PARTITO DI MASSA
numero 30 - luglio 1999

A CASA DEL DIAVOLO

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Inaugurata con un affollato e partecipato comizio di Fausto Bertinotti, la Casa dei popoli di Casa del Diavolo è diventata presto un punto di riferimento per tutta la frazione situata alle porte della città di Perugia.
La realizzazione della struttura è stata avviata nel 1996, quando i compagni del circolo di Rifondazione Comunista "Sergio Bistoni" di Casa del Diavolo hanno deciso di ristrutturare un vecchio capannone dismesso. Attraverso uno sforzo straordinario profuso da tutti i militanti del circolo e che via via ha coinvolto i simpatizzanti, i non iscritti, fino ad arrivare alla partecipazione di tutte le famiglie della frazione perugina, si è giunti alla creazione di un complesso di 4.000 mq di spazio all'aperto e di un edificio di 400 mq circa. Oltre alla sede del circolo, la struttura comprende un'ampia e attrezzata cucina, un bar e un salone di 240 mq adibito, a seconda dei casi, a sala riunioni, sala da ballo, sala per pranzi, ecc. Che l'impegno e la fatica siano stati consistenti lo percepiamo dalla passione che traspira dai racconti dei compagni, in cui è evidente l'orgoglio di avere trascorso almeno 150 giornate, concentrate soprattutto nei fine settimana, impegnati in un lavoro totalmente volontario per costruire un luogo che si è rivelato essenziale per il radicamento del partito e per la costruzione di legami sociali nel territorio.
L'entusiasmo dei compagni è del tutto condivisibile, perchè la Casa dei popoli si è dimostrata un potente centro di aggregazione e di socializzazione. Qui persone di tutte le generazioni si incontrano, si confrontano, in un proficuo scambio di esperienze e di memorie.
A cominciare dalla grande Festa di Liberazione che vi si svolge e che coinvolge l'intero paese, diventata un evento importante e conosciuto nell'intera città di Perugia. Un imperdibile appuntamento dell'estate per tutti i compagni e non solo.
Ma anche nel corso dell'anno le attività sono numerose e varie: innanzitutto la politica, con i dibattiti, le riunioni e i comitati politici federali: poi le attività ricreative, con le cene sociali, le serate danzanti, i concerti, la scuola di ballo; le attività culturali, con spettacoli teatrali, convegni e conferenze. Un'altra iniziativa meritoria è il corso di ginnastica terapeutica che si svolge sotto la supervisione di un medico, corso molto utile e molto ferquentato. A testimonianza di quale punto di riferimento sia diventata la Casa dei popoli per Casa del Diavolo e per le frazioni limitrofe bisogna inoltre segnalare i numerosi pranzi che ogni settimana vi hanno luogo per varie celebrazioni.
Dobbiamo ricordare anche il seminario nazionale dei Giovani Comunisti sull'ambiente, un momento alto di dibattito politico e culturale, che ha trovato una perfetta collocazione nella cornice della Casa dei popoli.
La politica, la cultura, la socialità. Queti sono i tre elementi che la Casa dei popoli è riuscita a coniugare nelle sue numerose attività e iniziative. Un luogo vivo, pulsante, animato, centro di relazioni e di legami, la sede preziosa per la ridefinizione del modo di fare politica nel territorio. E nel fare questo la Casa dei popoli ha vinto un'importante scommessa. Dopo lo scioglimento del Pci le storiche case del popolo, patrimonio del movimento operaio italiano e dei suoi partiti, in provincia di Perugia venivano tutte dismesse o vendute da parte del nuovo partito, il Pds. E così, ad esempio, la casa del popolo di Umbertide, importante simbolo dell'identità e del patrimonio di lotte del Partito comunista, diventava un supermercato.
Rifondazione comunista si è opposta a questa svendita dei luoghi dell'identità e della memoria, della tradizione delle lotte, a favore dei prevaricanti luoghi del consumo e degli ipermercati nel territorio e nel tessuto sociale. E ha ridato vita alle Case dei popoli: una a Moiano e una a Casa del Diavolo. Ha dimostrato, grazie all'impegno e all'entusiasmo dei compagni, che non sono inutili simulacri da sacrificare all'altare della speculazione e del commercio, ma che possono tornare ad essere centri vitali del tessuto cittadino, punti nevralgici della riqualificazione urbana, perchè strumenti di un percorso di costruzione di vincoli e di legami comunitari nuovi, antagonisti rispetto alla spersonalizzazione e alla frantumazione delle relazioni della città moderna.
E il passaggio dalle case del popolo alle Case dei popoli ha assunto una valenza particolare e nuova: la consapevolezza della necessità dell'incontro di culture diverse, del confronto multietnico, la volontà di mettere al centro il dialogo, lo scambio, la capacità di ascolto delle opinioni degli "altri".
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