LE ELEZIONI DEL 24 MAGGIO di Graziella MasciaDALLE ESPERIENZE DI QUESTI MESI di Milziade CapriliIL MODO DI STARE NELLE ISTITUZIONI: A BELLARIA L'ASSEMBLEA NAZIONALE DEGLI ELETTI E DELLE ELETTE di Salvatore CerboneUN BUON INIZIO di Francesco SperanzaE' FESTA di Gianni FavaroDUE MESI IN MARCIA PER LA SALUTE IN LOMBARDIA di Daniela Polenghi |
LE ELEZIONI DEL 24 MAGGIOGraziella Mascia
Il 24 maggio milioni di elettori ed elettrici si recheranno
alle urne per eleggere sindaci, consiglieri comunali e provinciali.
Difficile prevedere dentro quale clima politico si svolgeranno le
consultazioni, considerati i diversi movimenti in atto in questi
giorni sia nei rapporti tra le forze politiche, sia per i confronti
aperti sul merito delle questioni. La cosa certa è che siamo a un
passaggio di fase particolarmente importante: se, come dovrebbe, il
2 di maggio si darà il via allunione monetaria europea, molte cose
andranno messe a punto. E infatti, Rifondazione Comunista per prima
ha realizzato incontri bilaterali con tutti i partiti della maggioranza
di governo, sottolineando la necessità di una svolta riformatrice
nelle politiche del governo, con particolare attenzione alla situazione
delloccupazione e del Mezzogiorno. Valutazioni che incontrano consenso
circa lobiettivo, ferme restando differenze circa gli strumenti
per la soluzione dei problemi. Certo è che Maastricht e i
suoi parametri chiederanno altre misure per il patto di stabilità,
anche dopo la moneta unica e la scelta non si presterà ad
ambiguità: il paese non può continuare a sopportare
solo operazioni di risanamento di bilancio, urge una politica di
sviluppo. I rapporti nella maggioranza e le prospettive politiche si
giocheranno a maggio e si misureranno presto con il documento di
programmazione economica e finanziaria. Anche i sommovimenti nel
centro e i rapporti nel polo sono legati a queste scadenze, e naturalmente
il destino della bicamerale sarà deciso di conseguenza.
Centra tutto ciò con le elezioni amministrative? Pensiamo di sì.
Innanzitutto perché nel nostro tentativo di imprimere una svolta
nellazione di governo cè tutta la preoccupazione per una
situazione di disagio sociale e della materialità dei drammi che
si evidenziano ormai nelle statistiche. Parliamo di condizioni di
povertà che coinvolgono persino il 15% di persone che hanno un
lavoro, e di un enorme problema di salari e di redditi. Le manifestazioni
per il lavoro e per la riduzione dorario, nel sud e nel nord del
paese ne sono la conferma. E sono le situazioni che nelle città
conosciamo bene, e che non a caso ci fanno mettere al centro dei
nostri programmi la questione delle periferie, come rappresentazione
di una società segmentata, che seleziona ed esclude fasce
di donne e di uomini, che sacrifica diritti sullaltare del mercato,
che determina solitudini e intolleranze. Possono i nostri compagni
e le nostre compagne, nel lavoro delle istituzioni locali, dare un
contributo per risolvere tali problemi? Non è facile. La legge
per lelezione diretta del sindaco ha portato con sé uno svuotamento
dei poteri dei consigli comunali e una riduzione persino dei poteri
delle giunte, e per essere incisivi nellaffermare proposte di cambiamento
è necessario il sostegno e liniziativa di pezzi di società.
Tuttavia la presenza dei comunisti nelle istituzioni è comunque
un riferimento importante, sia quando siamo allopposizione, tanto
più quando siamo al governo. Le nostre compagne e i nostri
compagni dei comuni in cui si voterà nei prossimi mesi hanno
perciò una responsabilità in più: oltre a dare
risposte sul piano territoriale, in rapporto alle competenze degli
enti locali, il valore politico di quei risultati e dei progetti che
sapremo esprimere saranno una parte importante dellimpegno più
generale per il cambiamento in Italia e in Europa. |
DALLE ESPERIENZE DI QUESTI MESIMilziade Caprili
Dalla concreta esperienza di questi mesi possiamo trarre
un qualche spunto generalmente utile a sostenere e qualificare
limpegno del Partito:
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MODO DI STARE NELLE ISTITUZIONI: A BELLARIA L'ASSEMBLEA NAZIONALE DEGLI ELETTI E DELLE ELETTE
La segreteria nazionale e il Dipartimento nazionale Stato
e Autonomie hanno deciso di convocare per i giorni 17, 18 e 19
aprile presso il Centro Congressi Europeo di Bellaria (Rimini) lAssemblea
Nazionale delle Elette e degli Eletti comunisti alle Regioni, alle
Provincie e ai Comuni. Questappuntamento cade alla vigilia di unulteriore
e delicata tornata elettorale per il rinnovo di due consigli regionali,
dodici consigli provinciali e circa seicento consigli comunali di
cui ventiquattro capoluoghi di provincia. Ed è un appuntamento
che si colloca in una fase politica difficile per il Paese e per
il nostro stesso ruolo nella maggioranza che sostiene il Governo.
Nei rapporti con il governo e allinterno della maggioranza si sommano
e crescono i motivi di contrasto e di dissenso che ci fanno esprimere
un giudizio fortemente negativo nei confronti dellesecutivo. Il
prossimo 4 maggio con lingresso dellItalia nellEuropa delle monete
dovrà essere anche linizio di una nuova fase per portare
in Europa lItalia sociale, lItalia dei lavoratori. Dovrà,
quindi, iniziare concretamente la fase dellimpegno per lo sviluppo
e della lotta alla disoccupazione. Da Bellaria, vogliamo rilanciare
una rinnovata lotta per la democrazia e per il rinnovamento delle
istituzioni. Un obiettivo questo che ci dovrà far confrontare
e misurare con la fase di riforme costituzionali e istituzionali
che investiranno direttamente le Regioni e le Autonomie Locali. Sarà
necessario, quindi, iniziare un lavoro che ci conduca a rinnovare
la nostra idea delle istituzioni e del nostro modo di starci. Dovremo,
quindi, soffermarci sui limiti e sulle insufficienze politiche che
abbiamo registrato nella nostra esperienza elettiva e amministrativa.
Sono stati limiti di impostazione politica e programmatica che hanno
contribuito a generare debolezze, precarietà e tensioni. Dovremo
cercare di porre le basi per correggere quellidea, quella pratica
politica, che finisce o per separare liniziativa politica del partito
da quella degli eletti finendo per far affermare lidea, diffusa
tra i nostri compagni, che la presenza nelle istituzioni diventa
un freno per il radicamento di massa del partito o, viceversa,
per individuare nellente locale lunica sede a cui affidare la risoluzione
dei problemi, trascurando così di costruire, sulle varie problematiche,
momenti di lotta, nella società e sul territorio, indispensabili
per il raggiungimento degli obiettivi. Si tratterà, quindi,
di superare quella divisione e quella contrapposizione che oggi registriamo
tra il partito e i compagni impegnati nelle istituzioni. Inoltre,
assieme ai gruppi parlamentari, dovremo rivedere la nostra stessa
azione rivolta alla legislazione e alla decretazione verso le regioni
e le autonomie locali. Credo, dovrà essere segnata da una
maggiore attenzione e fermezza, sapendo che una politica sbagliata
verso queste istituzioni produce profondi guasti sul terreno delloccupazione
e dei servizi ai cittadini. Infatti, anche con la legge finanziaria
del 98, lo Stato trasferisce sempre meno risorse agli enti locali,
costringendo così lamministrazione a scegliere misure drastiche
e impopolari. Gli amministratori di fronte a queste scelte del governo
dovranno disbrigarsi tra soluzioni i cui risultati sono tutti negativi
(aumento dei tributi locali; riduzione dei servizi erogati; aumento
delle tariffe per chi ne usufruisce; riduzione del costo del personale,
che significa riduzione degli organici). La stessa legislazione sui
nuovi ordinamenti dovrà vederci impegnati con lo sguardo rivolto
sempre alle ricadute sullazione periferica delle istituzioni locali. Ciò
non sempre è accaduto con la stessa forza che imprimiamo ad altre
importanti tematiche. Le leggi Bassanini sono un esempio di questa
insufficienza. Infatti le leggi 59 e 127 del 97 mentre da un lato
presentano indubbi pregi quali lo snellimento, la semplificazione, il
decentramento dellattività amministrativa e il tentativo di
superare quei poteri burocratici (Coreco, Segretari comunali e Dirigenti
dei Servizi) che riducevano e condizionavano il potere politico locale,
dallaltra manifestano pericolose norme di liberismo e di autoritarismo.
Dovremo inoltre ragionare sui limitati poteri che unondata presidenzialista
e leaderistica ha assegnato alle assemblee elettive, specie quelle
provinciali e comunali, che sono diventate sempre più assemblee
consultive e sempre meno luoghi di decisioni e scelte. Credo, quindi,
che dintesa con i gruppi parlamentari, dovremo proporre sostanziali
modifiche alle leggi contenenti queste limitazioni. Salvatore
Cerbone Responsabile Dipartimento Problemi dello Stato e delle Autonomie
Salvatore Cerbone
Responsabile Dipartimento Problemi
dello Stato e delle Autonomie
ASSEMBLEA NAZIONALE DELLE ELETTE E DEGLI ELETTI COMUNISTI NELLE REGIONI, NELLE PROVINCIE E NEI COMUNI |
UN BUON INIZIO 1998
A conclusione del tesseramento 1997, sottolineammo, che
quel risultato molto positivo costituiva una premessa per una campagna
1998 in cui era posssibile fare unulteriore balzo in avanti, in
almeno tre direzioni: quantità degli iscritti e dei reclutati,
estensione sociale e territoriale della forza organizzata del Partito,
consolidamento e ulteriore miglioramento del metodo di lavoro, della
politica organizzativa, della precisione, completezza rapidità,
nel complesso di comunicazione dei dati tra Circoli- federazioni,
Regionali e Nazionale. Tutti elementi che sicuramente contribuiscono
alla costruzione di un Partito di massa.
Al primo rilevamento del 6.3.98 della campagna di tesseramento e
reclutamento, costatiamo con soddisfazione che tali premesse si stanno
concretando. 46.538 iscritti pari al 36%, decine di Circoli
oltre il 100%, con 40 federazioni con risultati superiori alla media
nazionale sino ad alcune che superano al primo rilevamento il 70%.
44 federazioni che hanno fornito da subito dati completi e dettagliati
e in molti casi con risultati ottenuti nel quadro di piani di lavoro
programmato sul territorio e non affidandosi alla routine. Tutto
ciò, non dimentichiamolo mai, si deve al prezioso lavoro di
compagne e compagni che non sono funzionari ma che mettono molto
tempo libero a disposizione del Partito, spessooberati da pluri-incarichi
in settori anche molto diversi, che vanno dallorganizzazione alla
sanità ecc.. Questa valutazione certamente
positiva rende più preoccupante per tutti, dal Circolo al
Nazionale, il fatto ancora una volta che non possa essere estesa
a tutta lorganizzazione. Parliamo della solita differenzazione
nei dati che mostra come a fronte di quelli positivi ne troviamo
altri che marcano un ritardo, altri purtoppo addirittura un grave
ritardo. 18 federazioni con risultati che sono relativamente
vicini alla media nazionale, dal 30% in su, 23 dal 20% al 30%, 34
sotto il 20%. Ben 72 organizzazioni che, nonostante tante discussioni
in cui sembrava essere ormai comunemente acquisito il fatto che per
una comprensione reale del tesseramento e dellorganizzazione del
Partito, sono necessari tutti i dati e non il solo dato complessivo,
hanno comunicato ai Regionali e al Nazionale solo questultimo.
E a questo punto vorremmo porre una questione generale di metodo,
che dovrebbe trovare tutti daccordo, e se così, produrre
iniziative mirate per esaminare, affrontare e risolvere i problemi
esistenti. Quando nelle riunioni e nelle lettere attiriamo
lattenzione su questi ritardi, con tanto di nome e cognome dellorganizzazione
che si trova in quella situazione, non lo facciamo per esercitarci in
una disseratazione statistica fine a se stessa, ma per individuarne
attraverso numeri e percentuali, casi, situazioni per le quali vanno
ricercate le cause, le ragioni organizzative o politiche che siano, e
per avviare un lavoro, produrre uno sforzo comune di tutto il Partito
ai vari livelli per risolvere quei problemi ed andare avanti.
Pensiamo per i prossimi incontri che possa essere produttivo instaurare
un nuovo metodo di discussione, partire cioè nel confronto
dalle situazioni critiche, evidenziare le cause, e discutere su cosa
è stato fatto, si sta facendo o si intende fare a tutti i livelli
del Partito.
Francesco Speranza
Responsabile nazionale del tesseramento
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E' FESTA
Nel 1997 sono state organizzate 721 feste di Liberazione,
si tratta di un dato molto positivo che conferma il rapporto di massa
che le nostre feste sono in grado di sviluppare su tutto il territorio
nazionale. Complessivamente possiamo considerare chiusa una prima
fase di sviluppo e sperimantazione , occorre considerare le feste
di Liberazione come parte delliniziativa politica del Partito. Questo
deve significare un rafforzamento del ruolo di direzione e organizzazione
delle feste sia centrale sia da parte dei Regionali e dei Provinciali.
E indispensabile che tutte le feste si richiamino al nostro quotidiano,
garantendo che ci sia uno spazio di informazione sugli abbonamenti
e venga effettuata la diffusione del giornale e del mensile
Rifondazione. Lo stesso vale per la presenza del Partito con la distibuzione
di materiale politico e con il tesseramento. Centralmente stiamo
lavorando alla realizzazione di un logo unico per tutte le feste
(comè la U per le feste dellUnità) speriamo di poterlo
rendere pubblico entro Aprile per permettere a tutte le feste
di questanno di adottarlo. Stiamo strutturando un servizio di assistenza
legale specializzato per lorganizzazione delle feste e degli spettacoli.
Per il momento la Siae conferma la convenzione che siglammo nel 1992.
Ricordiamo che in ogni caso il pagamento dei diritti va trattato
direttamente con gli uffici di zona Siae e che la convenzione può
essere utile se, come ogni tanto accade, vengono avanzate richieste
esorbitanti. A questo proposito vi rammentiamo di non versare lintera
cifra in anticipo ma di effettuare un acconto e a fine festa il saldo,
questo perchè in caso di pioggia o in caso di contestazioni
farsi restituire i soldi è molto difficile. Anche per questanno
confermiamo che è in funzione la copertura assicurativa nazionale
relativa alla responsabilità civile verso terzi del PRC (feste,
manifestazioni, sedi, ecc..), il che vuol dire che in caso di danni
procurati a terzi, per diretta responsabilità del PRC, interviene
la copertura assicurativa nazionale, si tratta di una garanzia pensata
per tutelare il Partito in casi particolarmente gravi con franchigie
alte che escludono piccoli incidenti (danni ad autovetture, a materiale
elettronico ecc..).
E stata confermata, alle stesse condizioni dellanno scorso, la convenzione con la Universo Assicurazioni per le feste di Liberazione (Furto, Incendio, Infortuni). E stato attivato un servizio centrale di assistenza per le federazioni e i circoli per quello che attiene le assicurazioni, dalle informazioni alla segnalazione di disguidi o controversie, bisogna fare riferimento alla compagna Barbara Giadresco dellufficio amministrazione della direzione nazionale tel 06 44182229 , fax 06 44239231 dalle ore 10 alle ore 13, dal lunedì al venerdì; vi preghiamo, in ogni caso, di trasmettere via fax tutte le polizze che vengono attivate, per darci modo di tenere sotto controllo la situazione e di verificare loperato dellAssicurazione. La festa nazionale di Liberazione si terrà a Milano dal 25 giugno al 20 luglio nellarea che circonda il Pala Vobis, dove normalmente si tiene la festa provinciale della federazione. Il programma della festa è in fase di preparazione e ne daremo notizia sui prossimi numeri. Gianni Favaro
Responsabile nazionale feste di Liberazione
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DUE MESI PER LA SALUTE IN LOMBARDIA
E partita il 7 marzo da Milano e si concluderà
il 5 maggio di nuovo a Milano la Marcia per la Salute in Lombardia:
è partita dal luogo tragico che ha svelato cosa può
significare il mercato in sanità, il Galeazzi, e terminerà
con una grande manifestazione davanti al Pirellone, per dire che
non è affatto finita la lotta contro la controriforma privatizzatrice
di Formigoni. In mezzo cè la mobilitazione di tutte le Federazioni,
secondo uno schema ed un progetto elaborato insieme al Regionale
che cerca di dare conto anche della lunga battaglia condotta in difesa
e per lo sviluppo del Sistema Sanitario pubblico al centro dellattacco
della Giunta di centro-destra: mobilitazione frutto di un lavoro
non sempre facile, perché fatica a diventare patrimonio comune
del Partito la consapevolezza che i temi del diritto alla salute
e al benessere sociale sono al centro della questione più
ampia dello stato sociale, poiché toccano sul vivo la qualità
della vita dei cittadini, soprattutto quelli più deboli socialmente.
Comunque il risultato si è ottenuto: davanti a tutti i principali
ospedali, i poliambulatori, le strutture per anziani ci sarà,
secondo un calendario ben preciso di cui Liberazione darà
notizia, un presidio di Rifondazione Comunista con distribuzione di
materiale (si è provveduto a preparare un volantone regionale che
spiega i termini dellimbroglio di Formigoni), raccolta di firme,
compilazione del Sanitometro. In ogni provincia si terranno due- tre assemblee
pubbliche sui temi della sanità e dei servizi sociali (oggetto
del prossimo attacco della destra), assemblee che vogliamo il più
possibile aperte innanzitutto agli operatori e poi agli Enti Locali,
alle associazioni, ai gruppi di volontariato; riteniamo infatti assolutamente
necessario avviare un confronto sulle conseguenze gravi che già
si avvertono rispetto allapplicazione della legge regionale 31,
soprattutto sulla permanenza dei servizi territoriali e sugli standard
dei presidi ospedalieri afferiti alle 27 Aziende Ospedale, che per
esigenze di bilancio tenderanno ad eliminare i servizi decentrati
con pesanti ricadute sui cittadini e sugli operatori. Chiederemo
ovunque possibile, da parte dei nostri amministratori locali, incontri
con i Direttori generali delle A.S.L. e delle Aziende Ospedale per
verificare come intendono garantire, attraverso i progetti che sono
tenuti a formulare, i livelli di servizi agli utenti e per esporre
le nostre posizioni rispetto al diritto alla salute, al ruolo dei
comuni nella programmazione della sanità e dellassistenza, alla
partecipazione di operatori ed utenti alla gestione ed alla verifica
degli interventi. Le iniziative fino ad ora realizzate hanno dato
ottimi risultati: da Niguarda al piccolo ambulatorio di provincia,
lattenzione dei cittadini è immediata e viva e il consenso alle
nostre proposte ampio; questo dimostra la fondatezza di quanto prima
dicevamo rispetto allurgenza e allimportanza per il Partito di
mettere questi temi al centro della propria iniziativa politica. Ma
questo consenso, in parte inaspettatamente, non sta venendo solo
dai singoli cittadini: su un appello per ladesione alla marcia formulato
dal gruppo regionale di RC, centrato su alcuni temi nodali quali
la prevenzione, la regolamentazione della libera professione legata
alla fine delle liste di attesa, i ticket, la partecipazione, il
ruolo e il coinvolgimento degli Enti Locali, stanno giungendo adesioni
assai qualificate e significative; vogliamo citare quella delle giunte
provinciali di Milano, Brescia, Cremona, dellassessore ai servizi
sociali della provincia di Lodi (ricordiamo che solo a Milano RC
è in maggioranza!), del Segretario Regionale di CGIL medici,
di dirigenti regionali della CGIL, di Sindacati e Associazioni. E
soprattutto lattenzione degli enti locali che dovrebbe farci riflettere:
lespropriazione avvenuta in questi anni, dopo le leggi De Lorenzo
e lintroduzione del concetto di Azienda in sanità, di ogni
possibilità di influire sulle scelte di politica sanitaria
e la completa subordinazione di comuni e province al potere assoluto
dei Direttori Generali ha raggiunto un limite ormai non più
sopportabile e il nostro Partito comincia ad apparire come interlocutore
credibile rispetto a una possibilità di cambiamento; allinterno
della marcia dunque sarà necessario anche mettere in luce
il ruolo fondamentale da noi esercitato nella trattativa con la maggioranza
di Governo rispetto al testo della delega per la revisione del DGL
502 e alla correzione sia rispetto allaziendalizzazione sia
alla ripresa di un ruolo forte degli enti locali. Dunque la marcia
va, anche e soprattutto nel rapporto con la società, pezzo
importante di quel radicamento di massa che è obiettivo fondante
di RC: cè da lavorare affinché anche allinterno del
Partito la marcia non resti un episodio positivo e riuscito però
staccato dal corpo vitale del Partito stesso, ma consolidi progetti e
strutture organizzative che consentano in ogni Federazione la prosecuzione
del lavoro politico e del rapporto sociale sui diritti, primo fra
tutti quello alla salute.
Daniela Polenghi
Responsabile Politiche sociali PRC
Lombardia
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LA CONFERENZA DI PESARO - URBINO
La Federazione di Pesaro-Urbino ha avviato il percorso
della prima conferenza federale di organizzazione, che il 10
Maggio 98 vedrà discutere un centinaio di delegati nel comune
di San Costanzo, vicino a Fano, presso il teatro La Concordia.
Questa conferenza costituirà la fase conclusiva di un
percorso avviato dalla discussione di due comitati politici federali,
di una direzione provinciale, che vedrà tutti i 25 circoli
del partito discutere nelle assemblee degli iscritti nel mese
di Aprile. Discussioni tutte incentrate sul Partito, la sua organizzazione,
gli obiettivi di lavoro, la delicata fase politica nazionale
e locale. Le tracce del documento che stiamo predisponendo
per la discussione nei circoli si possono così riassumere;
una riflessione critica sui 7 anni del Prc nella nostra provincia;
una lettura aggiornata dei processi di trasformazione socioeconomica
in corso nel territorio; il partito che vogliamo essere e il
nostro ruolo in tutti i settori della società provinciale,
intrecciando questa riflessione con il più generale dibattito
avviato nel partito da Chianciano in avanti. Discussione libera,
dove si verificheranno a tutti i livelli il lavoro dei gruppi
dirigenti, del loro rapporto con gli iscritti e con le strutture
sociali presenti, del rapporto fra la federazione e i circoli e fra
questi ultimi e gli eletti. È stato predisposto un questionario
per i segretari dei circoli, per verificare dalla loro esperienza
diretta, quale è lo stato del partito, quanti sono i
militanti realmente attivi, quali sono le attività che si
svolgono e quelle che si programmano ecc. Nel corso di questo
mese quindi, dopo la Pasqua, un intenso calendario, coordinato
dalla segreteria provinciale, di assemblee degli iscritti e
delle iscritte, chiamerà tutti/e a discutere sul Partito nella
nostra provincia. Coordinamento quanto mai necessario per evitare
eccessive sovrapposizioni di iniziative, che saranno tutte
concentrate nella seconda quindicina di Aprile. Ovviamente la
discussione interna si intreccia con la mobilitazione sui temi generali
e locali che coinvolgono il Partito e cito, a mo di esempio;
liniziativa del 17 Aprile sulle 35 ore con il compagno Giordano,
che sarà preceduta dalla assemblea dei lavoratori e delle
lavoratrici del Prc. Segnalo anche a questo proposito la necessità
di operare in prospettiva per una più generale estensione
della riduzione di orario, in una realtà come la nostra 80-90%
degli operai è escluso dalla futura legge, essendo una
realtà produttiva fatta in maggioranza di imprese sotto i
15 dipendenti, e ciò crea ulteriori oggettive difficoltà
alla costruzione di un movimento di massa; la festa del 1°
Maggio a Cantiano. È certamente uno sforzo non indifferente
per una piccola federazione come la nostra, e il recente acquisto
della federazione con la relativa campagna di autofinanziamento,
sarà un banco di prova per tutto il Partito. Nellintreccio
non sempre facile (ma che deve essere una costante per dei
dirigenti del Partito) fra teoria e prassi, si svolge la nostra conferenza,
nella convinzione che questo passaggio può essere uno stimolo
a tutto il Partito per fare un ulteriore salto di qualità,
allargando e qualificando i gruppi dirigenti in una federazione che,
come diciamo nel documento in preparazione, ha nel 1991 scontato
non poche difficoltà nella formazione dei gruppi dirigenti.
Discussione libera e a tutto campo, ma che si pone anche obiettivi
concreti di radicamento (nuovi circoli territoriali, nei luoghi
di lavoro, le zone, la promozione della stampa e le feste, una
maggiore capacità di coordinamento ed indirizzo dei circa
80 rappresentanti istituzionali negli enti locali che nel 99
saliranno ad oltre 100 se sapremo valorizzare al meglio le nostre
forze, e il tesseramento che non può essere concepito
come noiosa rutine. Sul tesseramento abbiamo indicato per il 10
Maggio lobiettivo del 100%, sollecitando tutto il Partito a
concepire questo momento come costante e complementare a tutta lattività
politica. Sapere intrecciare la discussione, il confronto,
la necessaria sintesi, con il fare indicando obiettivi e proposte,
sono elementi decisivi per la costruzione del Partito di massa e
la conferenza di organizzazione rappresenta una verifica importante
del nostro lavoro.
Fabrizio Tartaglia
Organizzatore Federazione di Pesaro
e Urbino
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QUESTIONARIO PER I SEGRETARI DI CIRCOLO
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25 aprile 1998 |
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