutere e confrontarci sul merito della questione.

Ciò detto, è bene ora soffermarci sulla situazione attuale del tesseramento del PRC.

Questo è l’anno in cui evidenziamo il dato di iscritti piu' basso dalla nascita del Partito. Mai, come invece è avvenuto quest’anno, si era scesi sotto i 100.000 iscritti. Siamo a 96.195 pari all’82%. (Meramente a fini di confronto si può ricordare che il massimo risultato raggiunto è del ’97 con 130.059 iscritti).

Perdiamo rispetto al ’98 20.942 iscritti, ai quali vanno aggiunti, come è ovvio, i 7759 reclutati e i 2852 recuperati (mancano ancora i dati di ben 29 federazioni), con un dato complessivo quindi di 31.553 iscritti in meno.

I Giovani Comunisti sono 10.091 (mancano i dati di Ragusa, Siena, Arezzo). 2528 al nord, 2739 al centro, 3.143 al sud, 1678 nelle isole e 3 all’estero. In calo di poco meno del 20% rispetto al ’98. E’ bene sottolineare come alcune federazioni trascurino letteralmente il tesseramento dei Giovani Comunisti.

Le donne iscritte al Partito risultano essere 19.587 pari al 20% degli iscritti totali (mancano i dati di 9 federazioni) con un calo di 2.490 iscritte rispetto al 1998.

Le federazioni diventano 120, da 117 che erano, in quanto la federazione europea viene sostituita dalle federazioni del Benelux, della Germania e della Scandinavia con un conseguente aumento di 53 iscritti. Le federazioni con piu' di 2.000 iscritti sono 7, nel ’98 erano 10; non raggiungono i 2.000 Bologna, Livorno e Cagliari. Le federazioni sopra il 100% sono 14, ma solo 2 di queste superano i 500 iscritti. 16 federazioni superano il 90%, 35 federazioni superano l’80%. In totale sono 59 le federazioni che raggiungono o superano la media nazionale. 5 federazioni sono invece sotto il 60%: Aosta, Asti, Novara, Lucca e Taranto.

Nessuno dei regionali del Nord raggiunge la media nazionale che è pari, come detto, all’82%. Al centro Lazio, Toscana e Umbria raggiungono e superano la media. Al Sud Abruzzo, Molise e Campania sono al di sotto della media. Per ciò che concerne le isole, entrambe superano abbondantemente l’82%, la Sicilia al 90% e la Sardegna al 97%.

I circoli censiti sono 2460, mentre nel ’98 erano 2814, un calo in gran parte determinato dagli accorpamenti ai quali molte federazioni hanno ricorso per ridurre al minimo i circoli troppo piccoli ed esistenti solo virtualmente, ed in parte determinato dalla scissione. I circoli aziendali sono 149, erano 129 nel ’98, ma nonostante questo gli iscritti nei circoli aziendali diminuiscono: da 3.367 si passa a 3.325, ovvero il 3,4% degli iscritti totali, (mancano i dati di 7 circoli). La federazione con il numero piu' alto di circoli aziendali è Roma.

E’ questa la situazione alla chiusura del tesseramento 1999. Il dato che emerge deve farci riflettere sulla necessità di rinforzare le nostre strutture, anche e soprattutto quelle piu' periferiche, di riprendere con forza l’iniziativa politica partendo dai singoli circoli, dalla loro capacità di intervento organizzato e praticato su temi e obiettivi concreti e realisticamente perseguibili. In questo senso, il tesseramento deve essere considerato non come una ritualità organizzativa fine a se stessa, ma come il completamento di un processo di identificazione, di chi a noi guarda con interesse e che parte dalla partecipazione diretta alle nostre battaglie, da quelle condotte nei quartieri a quelle sulle grandi questioni nazionali. I segnali positivi, comunque, non mancano; infatti sono molti i circoli, territoriali e aziendali, che hanno già raggiunto e superato il 100% del tesseramento 2000.

E’ bene ricordare, in ultimo, che da quest’anno raccogliamo le iscrizioni al Partito anche tramite Internet. Un modo, questo che ci ha permesso di ricevere oltre 420 richieste di tesseramento. Stiamo inoltre, procedendo ad informatizzare il tesseramento, creando degli archivi elettronici che ci permetteranno di conoscere meglio le caratteristiche del Partito, di elaborare dati e statistiche per compiere ricerche mirate sugli iscritti ed in generale facilitare e rendere piu' snello il lavoro del nazionale, dei regionali e delle singole federazioni.

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