Giuseppe Fazzese
Responsabile Organizzazione
Comitato Politico Regionale Sicilia
Nellarticolazione organizzativa nel territorio e nei luoghi di
lavoro del Partito della Rifondazione Comunista, al circolo è affidato il ruolo piu'
importante.
Al circolo territoriale spetta il ruolo di intercettare le istanze del territorio. Ma
sarebbe inesatto affermare che, ad oggi, questo ruolo sia stato effettivamente svolto. Pur
in mezzo a così tanti processi di frantumazione e disgregazione qualcosa si può fare.
Ho esperienza di Circoli che hanno organizzato il doposcuola per i ragazzi poveri dei
quartieri e di quelli che, ad esempio, con successo hanno costruito iniziative sui presidi
sanitari; e di altri ancora che si sono impegnati in battaglie, anche lunghe, per
lacquisizione e la fruizione di aree utilizzate abusivamente da privati o di quelli
che hanno affrontato questioni che hanno messo in connessione cittadini e soggetti tra
loro socialmente diversi: lartigiano, loperaio, lo studente, la casalinga ecc.
Aggiungo e chiedo: quanti e quali circoli si sono attivati per fornire informazioni e
assistenza, ad esempio, sulle diverse occasioni di lavoro anche precario?
Nella ricorrente crisi della erogazione idrica che, investe molti comuni siciliani e i
piu' poveri quartieri delle aree metropolitane, quanti e quali circoli si sono attivati
per organizzare gli abitanti e chiedere una politica nella gestione delle acque?
Che forse questi temi, che ho appena accennato, non sono elementi capaci di contribuire ad
interrompere il processo di disgregazione cui si fa spesso riferimento? E non sono questi
ed altri i temi i terreni sui quali è possibile ricostruire la coesione sociale?
Io credo di sì. E ritengo anche che quando siamo stati in grado di mettere in campo
azioni politiche come queste ci siamo sentiti rivolgere la frase: meno male che ci siete
voi di Rifondazione comunista.
Per quanto attiene ai circoli di luogo di lavoro che in Sicilia non sono molti e peraltro
collocati esclusivamente nella federazione di Palermo e Catania la situazione è diversa.
Questi circoli sono aumentati di numero con la costituzione del nuovo circolo Fiat della
federazione di Palermo e si sono caratterizzati per attività, per iniziative politiche,
per capacità di elaborazione e per radicamento sociale. Sono anche aumentati gli iscritti
che da 166 del 1998 sono passati a 177.
Può anche sembrare che questi circoli vadano meglio perché agiscono, se pensiamo al
lavoro svolto dai nostri compagni del circolo trasporti in un contesto aziendale come
quello dellEnte Ferrovie o a quello dei compagni elettrici, nel contesto di
unazienda come lENEL, ci rendiamo immediatamente conto che le caratteristiche
di aggregazione non ci sono. Anzi è vero il contrario. Lo testimonia il processo di
razionalizzazione e di riorganizzazione del lavoro di cui sono investite queste aziende.
E i processi che ho richiamato agiscono in modo distruttivo, proprio laddove tale
aggregazione sembra piu' omogenea, ma in realtà è solo territoriale, come al Cantiere
Navale di Palermo.
Infatti in quella realtà produttiva che negli anni 70 rappresentava il punto di
riferimento del movimento operaio palermitano con i suoi 3000 operai ridotti oggi a soli
600 dipendenti, il ricorso ai cosiddetti ammortizzatori sociali, gli incentivi
allesodo insieme alla proliferazione degli appalti di interi settori di produzione
hanno contribuito ad indebolire la coesione di classe. I lavoratori del Cantiere vedono
nei lavoratori dipendenti degli appalti dei concorrenti e nemici. E accade purtroppo
spesso che gli uni, in modo non esplicito, finiscano per considerare gli altri
corresponsabili del progressivo insediamento delle organizzazioni mafiose che, nei grandi
flussi di finanziamento previsti per laffidamento degli appalti di alcuni settori
produttivi del cantiere, ha intercettato unoccasione in piu' per realizzare
illecitamente alti profitti.