PARTITO DI MASSA
numero 29 - maggio 1999

IL LAVORO NEL PROGRAMMA PER LE ELEZIONI COMUNALI

Il ruolo delle amministrazioni locali rispetto al problema occupazione e lavoro deve essere attivo e “promozionale”. In primo luogo le amministrazioni locali devono agire sui propri livelli occupazionali evitando l’esternalizzazione di settori organizzati della macchina comunale efficienti ed efficaci e perfettamente coperti da personale proprio. Le aziende esistenti con livelli produttivi buoni e servizi decenti vanno mantenute e possibilmente rafforzate agendo per questa via ad incrementare l’occupazione e non riducendola in funzione della riduzione dei costi di gestione. 
L’idea di piani operativi per il lavoro contenuta sui patti territoriali, non č di per se sbagliata, questa diviene inaccettabile nel momento in cui, si forza sul terreno dei diritti dei lavoratori e sulle regole del mercato del lavoro
Ogni grande cittā si doti di un piano del lavoro, articolato su settori di intervento coinvolgendo e stimolando tutti i soggetti sociali interessati.
Compito dell’ente locale č: 
- l’adozione, nell’immediato, di tutte le misure che servano a bloccare le situazioni aperte di crisi aziendale (l’emergenza); la definizione di piani di riassetto industriale orientati alla riqualificazione produttiva, nell’ambito della compatibilitā ambientale;
- la definizione, di medio periodo, degli assetti urbani delle aree dismesse o degradate, prevedendo oltre alla quota di verde, l’insediamento di attivitā ambientalmente compatibili e di ricerca, in prioritā assoluta rispetto a insediamenti commerciali;
- l’avviamento di un piano straordinario di formazione professionale nell’ambito delle attivitā promozionali della amministrazione comunale, in grado di collegare le esigenze dell’immediato con quelle derivate dagli interventi di breve, di medio e di lungo periodo;
- la difesa e il potenziamento delle aziende pubbliche nel loro ruolo di volano propulsivo dell’economia metropolitana.
L’impegno delle civiche amministrazioni deve essere assolto a partire dall’assunzione di garanzie precise rispetto al lavoro atipico in particolare verso soci di cooperative, impedendo che il precariato sostituisca lavoro tutelato. Inoltre non si devono utilizzare lavoratori socialmente utili per svolgere attivitā sostitutive di servizi erogati da lavoratori in carico all’ente al fine di ridurre i costi di gestione.
Vanno quindi considerati i Lsu come portatori di “lavoro buono” e quindi occorre trovare le soluzioni che ne garantiscano i diritti e il percorso che ne determini la stabilitā. In particolare occorre studiare progetti di conversione di Lsu in lavoro stabile privilegiando interventi di riqualificazione urbana, sociale ed ambientale con riguardo ai centri storici e alle aree da risanare e riconvertire al tessuto urbano.
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