PARTITO DI MASSA

Partito della Rifondazione Comunista - Direzione 


Dipartimento Organizzazione - Bollettino interno - NUMERO 15 - NOVEMBRE 1997 


LA COSTRUZIONE DI UN MODERNO PARTITO COMUNISTA DI MASSA

di Fausto Bertinotti 
  
Nel corso della  grande manifestazione popolare del 25 ottobre a Roma, abbiamo tesseramento per il 1998 al Partito della Rifondazione Comunista. Lo abbiamo fatto, volutamente, partendo da un grande appuntamento di lotta che ha avuto, come tutti hanno potuto constatare, i caratteri di un'iniziativa unitaria, non solo di partito, che ha saputo coinvolgere forze diverse, dai centri sociali a diverse organizzazioni  della sinistra antagonista. Proprio in quella manifestazione si ? resa fisicamente evidente la ricostruzione di una comunit?, di un popolo di sinistra, che senza settarismi o atteggiamenti minoritari, sente l'orgoglio della propria identit?, le ragioni e le radici profonde della propria esistenza, misura con giusta soddisfazione la propria capacit? di contare e di fare egemonia nella societ?. Il "paese nel paese", avrebbe detto Pasolini. Ma un "paese", una comunit? cio?,  aperti al vasto mondo, capaci di sentire e rappresentare le contraddizioni e le aspirazioni che si  agitano nelle masse popolari del nostro tempo, in grado di difendere la propria autonomia e nello stesso tempo di dialogare e di entrare in un rapporto di unit? con le forze migliori e pi? vive della societ?. Cos? intendiamo la costruzione di un  moderno partito comunista di massa. La scommessa sulla sua esistenza ? stata  vinta da tempo, anche se ci sono forze politiche che sperano sempre di poterci  cacciare in un angolo, o addirittura distruggere, attraverso l'arma dell'isolamento politico o quella di una antidemocratica e regressiva modificazione istituzionale e delle regole della formazione della rappresentanza politica. Ne abbiamo avuto un'ampia dimostrazione nella conclusione dei lavori della Bicamerale e  nella recente, difficile, vicenda che ha comportato la crisi di governo e la sua successiva ricomposizione su un terreno programmatico pi? avanzato, che ? avvenuta grazie alle nostre conquiste in materia di pensioni, di sanit? e di riduzione dell'orario di lavoro.  
In quei drammatici giorni abbiamo avvertito con acutezza il tentativo di fare il vuoto attorno a noi, l'uso spregiudicato  dei mass-media per dipingerci agli occhi dell'opinione pubblica come degli inguaribili guastatori della stabilit? politica del paese, presentata  incondizionatamente come l'unico bene da preservare a qualunque costo.  
Siamo usciti da questa vicenda sapendo preservare per l'oggi e per il domani la nostra autonomia e la nostra identit? , dimostrando di essere in grado di praticare  e realizzare effettivamente gli obiettivi che proclamiamo. E' stato un decisivo passo in avanti per la difesa delle condizioni di vita delle masse,  per la lotta alla disoccupazione,  quindi per il paese reale, ma anche  per il nostro partito.  
Dobbiamo proseguire con decisione su  questa strada. I tentativi di  marginalizzarci o di considerarci come  una semplice appendice critica del  centrosinistra si moltiplicheranno nei  prossimi mesi. Gi? emergono nel  comportamento di forze dell'Ulivo,  preoccupanti atteggiamenti di  intolleranza verso le diversit?  politiche, si verificano episodi, in  particolare nell'uso dell'informazione  radiotelevisiva, che ricordano logiche  da "regime".   
Il modo per sconfiggere alla radice  questi tentativi ? quello di realizzare  un sempre maggiore radicamento del  nostro partito nei luoghi di vita e di  lavoro delle masse, nel tessuto della  societ? civile, l? dove sono intervenuti  spaventosi e devastanti processi di  disgregazione sociale, provocati dai  processi di modernizzazione capitalistica, dalle modalit? concrete dell'esercizio del potere delle classi dominanti e  dalla conseguente egemonia  culturale che hanno esercitato per  lunghi anni anche sugli strati popolari.  
Per questo rinnovare e aumentare gli  iscritti al nostro partito ? la  dimostrazione pi? solida e diretta del  consenso popolare alla nostra politica e  della nostra capacit? di radicamento.  
Ma nello stesso tempo ? un'occasione che  offriamo a tutte e a tutti per potere  contare e partecipare di pi?, per  ricostruire le ragioni dell'agire  collettivo e della solidariet?  militante, per allargare e rafforzare  una libera comunit? di donne e di  uomini in grado di trasformare il nostro  paese.

   

DEL PARTITO DI MASSA

Milziade Caprili  
  
Abbiamo raggiunto il 100% del tesseramento con notevole anticipo rispetto all’anno scorso. Ovviamente non ? terminato il lavoro e proprio in questo numero di Partito di massa vengono segnalate esperienze di recupero degli iscritti da mettere in atto. Forse risulter? di una qualche utilit? indicare alcune delle linee di iniziativa su cui il Dipartimento lavorer? nei prossimi mesi. Partendo ovviamente dalla necessit? di utilizzare adeguatamente le 10  giornate del tesseramento e  reclutamento 1998. Si tratter? di  porre in essere veri e propri piani  di iniziative specialmente collegate  ad un pi? veloce ritesseramento e ad  una completa utilizzazione di tutte  le occasioni che si presentano per il  reclutamento. Siamo ancora nella  condizione di dover dire a molte  nostre organizzazioni della necessit?  di avere nel corso delle  manifestazioni uno spazio adeguato  per esporre il materiale del  Partito, gli abbonamenti a  Liberazione e Rifondazione, le  tessere. Una campagna di  tesseramento e reclutamento al  Partito a cui dovranno partecipare  tutti i compagni dirigenti dei  Circoli e delle Federazioni e tutti i  compagni e tutte le compagne  impegnate/i nei diversi livelli  istituzionali. Il contributo del  Responsabile del Tesseramento di Roma  che pubblichiamo pi? avanti segnala  quanto incida nel turn-over degli  iscritti una sorta di “leggerezza”  organizzativa che dovr? essere  superata: ci sono migliaia e  migliaia di iscritte e di iscritti  degli anni passati a cui dobbiamo  riproporre la tessera al Partito. E’  difficile pensare ad un Partito di  massa lasciando fuori dalla porta  ogni anno un numero cos? rilevante di  compagne e di compagni. Il  tesseramento dunque e prima di  tutto.  
Il Dipartimento sta poi da tempo  lavorando per radicare meglio e pi?  ampiamente il Partito sul territorio  e nei luoghi di lavoro e di studio.  
Si tratter? di tener conto della  norma statutaria che indica in 20  iscritti il numero minimo di  composizione dei circoli per  ridisegnare una nostra presenza  territoriale. Con i Regionali e con  le Federazioni abbiamo avviato una  riflessione circa tutti quei comuni  dove pure in presenza di un  rilevante consenso elettorale risulta  mancante una struttura organizzata  del Partito. Per i luoghi di lavoro  ? in preparazione una iniziativa  particolare tesa anche a  
riconnettere nazionalmente i motivi  che rendono questa nostra presenza  ancora troppo episodica ed ancora  troppo collegata al settore  pubblico. Infine lavoriamo alla  concretizzazione di Conferenze di  Organizzazione che gi? molte  organizzazioni e molti Comitati  Regionali hanno messo in calendario.  
Si tratta di far calare  concretamente alcune delle  indicazioni del Convegno di  Chianciano nel concreto modello di  Partito che noi abbiamo. Si  tratter? di lavorare e alla  sperimentazione di forme nuove di  organizzazione del Partito (case del  lavoro, case dei popoli, circoli  aperti, ecc.) e alla  riorganizzazione di ci? che abbiamo  (le zone, i coordinamenti cittadini,  gli accorpamenti di circoli, ecc.).  
Si ? detto di ritardi che dobbiamo  superare nella costruzione del  Partito di massa. Non c’? dubbio che  sia cos?. Proprio per questa  esigenza il nostro lavoro dovr? essere  pi? capace di selezionare gli  obiettivi e gli strumenti per  raggiungerli. Il tesseramento ? una  condizione imprescindibile e non pu?  essere considerato un lavoro solo di  una parte del Partito. La conquista  di nuovi iscritti, la conferma di  quelli che abbiamo, il recupero di  quanti si sono allontanati non sono un  rituale burocratico ma le scansioni  del percorso per arrivare al Partito  di massa.

    

PARTITO E RAPPRESENTANZE ISTITUZIONALI

La questione del rapporto tra rappresentanze istituzionali e istanze del Partito rappresenta un punto caldo del dibattito interno sull’organizzazione. Infatti, negli ultimi tempi si sta facendo strada in alcuni settori del Partito la convinzione che questo problema possa essere regolato attraverso un rigida e completa separazione tra il Partito e le sue rappresentanze istituzionali.  
Si afferma che ? necessario introdurre una logica reciproca di controllori controllati tra le articolazioni istituzionali e le istanze di Partito con la netta distinzione tra dirigenti politici e rappresentanti istituzionali. E’ questa una strada sbagliata e pericolosa, che presenta gli stessi rischi della strada specularmente contrapposta che vuole concentrare la direzione del Partito nelle mani delle proprie rappresentanze istituzionali. L’errore non ? soltanto di tipo pratico, poich? impedirebbe di utilizzare le risorse umane e materiali derivanti dalla presenza istituzionale per la costruzione e la direzione del Partito. L’errore ? innanzitutto di tipo teorico e politico. La logica del controllo reciproco tra le diverse articolazioni organizzative implica l’accettazione di un carattere permanentemente conflittuale del Partito non sulla base di una diversit? di posizioni politiche, ma sulla base delle funzioni e dei ruoli ricoperti dai compagni. E’ questo l’esatto contrario di un Partito Comunit?. In una struttura di questo tipo l’azione complessiva del Partito non sarebbe il frutto di una linea politica organicamente programmata ma dipenderebbe dalle dinamiche e dalla composizione degli interessi delle diverse articolazioni. Inoltre, l’applicazione di questa logica di rigida separazione accentuerebbe il carattere di autoreferenzialit? dei diversi momenti di lotta, quello politico sociale e quello politico istituzionale, sancendo all’interno del Partito, anche sul piano teorico e organizzativo, l’autonomia della politica dal conflitto sociale, in piena sintonia con i processi di passivizzazione delle masse che la riorganizzazione capitalistica sta imponendo. In tal caso, il nostro stesso carattere di forza antagonista, al di l? delle proclamazioni teoriche, sarebbe messo in questione nel nostro fare concreto. Nella situazione storica concreta in cui ci troviamo ad operare, infatti, in presenza di una persistente difficolt? di organizzazione del conflitto sociale e di una debolezza organizzativa del Partito, l’effetto pratico dell’introduzione di una logica ferrea di separazione organizzativa sarebbe l’assoluta preminenza delle istanze istituzionali all’interno del Partito. E’ per questo che le due strade estreme della separazione e dell’identificazione tra rappresentanze istituzionali e istanze del Partito, agli effetti pratici, produrrebbero lo stesso risultato di subordinazione dell’attivit? complessiva al momento istituzionale.  
Nello Statuto del Partito esistono gli antidoti per evitare una completa separazione tra rappresentanze istituzionali e istanze organizzative: il limite di due mandati per la stessa carica elettiva, le modalit? di formazione delle liste e di conduzione delle campagne elettorali, l’obbligo della contribuzione economica degli eletti, la preminenza degli organismi di Partito sulle scelte politiche fondamentali. Queste regole sono in larga misura simili a quelle adottate dal partito nuovo togliattiano. Affinch? esse funzionino e producano gli effetti desiderati occorre per? che non vengano vissute dal corpo diffuso del Partito come una mera regolamentazione formale 
ma diventino la conseguenza di una cultura politica intimamente radicata nelle coscienze dei militanti. Una cultura politica che veda nel momento istituzionale una delle articolazioni della lotta per la trasformazione sociale, distinta solo funzionalmente dalle altre articolazioni e inserita all’interno di una strategia complessiva mirante all’estensione degli istituti e delle forme di partecipazione democratica. Perch? questa cultura politica possa diffondersi e radicarsi non ? sufficiente intensificare i percorsi formativi interni. E’ indispensabile rafforzare le altre articolazioni della lotta, da quelle strettamente di Partito a quelle della societ? civile. Le strutture intermedie del Partito (Comitati Regionali e Federazioni) devono incrementare la loro influenza e la loro attivit?, acquisendo una maggiore autonomia funzionale nella direzione e nella promozione delle lotte nell’ambito del proprio territorio. Inoltre, occorre rafforzare l’organizzazione e l’attivit? dei comunisti negli istituti della societ? civile, in primo luogo nelle organizzazioni di massa, ma poi anche costruendo momenti autonomi di presenza e di attivit? come la pratica dell’inchiesta diffusa e la costruzione di nuove case del popolo. Il rafforzamento delle altre articolazioni di lotta, oltre a radicare il Partito nella societ? e ad estendere la partecipazione democratica, contribuirebbe a ridurre la preminenza del momento puramente istituzionale e i fenomeni degenerativi talvolta ad essa connesse.  
La costruzione di un Partito Comunit?, antagonista e con caratteristiche di massa non ? solo il frutto di un credo volontaristico, ma necessita di scelte conseguenti sul piano politico, organizzativo ed anche comportamentale da parte di tutti i militanti, a cominciare da coloro che ricoprono le massime responsabilit?. Il nostro III Congresso Nazionale ha posto le basi di questa costruzione. Il Convegno di Chianciano le ha ulteriormente definite sul piano teorico e pratico. Ora dobbiamo tutti operare  per portarla a compimento. 

Andrea Ricci
(Segretario Reg. Marche) 

    

A REGGIO EMILIA UNA LETTERA E UN CONTO CORRENTE

Il lavoro per radicare il nostro Partito ampliandone la base dei militanti e degli iscritti ? stato assunto dalla Segreteria provinciale di Reggio Emilia come priorit? nella consapevolezza che il cammino per la costruzione di un nuovo  Partito Comunista di massa ? ancora lungo.  
E’ inutile negare che alcune debolezze organizzative ci  impediscono di entrare in contatto con tanti simpatizzanti che  potrebbero aderire a Rifondazione Comunista e magari  diventare attivisti e dirigenti nei Circoli territoriali e di  fabbrica.  
  
L’attenzione che si coglie per le nostre battaglie politiche e  sociali nel Paese come in Parlamento ? veramente molto alta e  rappresenta un grande potenziale che va trasformato, quanto  pi? possibile, in forza organizzata.  
  
A Reggio Emilia abbiamo investito (3,5 milioni di lire) in una  iniziativa che sta dando alcuni risultati positivi. Non si tratta di  chiss? quale novit?; abbiamo “semplicemente” spedito 13.000  lettere ad altrettanti elettori tra i 18 e i 55 anni di et? che  risiedono nei quartieri della citt? in cui il Partito ?  particolarmente debole pur raccogliendo numerosi consensi  elettorali.  
  
Alla lettera nella quale chiediamo una disponibilit?  all’impegno diretto nel PRC abbiamo allegato un bollettino di  conto corrente postale attraverso il quale gli interessati  possono versare la quota tessera o anche soltanto sottoscrivere  per sostenere l’attivit? del Partito.  
  
Le lettere, sono state spedite con la spesa di 108 lire ciascuna.  
Questo ? stato possibile facendo figurare tale spedizione come  supplemento al nostro giornalino.  
  
La legge sulla privacy rende sempre pi? difficile ottenere  indirizzi di capifamiglia o gruppi di cittadini ed ? per questa  ragione che noi abbiamo approfittato della campagna  elettorale per acquisire le liste elettorali, gi? stampate su  etichette autoadesive, con le quali ? stato possibile il lavoro di  spedizione. (1)  
  
I primi risultati sono incoraggianti: diverse telefonate in  Federazione per dare disponibilit? e gi? 3 nuovi iscritti ad una  settimana dall’invio delle lettere.  
  
  
Allegato: lettera inviata agli elettori  
  

Il responsabile dell’organizzazione
Giuseppe Zuelli  
  
(1) Ci sono sicuramente Federazioni che hanno elenchi di  questo tipo. Elenchi parziali possono essere raccolti circolo  per circolo. In ogni modo ci si pu? utilmente riferire agli  uffici comunali competenti. (n.d.r.).  

LA LETTERA INVIATA AGLI ELETTORI E ALLE ELETTRICI

A tutte e a tutti coloro che apprezzano i comportamenti, che si  sentono vicini alle idee, che intendono partecipare all’attivit?  ed alle lotte del Partito della Rifondazione Comunista.  
  
I reggiani che hanno in tasca la tessera 1997 del Partito della  Rifondazione comunista sono pi? numerosi degli iscritti  dell’anno passato con un alto tasso di nuove iscrizioni e di  giovani in particolare.  
  
Di questo dato siamo molto soddisfatti perch? si dimostra che il  consenso verso il nostro Partito cresce ogni anno di pi? anche  qui a Reggio Emilia come in tutta Italia.  
  
Siamo per? consapevoli di non riuscire ancora a fare  abbastanza per raggiungere tutti coloro che sarebbero  disponibili a costruire con noi il nostro Partito con le loro idee  ed il loro impegno.  
  
Vorremmo che i tanti che hanno abbandonato l’impegno  politico perch? delusi e convinti di non poter pi? lottare per  quegli ideali in cui hanno profondamente creduto, che i  giovani che si trovano di fronte al deserto di valori di una  societ? capace solo di proporre la mercificazione di ogni cosa,  che i lavoratori ed i pensionati che si vedono ogni giorno  negare qualcosa di pi?, tornassero o cominciassero a credere  che la debolezza di ciascuno pu? tornare ad essere una grande  forza se si unisce a quella degli altri.  
  
Per questo ti chiediamo di aderire a Rifondazione Comunista,  abbiamo bisogno di far crescere il Partito perch? cresca la sua  influenza, la sua forza nel difendere i diritti dei lavoratori, dei  pensionati, degli studenti, degli sfruttati e degli esclusi essendo  ormai chiaro a tutti che nessun altro si pone questo obiettivo.  
  
Si decidi di accettare l’invito ad iscriverti puoi utilizzare  l’allegato bollettino di conto corrente postale effettuando un  versamento di entit? assolutamente libera. In questo caso ti  sar? recapitata a domicilio la tessera da un compagno  incaricato. Se invece vuoi iscriverti direttamente in  Federazione e desideri partecipare alla vita politica del Partito  telefona al 552233.  
  
Non ? pi? tempo della critica senza azione. Contro la  rassegnazione ? il tempo del fare.  
  

 La Segreteria Provinciale 

      

INDAGARE SUL TURNOVER

Il tesseramento 1997 si avvia a conclusione. Anche quest’anno ad una sostanziale stabilit? del numero degli iscritti e ad un alto numero di reclutati registriamo un elevato numero (circa il 20%) di compagni che non rinnovano la tessera: il turnover. E’ necessario a questo punto del cammino organizzativo per la costruzione del Partito di massa avviare uno studio, una riflessione su questo fenomeno. Dobbiamo interrogarci per comprendere le motivazioni che spingono tante compagne e compagni ad aderire al nostro Partito ed altrettanti ad abbandonarlo.   
Sono state avanzate numerose ipotesi: scarso coinvolgimento dei compagni nelle nostre strutture, litigiosit? nei Circoli, inadeguata organizzazione, una troppo siperficiale cultura politica del tesseramento, vissuto troppo spesso come un semplice evento burocratico che si presenta ogni anno e che “distoglie” compagni dei circoli alle attivit? e all’iniziativa politica. Ipotesi spesso non supportate da uno studio “scientifico”. Per far ci? ? opportuno elaborare dei dati, dei numeri e tradurre questi numeri in analisi politiche. Ma chi sono questi compagni che tanto facilmente entrano nel nostro Partito e altrettanto facilmente ne escono, qual’? l’et? anagrafica, quale la composizione sociale, il loro grado di istruzione? Tutte informazioni queste che analizzate attentamente ci possono aiutare a dare delle risposte.  
   I MANCATI RINNOVI

L’et? 

ETA'

1993

1994

1995

1996

1997

 

n?

%

n?

%

n?

%

n?

%

n?

%

min 30

175

20.6

237

20.0

154

18.6

218

29.5

263

26.8

30-40

220

25.9

284

23.9

200

24.1

151

20.4

251

25.6

41-50

143

16.8

209

17.6

160

19.2

144

19.5

182

18.5

51-60

148

17.4

212

17.9

131

15.8

101

13.6

134

13.6

mag 60

161

19.0

245

20.6

185

22.3

126

17.0

152

15.5

media

44.8

 

45.5

 

46.2

 

42.5

 

41.7

 

Il grado di istruzione 

GRADO ISTRUZ.

1993

1994

1995

1996

1997

 

n?

%

n?

%

n?

%

n?

%

n?

%

Lic. Elem.

210

25.4

306

26.4

166

20.9

104

14.3

146

15.2

Lic. Media

272

32.9

316

27.3

187

23.6

208

28.5

268

27.9

Diploma

275

33.3

418

36.1

328

41.4

332

45.5

427

44.4

Laurea

69

8.4

119

10.2

112

14.1

85

11.7

120

12.5

La condizione lavorativa 

POSIZIONE

1993

%

1994

%

1995

%

1996

%

1997

%

Occupato

489

60.0

721

57.8

501

57.7

397

53.4

522

54.6

Disoccupato

92

11.3

108

8.6

63

7.2

56

7.5

62

6.5

Pensionato

166

20.4

258

20.7

175

20.2

120

16.1

144

15.1

Studente

62

7.6

87

7.0

92

10.6

146

19.6

192

20.1

Casalinga

6

0.7

74

5.9

37

4.3

25

3.4

35

3.7

  
Dalla fondazione del nostro Partito sono transitati per la Federazione di Roma 10.138 compagni, molto pi? del doppio degli attuali iscritti (4.121); di questi 1.591 sono compagni iscritti per un solo anno. 
 

Anni

Mancati rinnovi di nuovi iscritti dell'anno precedente

%

1993

415

32

1994

244

36

1995

242

32

1996

250

32

1997

440

49

  
Da questa tabella emergono due dati significativi: il primo ? l’elevata percentuale del turnover rapido e cio? di quei compagni che si iscrivono per un anno e l’anno successivo abbandonano il Partito. Il secondo dato che emerge ? che si pu? parlare di un effetto Congresso, infatti nel ‘94 e nel ‘97 (anni successivi agli anni in cui si sono svolti i Congressi nazionali) la percentuale degli abbandoni ? significativamente pi? alta.   
Sono stati consegnati ai responsabili di organizzazione o del tesseramento dei circoli i tabulati nominativi dei mancati rinnovi dell’anno 1997 con la richiesta di fornire le motivazioni in loro possesso del mancato rinnovo.   
Questo dato, se pur ancora incompleto, fornisce lo spaccato che ? riportato nella tabella seguente:  
 

Motivo del rifiuto

%

Deceduti

5.0

Trasferiti fuori Roma

12.5

Motivi politici

7.5

Motivi personali

6.0

Rifiuti dei circoli

9.0

Introvabili

7.5

Sconosciuti al responsabile

29.5

Da contattare

23.0

  
Da questi dati emerge con grande evidenza (il 60% del totale rientra nelle categorie degli introvabili, sconosciuti ai responsabili organizzativi o ancora da contattare) che i motivi del mancato rinnovo sono da attribuire in gran parte a difetti organizzativi, ad un’errata impostazione del tesseramento lasciato il pi? delle volte alla buona volont? di un solo compagno, all’assenza di uno stretto rapporto tra il circolo e i propri iscritti (il rapporto con l’iscritto ? lasciato al compagno “titolare” della tessera).   
Da tutto ci? e dalla bassa percentuale dei non rinnovi per motivi di dissenzi con la linea politica (7,5%) credo che si possano trovare soluzioni adeguate a ridurre in maniera assai consistente questo fenomeno. Si pu? iniziare, ad esempio, gi? nella campagna tesseramento 1998, ad impegnare tutti i gruppi dirigenti dei circoli nel rinnovo delle tessere, ad organizzare riunioni specifiche per chi si avvicina per la prima volta al Partito, a coinvolgere maggiormente tutti gli iscritti facendoli partecipare pi? attivamente alle decisioni ed alla vita collettiva del Circolo. Credo che questo insieme ad altre soluzioni, possa rappresentare un primo passo, un primo tentativo per contribuire a ridimensionare notevolmente questo fenomeno del turnover ed avviare correttivi a tutti i livelli per adeguare il nostro assetto organizzativo alle esigenze proprie della costruzione di un reale Partito di massa.   
   

Mario Grignoli
Resp. Tesseramento
Fed. di Roma

      

Convegno internazionale  

GRAMSCI E LA RIVOLUZIONE IN OCCIDENTE 

Torino 4 - 6 dicembre 1997  
Aula Magna dell’Istituto Avogadro - Via Rossini, 18 
 
4 dicembre 
Coordinamento dei lavori: Pietro Marcenaro 

  • 17.00  Saluti di apertura 
  • 17.00-18.30 Edordo Sanguineti - Il nostro Gramsci 
  • 18.30-19.30 Francesco Fernandez Buey - La politica como etica del colectivo in Gramsci 
  • 21.15 Proiezione del film Antonio Gramsci,  Commento di Citto Maselli 

 
5 dicembre 

La “ricognizione del terreno” 
Coordinamento dei lavori: Giorgio Baratta 

  • 9.30-10.00 Joseph Buttigieg  - The Category “subaltern” in the Prison’s Notebooks 
  • 10.00-10.30 Giuseppe Carlo Marino - Antonio Gramsci tra rivoluzione e fascismo: il dramma operaio-contadino degli anni Venti 
  • 10.30-11.00 Ruggero Giacomini - Gramsci e il partito negli anni del carcere 

pausa 

  • 11.30-12.00 Jean Pierre Potier - Gramsci et la crise des ann?es 30
  • 12.30-13.30 Dibattito

Il caso italia 
Coordinamento dei lavori: Gastone Cottino 

  • 15.00-15.30 Aldo TortorellaL’ideale socialista in Gramsci 
  • 15.30-16.00 Domenico Losurdo - Questione meridionale e questione nazionale 
  • 16.00-16.30 Gianni AlasiaDall’Ordine Nuovo ai Consigli: partecipazione non delega 
  • 16.30-17.00 Alberto Burgio“Valorizzazione della fabbrica” e americanismo 
  • 17.00-19.00 Intervento di Fausto Bertinotti e dibattito 

 
6 dicembre 

La strategia della rivoluzione in Occidente 
Coordinamento dei lavori: Luigi Pestalozza 

  • 9.30-10.00 Francesco M. Biscione - Crisi politica e mezzogiorno 
  • 10.00-10.30 Georges LabicaGramsci, Lenin et la R?volution 
  • 10.30-11.00 Andrea Catone  - Gramsci, la rivoluzione d’Ottobre e il problema della rivoluzione in Occidente 

pausa 

  • 11.30-12.00 Antonio A. Santucci - Per la verit?: intellettuali, classe, potere 
  • 12.00-13.30 Dibattito 

Gramsci al tramonto del secolo 
Coordinamento dei lavori: Renato Zangheri 

  • 15.00-15.30 Isabel Monal - Gramsci, la utopia y el fin de siglo 
  • 15.30-16.00 Hans Heinz HolzLa teoria del soggetto storico antagonista 
  • 16.00-16.30 Arcangelo Leone De Castris - Gramsci: il pensiero antagonista 

pausa 

  • 17.00-17.30 Jaime MassardoActualidad de Gramsci en America Latina 
  • 17.30-18.00 Jacques Texier  - Possiamo oggi riprendere i termini dell’analisi strategica dei Quaderni? 
  • 18.00-19.00 Dibattito 

 
Direzione Nazionale del PRC - Dip. nazionale Scuola e Cultura in collaborazione con l’Associazione culturale “Sotto la Mole” 

 

18-11-97

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informazioni: Umberto Ilari

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