PARTITO DI MASSA
numero 30 - luglio 1999

SORRENTO, SEMINARIO "IPOTESI PER UN'ALTERNATIVA"

Stefania Achella
"Non so come, non so ancora precisamente cosa, ma ho tanta voglia di fare", così ha detto Monica, 24 anni, casertana, iscritta al nostro Partito da quando "quegli altri" (i cossuttiani) lo hanno lasciato, mentre Giuliana, 20 anni, avellinese, sorniona ha confessato: "io proprio ai comitati politici non riesco mai a dire una parola, com'è possibile prenotare il proprio intervento con ore di anticipo?".
Piccole testimonianze, segnali di una difficoltà che molti di noi conosciamo, e che in questo seminario residenziale svoltosi a Sorrento, nella seconda settimana di maggio, sono emersi con grande sincerità, e con la voglia di capirli e di superarli. Il seminario "Ipotesi per un'alternativa", formula che da tempo il Dipartimento Nazionale per la Formazione porta in giro, più o meno organizzati, con la consapevolezza che seppure gli ostacoli sono ancora tanti, si sta seriamente lavorando alla costruzione di un progetto, anzi, come appunto propone Bruno Morandi, si stanno mettendo sul campo una serie di "ipotesi" per un'alternativa.
Ipotesi per un'alternativa alla logica di mercato, per un'alternativa all'attuale organizzazione del lavoro, per un'alternativa alla scomparsa dell'elemento umano all'interno dei rapporti sociali e di lavoro. Punto di partenza non poteva che essere allora l'analisi della logica dell'impresa e la riproposizione del tema del soddisfacimento dei bisogni fondamentali. Temi questi non nuovi, ma la cui novità risiede proprio nel modo in cui si intende farli interagire, nella costruzione di un nuovo progetto complessivo. "Si tratta di capire bene cosa intende Morandi quando parla di 'individuo sociale?", problematizza Pasquale, laureato in Sociologia, operaio all'Alenia di Pomigliano, luogo storico delle battaglie politiche e sindacali, "lavoro sociale e individuo sociale sono infatti il centro della riorganizzazione del lavoro e di un nuovo modello di società che superi quella liberale". A partire da questi elementi non potevano che guadagnarsi centralità quei punti intorno a cui andrà costruendosi il futuro del nostro partito: l'organizzazione, la forma-partito, la democrazia interna. E qui il dibattito si è fatto intenso. "Pensate un po' se fosse stato possibile realizzare questa discussione in videoconferenza" ha detto nel mezzo della discussione Paolo, sollevando proprio il problema del rapporto complesso tra un partito di massa che ancora si avvale dei tradizionali mezzi di comunicazione e l'avanzamento delle nuove tecnologie che spianano la strada a potentati internazionali e demagogie incontrastate. Eppure proprio il rapporto fisico, la presenza della corporeità ha reso il confronto più interessante, mentre la suddivisione in gruppi di lavoro ha fatto si che ognuno potesse dire la propria posizione, senza urlare, senza fretta, convergendo poi in un'assemblea finale in cui è stato possibile avere una discussione ricca ma non anarchica. Un modo di discutere, spesso assente all'interno del nostro stesso partito, e tornato necessario soprattutto quando si sono affrontati problemi più speciosi come il problema della democrazia interna e il rapporto con i gruppi dirigenti.
Ancora una volta è emersa l'esigenza di proporre una nuova idea di organizzazione del lavoro, non solo all'interno della società ma naturalmente anche all'interno del partito, proprio nel momento in cui la struttura dettata dalla logica di impresa permea sempre più spesso le strutture dei partiti e dei sindacati, riproponendo il modello gerarchico e carrierista. Ma va anche ripensata la divisione del lavoro, e una nuova concezione dell'idea di libertà non più intesa, come un non nuocere la libertà altrui, ma pensata come una vera e propria costruzione reale che trascenda l'individuo e che costruisca l'individuo sociale. E questa è la scommessa di un partito comunista di massa che deve tentare proprio la ricomposizione tra il cittadino (proprio quel cittadino astratto voluto del pensiero liberale) e la persona reale (con i suoi bisogni reali), reintroducendo nella politica i rapporti reali. Ci salutano Monica e Paolo, ci saluta Giuliana, "torno a casa stanca, ma soddisfatta e con la voglia di ripetere esperienze simili", mentre Francesco, laconico commenta "dare voce all'ipotesi di un'alternativa ad una società viziata del mercato ha già il merito di porre, finalmente, l'alternativa come valore agibile". E proprio su questa alternativa ci diamo appuntamento al prossimo, speriamo vicino, incontro.
Prima di chiudere, però, un piccolo monito a chi intende metter su un seminario residenziale: preparatevi con grande serenità d'animo: se tutto sarà andato bene fino a cinque giorni prima della data stabilita, negli ultimi cinque giorni si scatenerà tutto il pensabile e... l'impensabile! Ma non desistete, tutto si risolverà, in un modo o nell'altro, e alla fine scoprirete che ne valeva la pena.
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