COME LA PROVINCIA DI BOLOGNA SI PREPARA ALLE ELEZIONI
Stefano Franchi
Il 13 giugno si voterà anche a Bologna per il rinnovo
di quasi tutti i consigli comunali. Dopo la caduta del Governo Prodi e
la formazione di quello DAlema (con lappoggio dellUdr) i Ds anche a
Bologna hanno congelato i rapporti a sinistra e tentato di formare maggioranze
conformi a quelle nazionali (dal PdCI allUdr). Hanno avuto mesi di forti
scontri interni sulla candidatura a Sindaco di Bologna, forti scontri sulla
formazione della futura giunta con i popolari e, infine, si è vista
anche a Bologna la nascita dellAsinello che comparirà con un proprio
simbolo in tutti i Comuni sopra i 15mila abitanti. Allinterno di questo
quadro va inserita la nostra campagna elettorale, anche e soprattutto alla
luce delle vicende nazionali.
Economicamente i fondi che abbiamo a disposizione
non sono minimamente paragonabili a quelli degli altri candidati: non
potremo quindi competere sul piano pubblicitario. Infine vi è il
rischio, a fronte di un centro-destra unito (diversamente da 4 anni fa)
di venir oscurati dai due Poli. Che fare?
1) La questione della guerra è fondamentale
(si voterà anche per le europee). Non possiamo non vedere che su
questa grande questione di civiltà i partiti che più sono
in crisi sono quelli del centro-sinistra. Il popolo di sinistra è
sempre stato dalla parte della pace, la Cgil è sempre stata unorganizzazione
per la pace. In tutte le iniziative che mettiamo in campo a Bologna (dalla
raccolta firme al comizio volante) si riesce a toccare con mano questo
dissenso nella sinistra moderata. Su questo terreno utile è lindicazione
di formare comitati per la pace tentando di costruirli con tutte
le voci possibili.
2) A Bologna e in generale in Emilia Romagna negli
ultimi anni si è assistito a processi di privatizzazione delle aziende
pubbliche e dei servizi sociali. Vi è stata a Bologna una Manifestazione
nazionale contro la legge Regionale sulla parità scolastica. La
questione dei servizi è un terreno su cui di più si è
manifestato un dissenso nei Ds (nel referendum contro la privatizzazione
delle farmacie comunali 80.000 cittadini dissero No a fronte di 25.000
elettori di Rifondazione Comunista).
3) Come dicevo allinizio le nostre risorse economiche
sono molto scarse. Anche per questo, ma non principalmente per questo,
ci baseremo come sempre sul lavoro militante. Dovremmo anche cercare, allinterno
di una campagna di massa, di mirare le nostre iniziative:
- arrivare nei principali luoghi di lavoro se è
vero, come credo sia vero, che questi sono uno dei principali terreni di
dissenso a sinistra;
- caratterizzarci molto allinterno del mondo giovanile
soprattutto sulla questione della guerra e della scuola;
- indirizzare i nostri sforzi nei confronti delle
principali aziende pubbliche bolognesi in odore di privatizzazione o di
ridimensionamento (ATC, Seabo, Afm, Comune di Bologna).
Su questi temi e su questi terreni il principale
pericolo sarà lastensionismo. Dovremmo riuscire a costruire, a
livello di massa, lidea che un voto a sinistra, soprattutto nel contesto
attuale, è un voto utile, un voto di prospettiva anche e soprattutto
per gli scenari politici che usciranno il 13 giugno. Una tenuta e un rafforzamento
del nostro Partito non solo sconfesseranno tutti i tentativi di cancellarci
dal quadro politico ma saranno un elemento che accelererà la crisi
del Governo DAlema e dei Ds, sarà un dato oggettivo da cui non
si potrà prescindere, a sinistra, per le prospettive del nostro
Paese. |