PARTITO DI MASSA

Partito della Rifondazione Comunista - Direzione 
Dipartimento Organizzazione - Bollettino interno - NUMERO 18 - APRILE 1998
 

LE ELEZIONI DEL 24 MAGGIO di Graziella Mascia

DALLE ESPERIENZE DI QUESTI MESI di Milziade Caprili

IL MODO DI STARE NELLE ISTITUZIONI: A BELLARIA L'ASSEMBLEA NAZIONALE DEGLI ELETTI E DELLE ELETTE di Salvatore Cerbone

UN BUON INIZIO di Francesco Speranza

E' FESTA di Gianni Favaro

DUE MESI IN MARCIA PER LA SALUTE IN LOMBARDIA di Daniela Polenghi

LA CONFERENZA DI PESARO - URBINO di Fabrizio Tartaglia
Questionario

LE ELEZIONI DEL 24 MAGGIO

Graziella Mascia
Il 24 maggio milioni di elettori ed elettrici si recheranno alle urne  per eleggere sindaci, consiglieri comunali e provinciali. Difficile  prevedere dentro quale clima politico si svolgeranno le  consultazioni, considerati i diversi movimenti in atto in questi  giorni sia nei rapporti tra le forze politiche, sia per i confronti  aperti sul merito delle questioni. La cosa certa è che siamo a un  passaggio di fase particolarmente importante: se, come dovrebbe, il  2 di maggio si darà il via all’unione monetaria europea, molte cose  andranno messe a punto.  E infatti, Rifondazione Comunista per prima ha realizzato incontri  bilaterali con tutti i partiti della maggioranza di governo,  sottolineando la necessità di una svolta riformatrice nelle politiche  del governo, con particolare attenzione alla situazione  dell’occupazione e del Mezzogiorno. Valutazioni che incontrano  consenso circa l’obiettivo, ferme restando differenze circa gli  strumenti  per la soluzione dei problemi.  Certo è che Maastricht e i suoi parametri chiederanno altre misure  per il patto di stabilità, anche dopo la moneta unica e la scelta non si  presterà ad ambiguità: il paese non può continuare a sopportare  solo operazioni di risanamento di bilancio, urge una politica di  sviluppo. I rapporti nella maggioranza e le prospettive politiche si  giocheranno a maggio e si misureranno presto con il documento di  programmazione economica e finanziaria. Anche i sommovimenti  nel centro e i rapporti nel polo sono legati a queste scadenze, e  naturalmente il destino della bicamerale sarà deciso di  conseguenza.  C’entra tutto ciò con le elezioni amministrative? Pensiamo di sì.  Innanzitutto perché nel nostro tentativo di imprimere una svolta  nell’azione di governo c’è tutta la preoccupazione per una  situazione di disagio sociale e della materialità dei drammi che si  evidenziano ormai nelle statistiche. Parliamo di condizioni di  povertà che coinvolgono persino il 15% di persone che hanno un  lavoro, e di un enorme problema di salari e di redditi. Le  manifestazioni per il lavoro e per la riduzione d’orario, nel sud e nel  nord del paese ne sono la conferma. E sono le situazioni che nelle  città conosciamo bene, e che non a caso ci fanno mettere al centro  dei nostri programmi la questione delle periferie, come  rappresentazione di una società segmentata, che seleziona ed  esclude fasce di donne e di uomini, che sacrifica diritti sull’altare del  mercato, che determina solitudini e intolleranze. Possono i nostri  compagni e le nostre compagne, nel lavoro delle istituzioni locali,  dare un contributo per risolvere tali problemi?  Non è facile. La legge per l’elezione diretta del sindaco ha portato  con sé uno svuotamento dei poteri dei consigli comunali e una  riduzione persino dei poteri delle giunte, e per essere incisivi  nell’affermare proposte di cambiamento è necessario il sostegno e  l’iniziativa di pezzi di società. Tuttavia la presenza dei comunisti  nelle istituzioni è comunque un riferimento importante, sia  quando siamo all’opposizione, tanto più quando siamo al governo.  Le nostre compagne e i nostri compagni dei comuni in cui si voterà  nei prossimi mesi hanno perciò una responsabilità in più: oltre a  dare risposte sul piano territoriale, in rapporto alle competenze  degli enti locali, il valore politico di quei risultati e dei progetti che  sapremo esprimere saranno una parte importante dell’impegno  più generale per il cambiamento in Italia e in Europa.
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DALLE ESPERIENZE DI QUESTI MESI

Milziade Caprili
Dalla concreta esperienza di questi mesi possiamo trarre un qualche spunto  generalmente utile a sostenere e  qualificare l’impegno del Partito:  
  • 1. Abbiamo assistito e stiamo assistendo  ad un moltiplicarsi (a livello  regionale ed ancor più a quello  federale) di iniziative tese a  discutere dell’organizzazione del  Partito: conferenze di  organizzazione, seminari, comitati  politici federali e regionali dedicati  al radicamento del Partito. Va da sé  che si tratta quasi sempre (si danno  eccezioni negative) di utili momenti  per approfondire i caratteri, la  consistenza del Partito e dei gruppi  dirigenti così come sono andati  determinandosi realtà per realtà. Le  eccezioni negative sono rappresentate  da discussioni rituali sulla  organizzazione del Partito con le  stesse cose che si ripetono anno dopo  anno e con nessun elemento utile per il  lavoro ad iniziare dal giorno dopo le  conclusioni della conferenza  d’organizzazione; 
  • 2. Non ci sono scorciatoie. La politica  determina il grado di adesione al  nostro Partito. Ma non esiste alcun  automatismo tra la percezione che io  ho della centralità della iniziativa  politica del PRC e l’adesione al  Partito, la mia iscrizione, la mia  militanza. Di più: una volta scelto il  PRC non c’è motivo al mondo per cui,  venute meno certe caratteristiche, io  non lo debba lasciare.  L’organizzazione non ammette  scorciatoie e non è in grado di  vivere separata quasi autonoma dalla  politica. Esiste oggi una sorta di  mappa forte circa l’insediamento del  Partito nel Paese e da qui occorrerà  partire. Che cosa possono essere le  conferenze d’organizzazione se non si  pongono concretamente questi problemi:  dove è insediato il Partito, dove si  può insediare, con quali gruppi  dirigenti, con quali risorse? Come  lavoriamo dove già siamo presenti,  quali iniziative abbiamo assunte sulle  grandi questioni del lavoro poste  nazionalmente e come si possono  tradurre in un linguaggio che tenga  conto delle specificità locali? Quanti  cittadini e cittadine, associazioni,  gruppi di varia natura operanti nel  perimetro territoriale del Circolo sono  a conoscenza delle nostre fondamentali  scelte politiche? Come intervengono gli  iscritti e le iscritte nelle discussioni  e nelle principali decisioni delle  varie istanze del Partito? 
  • 3. A partire dai luoghi di lavoro: lo  abbiamo ripetuto e precisato  nell’Assemblea dei Segretari dei  Circoli Aziendali che abbiamo tenuto a  Bologna. Da questo punto di vista (dal  punto di vista cioè delle grandi  possibilità per costruire il  Partito  nei luoghi di lavoro) molti sono i  segnali positivi: c’è una diffusa  consapevolezza dello sforzo continuo  che abbiamo compiuto per porre al  centro dell’agenda della politica  italiana il lavoro. Proprio su questa  consapevolezza possiamo innervare la  costruzione del Partito nei luoghi di  lavoro: nelle singole aziende, nei  settori (trasporti per esempio), nelle  zone industriali. A Bologna abbiamo  potuto toccare con mano le difficoltà  ma insieme le potenzialità ed il già  fatto, le decine e decine di Circoli  funzionanti di cui i Segretari dei  Circoli ci hanno parlato. La scelta,  che sconta ovviamente le asperità che  ha incontrato ed incontrerà, è fatta  e si potrà valere delle esperienze  concrete che a Bologna sono  circolate. 
  • 4. Le elezioni per esempio potrebbero  essere nelle centinaia e centinaia di  comuni nei quali si voterà a Maggio  (e in Valle D’Aosta e nel Friuli  Venezia Giulia) una grande occasione  - tra l’altro – di consolidamento e  sviluppo del Partito. In tutte queste  realtà il Partito, i nostri candidati  e le nostre candidate, si presenteranno  con iniziative pubbliche, cercheranno  rapporti con le associazioni,  stabiliranno contatti con le donne e  gli uomini di quelle zone, con le  realtà produttive. Tutto questo ed  altro ancora si dovrà fare. Ebbene,  proviamo a proporre il voto e  l’iscrizione al Partito. Forse  qualcuno/a se lo aspetta persino, si  aspetta non solo la richiesta di un  voto ma di rendere continuativo con  l’iscrizione un rapporto teso a  consolidare ed estendere la forza  organizzata del Partito della  Rifondazione Comunista.

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MODO DI STARE NELLE ISTITUZIONI: A BELLARIA L'ASSEMBLEA NAZIONALE DEGLI ELETTI E DELLE ELETTE

La segreteria nazionale e il Dipartimento nazionale “Stato e  Autonomie” hanno deciso di convocare per i giorni 17, 18 e 19  aprile presso il Centro Congressi Europeo di Bellaria (Rimini)  l’Assemblea Nazionale delle Elette e degli Eletti comunisti alle  Regioni, alle Provincie e ai Comuni. Quest’appuntamento cade alla  vigilia di un’ulteriore e delicata tornata elettorale per il rinnovo di  due consigli regionali, dodici consigli provinciali e circa seicento  consigli comunali di cui ventiquattro capoluoghi di provincia. Ed è  un appuntamento che si colloca in una fase politica difficile per il  Paese e per il nostro stesso ruolo nella maggioranza che sostiene il  Governo. Nei rapporti con il governo e all’interno della  maggioranza si sommano e crescono i motivi di contrasto e di  dissenso che ci fanno esprimere un giudizio fortemente negativo  nei confronti dell’esecutivo. Il prossimo 4 maggio con l’ingresso  dell’Italia nell’Europa delle monete dovrà essere anche l’inizio di  una nuova fase per portare in Europa l’Italia sociale, l’Italia dei  lavoratori. Dovrà, quindi, iniziare concretamente la fase  dell’impegno per lo sviluppo e della lotta alla disoccupazione. Da  Bellaria, vogliamo rilanciare una rinnovata lotta per la democrazia  e per il rinnovamento delle istituzioni. Un obiettivo questo che ci  dovrà far confrontare e misurare con la fase di riforme  costituzionali e istituzionali che investiranno direttamente le  Regioni e le Autonomie Locali. Sarà necessario, quindi, iniziare un  lavoro che ci conduca a rinnovare la nostra idea delle istituzioni e  del nostro modo di starci. Dovremo, quindi, soffermarci sui limiti e  sulle insufficienze politiche che abbiamo registrato nella nostra  esperienza elettiva e amministrativa. Sono stati limiti di  impostazione politica e programmatica che hanno contribuito a  generare debolezze, precarietà e tensioni. Dovremo cercare di porre  le basi per correggere quell’idea, quella pratica politica, che finisce o  per separare l’iniziativa politica del partito da quella degli eletti –  finendo per far affermare l’idea, diffusa tra i nostri compagni, che  la presenza nelle istituzioni diventa un freno per il radicamento di  massa del partito – o, viceversa, per individuare nell’ente locale  l’unica sede a cui affidare la risoluzione dei problemi, trascurando  così di costruire, sulle varie problematiche, momenti di lotta, nella  società e sul territorio, indispensabili per il raggiungimento degli  obiettivi. Si tratterà, quindi, di superare quella divisione e quella  contrapposizione che oggi registriamo tra il partito e i compagni  impegnati nelle istituzioni. Inoltre, assieme ai gruppi  parlamentari, dovremo rivedere la nostra stessa azione rivolta alla  legislazione e alla decretazione verso le regioni e le autonomie  locali. Credo, dovrà essere segnata da una maggiore attenzione e  fermezza, sapendo che una politica sbagliata verso queste  istituzioni produce profondi guasti sul terreno dell’occupazione e  dei servizi ai cittadini. Infatti, anche con la legge finanziaria del ’98,  lo Stato trasferisce sempre meno risorse agli enti locali,  costringendo così l’amministrazione a scegliere misure drastiche e  impopolari. Gli amministratori di fronte a queste scelte del governo  dovranno disbrigarsi tra soluzioni i cui risultati sono tutti negativi  (aumento dei tributi locali; riduzione dei servizi erogati; aumento  delle tariffe per chi ne usufruisce; riduzione del costo del personale,  che significa riduzione degli organici). La stessa legislazione sui  nuovi ordinamenti dovrà vederci impegnati con lo sguardo rivolto  sempre alle ricadute sull’azione periferica delle istituzioni locali. Ciò  non sempre è accaduto con la stessa forza che imprimiamo ad altre  importanti tematiche. Le leggi Bassanini sono un esempio di questa  insufficienza. Infatti le leggi 59 e 127 del ’97 mentre da un lato  presentano indubbi pregi quali lo snellimento, la semplificazione, il  decentramento dell’attività amministrativa e il tentativo di  superare quei poteri burocratici (Coreco, Segretari comunali e  Dirigenti dei Servizi) che riducevano e condizionavano il potere  politico locale, dall’altra manifestano pericolose norme di liberismo  e di autoritarismo. Dovremo inoltre ragionare sui limitati poteri  che un’ondata presidenzialista e leaderistica ha assegnato alle  assemblee elettive, specie quelle provinciali e comunali, che sono  diventate sempre più assemblee consultive e sempre meno luoghi  di decisioni e scelte. Credo, quindi, che d’intesa con i gruppi  parlamentari, dovremo proporre sostanziali modifiche alle leggi  contenenti queste limitazioni.  Salvatore Cerbone  Responsabile Dipartimento Problemi dello Stato e delle Autonomie
Salvatore Cerbone
Responsabile Dipartimento Problemi dello Stato e delle Autonomie

ASSEMBLEA NAZIONALE DELLE ELETTE E DEGLI ELETTI COMUNISTI NELLE REGIONI, NELLE PROVINCIE E NEI COMUNI

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UN BUON INIZIO 1998

A conclusione del tesseramento 1997, sottolineammo, che quel  risultato molto positivo costituiva una premessa per una campagna  1998 in cui era posssibile fare un’ulteriore balzo in avanti, in  almeno tre direzioni: quantità degli iscritti e dei reclutati,  estensione sociale e territoriale della forza organizzata del Partito,  consolidamento e ulteriore miglioramento del metodo di lavoro,  della politica organizzativa, della precisione, completezza rapidità,  nel complesso di comunicazione  dei dati tra Circoli- federazioni,  Regionali e Nazionale.   Tutti elementi che sicuramente contribuiscono alla costruzione  di un Partito di massa.     Al primo rilevamento del 6.3.98 della campagna di  tesseramento e reclutamento, costatiamo con soddisfazione che tali  premesse si stanno concretando.   46.538 iscritti pari al 36%, decine di Circoli oltre il 100%, con  40 federazioni con risultati superiori alla media nazionale sino ad  alcune che superano al primo rilevamento il 70%. 44 federazioni  che hanno fornito da subito dati completi e dettagliati e in molti  casi con risultati ottenuti nel quadro di piani di lavoro  programmato sul territorio e non affidandosi alla routine. Tutto  ciò, non dimentichiamolo mai, si deve al prezioso lavoro di  compagne e compagni che non sono funzionari ma che mettono  molto tempo libero a disposizione del Partito, spessooberati da  pluri-incarichi in settori anche molto diversi, che vanno  dall’organizzazione alla sanità ecc..     Questa valutazione certamente positiva rende più  preoccupante per tutti, dal Circolo al Nazionale, il fatto ancora una  volta che non possa essere estesa a tutta l’organizzazione.   Parliamo della solita differenzazione nei dati che mostra come  a fronte di quelli positivi ne troviamo altri che marcano un ritardo,  altri purtoppo addirittura un grave ritardo.   18 federazioni con risultati che sono relativamente vicini alla  media nazionale, dal 30% in su, 23 dal 20% al 30%, 34 sotto il 20%.  Ben 72 organizzazioni che, nonostante tante discussioni in cui  sembrava essere ormai comunemente acquisito il fatto che per una  comprensione reale del tesseramento e dell’organizzazione del  Partito, sono necessari tutti i dati e non il solo dato complessivo,  hanno comunicato ai Regionali e al Nazionale  solo quest’ultimo.   E a questo punto vorremmo porre una questione generale di  metodo, che dovrebbe trovare tutti d’accordo, e se così, produrre  iniziative mirate per esaminare, affrontare e risolvere i problemi  esistenti.   Quando nelle riunioni e nelle lettere attiriamo l’attenzione su  questi ritardi, con tanto di nome e cognome dell’organizzazione  che si trova in quella situazione, non lo facciamo per esercitarci in  una disseratazione statistica fine a se stessa, ma per individuarne  attraverso numeri e percentuali, casi, situazioni per le quali vanno  ricercate le cause, le ragioni organizzative o politiche che siano, e  per avviare un lavoro, produrre uno sforzo comune di tutto il  Partito ai vari livelli per risolvere quei problemi ed andare avanti.   Pensiamo per i prossimi incontri che possa essere produttivo  instaurare un nuovo metodo di discussione, partire cioè nel  confronto dalle situazioni critiche, evidenziare le cause, e discutere  su cosa è stato fatto, si sta facendo o si intende fare a tutti i livelli del  Partito.
Francesco Speranza
Responsabile nazionale del tesseramento

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E' FESTA

Nel 1997 sono state organizzate 721 feste di Liberazione,  si tratta di  un dato molto positivo che conferma il rapporto di massa che le  nostre feste sono in grado di sviluppare su tutto il territorio  nazionale. Complessivamente possiamo considerare chiusa una  prima fase di sviluppo e sperimantazione , occorre considerare le  feste di Liberazione come parte dell’iniziativa politica del Partito.  Questo deve significare un rafforzamento del ruolo di direzione e  organizzazione delle feste sia centrale sia da parte dei Regionali e  dei Provinciali.  E’ indispensabile che tutte le feste si richiamino al nostro  quotidiano, garantendo che  ci sia uno spazio di informazione sugli  abbonamenti e venga effettuata la  diffusione del giornale e del  mensile Rifondazione. Lo stesso vale per la presenza del Partito con  la distibuzione di materiale politico e con il tesseramento.  Centralmente stiamo lavorando alla realizzazione di un logo unico  per tutte le feste (com’è la U per le feste dell’Unità) speriamo di  poterlo rendere pubblico entro Aprile  per permettere a tutte le  feste di quest’anno di adottarlo. Stiamo strutturando un servizio di  assistenza legale specializzato per l’organizzazione delle feste e degli  spettacoli.  Per il momento la Siae conferma la convenzione che siglammo nel  1992. Ricordiamo che in ogni caso il pagamento dei diritti va  trattato direttamente con gli uffici di zona Siae e che la convenzione  può essere utile se, come ogni tanto accade, vengono avanzate  richieste esorbitanti. A questo proposito vi rammentiamo di non  versare l’intera cifra in anticipo ma di effettuare un acconto e a fine  festa il saldo, questo perchè in caso di pioggia o in caso di  contestazioni farsi restituire i soldi è molto difficile.  Anche per quest’anno confermiamo che è in funzione la copertura  assicurativa nazionale relativa alla responsabilità civile verso terzi  del PRC (feste, manifestazioni, sedi, ecc..), il che vuol dire che in caso  di danni procurati a terzi, per diretta responsabilità del PRC,  interviene la copertura assicurativa nazionale, si tratta di una  garanzia pensata per tutelare il Partito in casi particolarmente  gravi con franchigie alte che escludono piccoli incidenti (danni ad  autovetture, a materiale elettronico ecc..). 
E’ stata confermata, alle  stesse condizioni dell’anno scorso,  la convenzione con la Universo  Assicurazioni per  le feste di Liberazione (Furto, Incendio,  Infortuni).  E’ stato attivato un servizio centrale di assistenza per le federazioni  e i circoli per quello che attiene le assicurazioni, dalle informazioni  alla segnalazione di disguidi o controversie, bisogna fare  riferimento alla compagna Barbara Giadresco  dell’ufficio  amministrazione della direzione nazionale  tel 06 44182229 , fax 06  44239231 dalle ore 10 alle ore 13, dal lunedì al venerdì; vi  preghiamo, in ogni caso, di trasmettere via fax tutte le polizze che  vengono attivate, per darci modo di tenere sotto controllo la  situazione e di verificare l’operato dell’Assicurazione.  La festa nazionale di Liberazione si terrà a Milano dal 25 giugno al  20 luglio nell’area che circonda il Pala Vobis, dove normalmente si  tiene la festa provinciale della federazione. Il programma della festa  è in fase di preparazione e ne daremo notizia sui prossimi numeri.
Gianni Favaro
Responsabile nazionale feste di Liberazione
  

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DUE MESI PER LA SALUTE IN LOMBARDIA

E’ partita il 7 marzo da Milano e si concluderà il 5 maggio di nuovo a  Milano la Marcia per la Salute in Lombardia: è partita dal luogo  tragico che ha svelato cosa può significare il mercato in sanità, il  Galeazzi, e terminerà con una grande manifestazione davanti al  Pirellone, per dire che non è affatto finita la lotta contro la  controriforma privatizzatrice di Formigoni. In mezzo c’è la  mobilitazione di tutte le Federazioni, secondo uno schema ed un  progetto elaborato insieme al Regionale che cerca di dare conto  anche della lunga battaglia condotta in difesa e per lo sviluppo del  Sistema Sanitario pubblico al centro dell’attacco della Giunta di  centro-destra: mobilitazione frutto di un lavoro non sempre facile,  perché fatica a diventare patrimonio comune del Partito la  consapevolezza che i temi del diritto alla salute e al benessere sociale  sono al centro della questione più ampia dello stato sociale, poiché  toccano sul vivo la qualità della vita dei cittadini, soprattutto quelli  più deboli socialmente. Comunque il risultato si è ottenuto: davanti  a tutti i principali ospedali, i poliambulatori, le strutture per anziani  ci sarà, secondo un calendario ben preciso di cui “Liberazione” darà  notizia, un presidio di Rifondazione Comunista con distribuzione di  materiale (si è provveduto a preparare un volantone regionale che  spiega i termini dell’”imbroglio” di Formigoni), raccolta di firme,  compilazione del Sanitometro. In ogni provincia si terranno due- tre assemblee pubbliche sui temi della sanità e dei servizi sociali  (oggetto del prossimo attacco della destra), assemblee che vogliamo  il più possibile aperte innanzitutto agli operatori e poi agli Enti  Locali, alle associazioni, ai gruppi di volontariato; riteniamo infatti  assolutamente necessario avviare un confronto sulle conseguenze  gravi che già si avvertono rispetto all’applicazione della legge  regionale 31, soprattutto sulla permanenza dei servizi territoriali e  sugli standard dei presidi ospedalieri afferiti alle 27 Aziende  Ospedale, che per esigenze di bilancio tenderanno ad eliminare i  servizi decentrati con pesanti ricadute sui cittadini e sugli operatori.  Chiederemo ovunque possibile, da parte dei nostri amministratori  locali, incontri con i Direttori generali delle A.S.L. e delle Aziende  Ospedale per verificare come intendono garantire, attraverso i  progetti che sono tenuti a formulare, i livelli di servizi agli utenti e  per esporre le nostre posizioni rispetto al diritto alla salute, al ruolo  dei comuni nella programmazione della sanità e dell’assistenza, alla  partecipazione di operatori ed utenti alla gestione ed alla verifica  degli interventi. Le iniziative fino ad ora realizzate hanno dato  ottimi risultati: da Niguarda al piccolo ambulatorio di provincia,  l’attenzione dei cittadini è immediata e viva e il consenso alle nostre  proposte ampio; questo dimostra la fondatezza di quanto prima  dicevamo rispetto all’urgenza e all’importanza per il Partito di  mettere questi temi al centro della propria iniziativa politica. Ma  questo consenso, in parte inaspettatamente, non sta venendo solo  dai singoli cittadini: su un appello per l’adesione alla marcia  formulato dal gruppo regionale di RC, centrato su alcuni temi  nodali quali la prevenzione, la regolamentazione della libera  professione legata alla fine delle liste di attesa, i ticket, la  partecipazione, il ruolo e il coinvolgimento degli Enti Locali, stanno  giungendo adesioni assai qualificate e significative; vogliamo citare  quella delle giunte provinciali di Milano, Brescia, Cremona,  dell’assessore ai servizi sociali della provincia di Lodi (ricordiamo  che solo a Milano RC è in maggioranza!), del Segretario Regionale  di CGIL medici, di dirigenti regionali della CGIL, di Sindacati e  Associazioni. E’ soprattutto l’attenzione degli enti locali che  dovrebbe farci riflettere: l’espropriazione avvenuta in questi anni,  dopo le leggi De Lorenzo e l’introduzione del concetto di Azienda in  sanità, di ogni possibilità di influire sulle scelte di politica sanitaria  e la completa subordinazione di comuni e province al potere  assoluto dei Direttori Generali ha raggiunto un limite ormai non  più sopportabile e il nostro Partito comincia ad apparire come  interlocutore credibile rispetto a una possibilità di cambiamento;  all’interno della marcia dunque sarà necessario anche mettere in  luce il ruolo fondamentale da noi esercitato nella trattativa con la  maggioranza di Governo rispetto al testo della delega per la  revisione del DGL 502 e alla correzione sia rispetto  all’aziendalizzazione  sia alla ripresa di un ruolo forte degli enti  locali. Dunque la marcia “va”, anche e soprattutto nel rapporto con  la società, pezzo importante di quel radicamento di massa che è  obiettivo fondante di RC: c’è da lavorare affinché anche all’interno  del Partito la marcia non resti un episodio positivo e riuscito però  staccato dal corpo vitale del Partito stesso, ma consolidi progetti e  strutture organizzative che consentano in ogni Federazione la  prosecuzione del lavoro politico e del rapporto sociale sui diritti,  primo fra tutti quello alla salute.
Daniela Polenghi
Responsabile Politiche sociali PRC Lombardia
 
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LA CONFERENZA DI PESARO - URBINO

La Federazione di Pesaro-Urbino ha  avviato il percorso della prima  conferenza federale di organizzazione,  che il 10 Maggio ’98 vedrà discutere  un centinaio di delegati nel comune di  San Costanzo, vicino a Fano, presso il  teatro “La Concordia”. Questa  conferenza costituirà la fase conclusiva  di un percorso avviato dalla discussione  di due comitati politici federali, di  una direzione provinciale, che vedrà  tutti i 25 circoli del partito discutere  nelle assemblee degli iscritti nel mese  di Aprile. Discussioni tutte incentrate  sul Partito, la sua organizzazione, gli  obiettivi di lavoro, la delicata fase  politica nazionale e locale.  Le tracce del documento che stiamo  predisponendo per la discussione nei  circoli si possono così riassumere;    una riflessione critica sui 7 anni del  Prc nella nostra provincia;  una lettura aggiornata dei processi di  trasformazione socioeconomica in corso  nel territorio;  il partito che vogliamo essere e il  nostro ruolo in tutti i settori della  società provinciale, intrecciando questa  riflessione con il più generale dibattito  avviato nel partito da Chianciano in  avanti.  Discussione libera, dove si  verificheranno a tutti i livelli il  lavoro dei gruppi dirigenti, del loro  rapporto con gli iscritti e con le  strutture sociali presenti, del rapporto  fra la federazione e i circoli e fra  questi ultimi e gli eletti.  È stato predisposto un questionario per i  segretari dei circoli, per verificare  dalla loro esperienza diretta, quale è  lo stato del partito, quanti sono i  militanti realmente attivi, quali sono  le attività che si svolgono e quelle che  si programmano ecc.  Nel corso di questo mese quindi, dopo la  Pasqua, un intenso calendario,  coordinato dalla segreteria  provinciale, di assemblee degli iscritti  e delle iscritte, chiamerà tutti/e a  discutere sul Partito nella nostra  provincia. Coordinamento quanto mai  necessario per evitare eccessive  sovrapposizioni di iniziative, che  saranno tutte concentrate nella seconda  quindicina di Aprile. Ovviamente la  discussione interna si intreccia con la  mobilitazione sui temi generali e locali  che coinvolgono il Partito e cito, a  mo’ di esempio; l’iniziativa del 17  Aprile sulle 35 ore con il compagno  Giordano, che sarà preceduta dalla  assemblea dei lavoratori e delle  lavoratrici del Prc. Segnalo anche a  questo proposito la necessità di operare  in prospettiva per una più generale  estensione della riduzione di orario, in  una realtà come la nostra 80-90% degli  operai è escluso dalla futura legge,  essendo una realtà produttiva fatta in  maggioranza di imprese sotto i 15  dipendenti, e ciò crea ulteriori  oggettive difficoltà alla costruzione di  un movimento di massa; la festa del 1°  Maggio a Cantiano. È certamente uno  sforzo non indifferente per una piccola  federazione come la nostra, e il  recente acquisto della federazione con  la relativa campagna di  autofinanziamento, sarà un banco di  prova per tutto il Partito.  Nell’intreccio non sempre facile (ma  che deve essere una costante per dei  dirigenti del Partito) fra teoria e  prassi, si svolge la nostra conferenza,  nella convinzione che questo passaggio  può essere uno stimolo a tutto il Partito  per fare un ulteriore salto di qualità,  allargando e qualificando i gruppi  dirigenti in una federazione che, come  diciamo nel documento in preparazione,  ha nel 1991 scontato non poche  difficoltà nella formazione dei gruppi  dirigenti.  Discussione libera e a tutto campo, ma  che si pone anche obiettivi concreti di  radicamento (nuovi circoli territoriali,  nei luoghi di lavoro, le zone, la  promozione della stampa e le feste, una  maggiore capacità di coordinamento ed  indirizzo dei circa 80 rappresentanti  istituzionali negli enti locali che nel  ’99 saliranno ad oltre 100 se sapremo  valorizzare al meglio le nostre forze,  e il tesseramento che non può essere  concepito come noiosa rutine. Sul  tesseramento abbiamo indicato per il 10  Maggio l’obiettivo del 100%,  sollecitando tutto il Partito a  concepire questo momento come costante e  complementare a tutta l’attività  politica.  Sapere intrecciare la discussione, il  confronto, la necessaria sintesi, con il  fare indicando obiettivi e proposte,  sono elementi decisivi per la costruzione  del Partito di massa e la conferenza di  organizzazione rappresenta una verifica  importante del nostro lavoro.
Fabrizio Tartaglia
Organizzatore Federazione di Pesaro e Urbino

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QUESTIONARIO PER I SEGRETARI DI CIRCOLO

(Si tratta di materiale utilizzato per la preparazione della Conferenza d'organizzazione di Pesaro e Urbino n.d.r.)
 
* Quanti compagni e compagne partecipano attivamente alla vita del Partito? 
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* Cosa avete fatto nel 1997 e nei primi mesi del 1998? Cosa intendete fare per il resto dell'anno? 
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* Cosa fate e cosa intendete fare per aumentare la diffusione di "Liberazione" e di "Rifondazione"? 
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* Cosa può fare la federazione per il vostro circolo? 
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* Siete soddisfatti del funzionamento del vostro circolo? 
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* Cosa vorreste per farlo funzionare meglio? 
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* Cosa proponete per il radicamento del Partito nel vostro territorio? 
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* Come sono i rapporti fra federazione e circolo? E cosa proponete per migliorarli? 
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* Nei comuni di vostra competenza che voteranno nel 1999 avete avviato le riflessioni, gli incontri, nel partito e con altre forze politiche, per affrontare la prossima tornata elettorale? 
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Cari compagni vi invitiamo a rispedirci in federazione, entro il 20 aprile circa, il presente questionario, e aggiungendo altre cose che riterrete opportuno all'attenzione della federazione.
  
Il comitato politica federale della Provincia di Pesaro Urbino
 
  
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25 aprile 1998

PARTECIPIAMO ALLE MANIFESTAZIONI ANTIFASCISTE
 
 
3-4--98

archivio di Partito di massa


 
informazioni: Umberto Ilari
 

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