PARTITO DI MASSA

Partito della Rifondazione Comunista - Direzione 


Dipartimento Organizzazione - Bollettino interno - NUMERO 14 - OTTOBRE NOVEMBRE 1997

A ROMA IL 25 OTTOBRE CON LA TESSERA DEL 1998

Alla Manifestazione del 25 ottobre a Roma con la tessera del 1998, abbiamo detto. Proprio il livello della nostra iniziativa politica impone del resto un diverso radicamento del Partito: dobbiamo puntare ad avere un circolo in ogni realtà lavorativa, di studio, territoriale.   
Ed un circolo “funzionante” nel rapporto con l’esterno, nella capacità di rappresentare i bisogni  delle popolazioni, nella volontà di ricercare la costruzione del movimento a partire proprio dai problemi sociali ed economici delle realtà locali.   
In questa direzione del resto stiamo lavorando: la discussione sul Partito di massa si sta intrecciando alla sua concreta costruzione. Una costruzione difficile e per alcuni versi contro una corrente prevalente che vorrebbe trascinare tutti nelle secche di partiti cosiddetti leggeri o di opinione.    
Intendiamoci: secche – come dire? – interessati, dove scompare la funzione del militante, dell’iscritto, della iscritta; dove si lacera il tessuto democratico della partecipazione a le scelte che si devono compiere; dove spesso la politica diviene cosa di  comitati di affari.   
Dunque: con la tessera e a Roma. Ci  sono, infatti, più ragioni di ieri per  partecipare in grandissimo numero alla  Manifestazione del 25 ottobre. Ci sono certo i risultati rilevantissimi che il nostro Partito ha ottenuto nella recente discussione parlamentare. C’è da sostenere, con una forte iniziativa, di massa, questi risultati e nel contempo da mettere insieme forze, idee, da indicare percorsi per porre al centro dell’agenda della politica i concretissimi problemi posti alla base della Manifestazione. Non c’è dubbio che molto lavoro resta da fare - ed i recenti accordi con il Governo e le presenze, la combattività della Manifestazione del 25 ottobre rappresentano certamente un pezzo di questo lavoro – per ottenere risultati o concretizzare risultati già ottenuti circa: la lotta alla disoccupazione strutturale attraverso la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e attivazione diretta di lavori verdi e di pubblica utilità nei campi della cura delle persone, del territorio, della manutenzione dela città. La difesa e riforma dello stato sociale a partire dalla difesa del sistema pensionistico, sanitario e scolastico pubblico, da una nuova politica abitativa per l’affermazione del diritto alla casa e dall’allargamento del sistema di tutele sociali. Si tratta di affermare i diritti sociali e civili di cittadinanza in forma universale da garantire anche agli strati sociali emarginati, agli immigrati e alle variegate figure del nuovo salario subordinato, precarizzato che oggi ne sono escluse. La lotta alll’evasione e l’elusione fiscale per recuperare risorse dalla rendita, dal profitto e dai grandi patrimoni. Possiamo farcela. Anche i recenti fatti politici sono lì a dirci cose buone circa questa possibilità.
   

Milziade Caprili

   

A DICEMBRE LA CONFERENZA DEI GIOVANI

Il 5, 6, 7 dicembre si terrà la prima conferenza nazionale dei Giovani Comunisti. Si tratta di un appuntamento di grande importanza, in cui le compagne ed i compagni della nostra organizzazione si confronteranno dopo un percorso di ampio respiro, che vedrà, nel mese di novembre, la convocazione di conferenze provinciali in tutte le federazioni del partito. Come ho accennato, sarà la nostra prima conferenza, e il fatto stesso di non avere più un appuntamento del partito sulle tematiche giovanili (come accadde a Firenze nel ‘95) ma un vero e proprio momento delle giovani e dei giovani, testimonia un cambiamento non solo nominale ma di sostanza, che afferma il principio per cui, anche se tra diverse difficoltà ancora presenti, i Giovani Comunisti adesso esistono.   
Dovremo, in questa conferenza, fare un ulteriore passo in più, nella definizione di una pratica politica così come nella strutturazione organizzativa, a partire dalla constatazione che molta strada è stata fatta ma ancora tanta bisognerà percorrerne. Conserviamo della nostra prima struttura i due caratteri fondanti, posti a base dell’allora “Progetto giovani”, cioè la definizione di una articolazione organizzata e l’internità al partito. Questi due elementi segnano un fattore di discontinuità con la storia, anche recente, delle organizzazioni giovanili comuniste e di sinistra europee ed extraeuropee, e rappresentano la conseguenza di un ragionamento che vede, non in forma contraddittoria, l’accettazione dello “specifico giovanile” da un lato e, dall’altro, la constatazione che questo non è momento separato, o settoriale. Lo stesso articolo 22 dello statuto, che nel congresso nazionale ha posto un’altra pietra di questa costruzione, si muove in questa direzione, e sceglie una formulazione volutamente “sperimentale”, nel tentativo di affermare un principio nuovo, per cui la definizione delle “regole” non è un elemento valido in sè, ma ha a che fare con l’iniziativa e la pratica politica stessa. Anche per questi aspetti, che incrociano politica e organizzazione, la nostra conferenza assume caratteristiche di non poca importanza, e il superamento stesso della fase del progetto si incontra con la necessità di articolare con più forza il nostro punto di vista sulle giovani generazioni.        
Il tentativo dovrà essere quello di lavorare per costruire iniziative a tutto campo: una ipotesi che trova nella crezione di una comunità di ragazze e ragazzi il senso stesso del suo divenire, che si fa forte di un “lavorare insieme”, che cerca gli strumenti per formare tempi, modi, luoghi, affinchè una nuova identità collettiva si faccia punto di riferimento e di confronto per le giovani ed i giovani. Una comunità che sappia articolare il proprio intervento attorno alla costruzione di movimenti, capace di porsi come interlocutore attivo di esperienze territoriali o nazionali anche esterne al partito, ma desiderose di compiere con noi un pezzo di strada e un modo inedito di formazione di soggettività antagoniste, quanto meno nell’idea di utilizzare un metodo comune.  Una comunità quindi capace di fare la sua parte nelle sfide proposte da questa fine di millennio, nella critica al pensiero unico, all’omologazione culturale, nella ricerca delle tracce e degli orizzonti della rifondazione.   
Come si intuisce, la ricaduta pratica di questa dichiarazione di intenti dovrà rappresentarsi nella configurazione stessa della nostra conferenza, o meglio, delle nostre conferenze, utilizzando cioè i livelli provinciali come momento forte del percorso, e rendendoli luoghi partecipati di elaborazione e di pratica politica, in cui non ci siano soltanto iscritti e militanti, ma tutto quel mondo che vogliamo intercettare. Quello stesso che ha già lavorato con noi nelle manifestazioni di Venezia e di Roma, quello che dobbiamo ancora incontrare, e con il quale gettiamo oggi le basi per la costruzione della conflittualità, del partito, dell’organizzazione giovanile.   
Quello che ci fa constatare il dato, significativo e solo apparentemente paradossale, per cui si assume che per “costruire noi” dovremo essere capaci di “andare oltre noi”, ripartendo dalle nostre esperienze, dalla nostra storia e dalle nostre storie, interpetrando però il nostro indagare come un punto di vista aperto e innovativo.   
In questo senso assume rilevanza il ruolo del partito nel suo insieme: l’organizzazione stessa delle conferenze dovrà vedere impegnato l’intero corpo del PRC, nella antica convinzione, da ribadire con forza, che le tematiche giovanili sono patrimonio della pratica complessiva, e che, a partire dai circoli, bisogna lavorare per superare quelle difficoltà generazionali che ancora esistono. Sapendo che per lo stesso partito l’assunzione della centralità della questione giovanile non è elemento di contorno, ma si configura piuttosto come il laboratorio dentro al quale sviluppare una nuova impostazione della politica stessa. Ed è qui, proprio nella concezione degli strumenti della trasformazione, che prende corpo il nostro più grande progetto, è qui che si afferma quel tentativo di “liberare la politica” che è un po’ lo slogan della nostra conferenza. Quella stessa politica che gli anni ottanta hanno reso strumento di dominio e di oppressione, o, in ogni caso, elemento "altro" e separato dalle esigenze delle masse, quella politica che va invece presentata, alle giovani generazioni sopratutto, come il fulcro di una possibile trasformazione, di una alternativa praticabile che necessita un impegno collettivo.   
Le nostre conferenze dovranno tentare di rappresentare tutto questo, praticando cioè il senso di una sfida nuova, che nasce e si sviluppa attorno all’iniziativa sui bisogni materiali, sulle cose da fare, a partire dai terreni di intervento "storici" per i Giovani Comunisti (il diritto al lavoro e il diritto allo studio), senza però trascurare quelle esigenze imposte dalla modernità e dalla mondializzazione, prime fra tutte un ragionamento nuovo sui territori, sulle autonomie individuali e le libertà collettive, sulla stessa necessità di articolare un intervento sulle politiche internazionali costruendo una nuova idea di internazionalismo.   
Abbiamo lavorato, in questi anni, per sollevare le questioni centrali del nostro tempo. E abbiamo lavorato per riproporre i problemi reali degli uomini e delle donne in carne ed ossa come elemento centrale della vita politica. Non era scontato che riuscissimo nei nostri intenti.   
Si tratterà, adesso, di cominciare a dare le soluzioni, e i Giovani Comunisti non vogliono sottrarsi dal contributo che possono e debbono dare.  

Peppe De Cristofaro
Resp. Naz. Giovani Comunisti

    

CALABRIA: TESSERAMENTO E CIRCOLI APERTI PER IL PARTITO DI MASSA

La discussione in atto nel nostro partito, dopo il 3° Congresso, tendente a costruire un partito di massa, attraverso il binomio dalla resistenza al progetto, sta diventando punto centrale.   
In ogni riunione il problema partito viene evidenziato e sostenuto con forza partendo dall’esigenza di supportare un’idea, un progetto che altrimenti non avrebbe possibilità di sviluppo. E’ quanto accaduto in Calabria, squassata da mille mali endemici, capofila di molte negatività, prima fra tutte la disoccupazione, ultima in ordine di tempo una crisi della Giunta regionale di destra che ha aggravato la già pesantissima situazione economica della regione. La necessità di sviluppare una forte discussione su questo insieme di problemi ci ha consentito di dare una forte accelerazione al tesseramento, facendogli fare un salto di 12 punti percentuali passando dall’85% del 27 giugno al 97% del 5 settembre.   
Ci siamo convinti che quando c’è l’impegno e la passione i risultati e gli obiettivi si possono raggiungere.   
C’è senz’altro ancora molto da lavorare e da sperimentare sul modo di fare politica oggi all’interno dei circoli.   
Sperimentare nuove forme di aggregazione dei giovani, partendo dal presupposto che i giovani di oggi sono molto più attenti e critici del passato.   
Il circolo deve diventare punto di ritrovo, di riferimento, di informazione, di supporto per i bisogni delle popolazioni. C’è quindi l’esigenza che il circolo sia aperto tutti i giorni, marcando così una presenza capace di dare certezza ai cittadini che i loro problemi sono quotidianamente all’ordine del giorno di Rifondazione comunista.   
Una utile indicazione ci viene dal convegno di Chianciano dove sono state tracciate le basi fondamentali per la costruzione di un partito di massa.

Elio Corrente
Responsabile Organizzazione
regionale della Calabria

    

Campagna di tesseramento e reclutamento 1998

La campagna di tesseramento e reclutamento 1998, deve essere, a partire dalle 10 giornate, la campagna della svolta sul piano organizzativo, conseguente e coerente con quella politica definita al Congresso Nazionale.   
Ci deve essere un salto di qualità nel nostro modo di concepire l’organizzazione del Partito, tale da rispondere pienamente all’esigenza impellente di una nostra crescita nel sociale e sul territorio nazionale, e che non si lasci sfuggire nemmeno in parte le grandi potenzialità che pure esistono e che la politica del Partito nello scontro in atto nel Paese ogni giorno produce.   
Salto di qualità che veda piena coerenza tra il nostro dire e il nostro operare, tra l’analisi e proposte del convegno a Chianciano sul "Partito di Massa", della recente riunione della commissione nazionale del CPN "Problemi del Partito", e il coinvolgimento dei gruppi dirigenti nel loro complesso, nell’elaborazione e attuazione di veri e propri piani di lavoro che abbiano come obiettivo l’estensione della nostra forza organizzata.   
Salto di qualità nella velocità e completezza della raccolta e comunicazione dei dati, dai circoli alle Federazioni, Regionali, Direzione Nazionale.   
Coerentemente con quanto detto si propone il seguente programma di svolgimento delle 10 giornate che andranno dal 20/11 al 30/11/97. Il lancio avverrà in concomitanza con la grande Manifestazione Nazionale il 25 a Roma. Saranno già pronte per quella data le nuove tessere ed il relativo materiale di propaganda. Le tessere saranno tempestivamente distribuite così da poter tesserare e reclutare durante la manifestazione del 25 ottobre. La parola d’ordine dovrebbe essere quella di partecipare essendo già in possesso della nuova tessera ’98.   
Per la campagna ’98 si prevedono le seguenti iniziative nazionali:   

  • a) Lettera a tutti gli iscritti del Segretario del Partito; 

  • b) Forum su Liberazione sul partito di massa; 

  • c) Stampa di un manifesto, un depliant e una mostra sulle ragioni dell’adesione della militanza; 

  • d) Riunioni degli organismi dirigenti regionali e provinciali sul Partito; 

  • e) Le Federazioni devono predisporre un apposito piano di lavoro per la campagna di tesseramento e reclutamento ’98, avendo presenti almeno 3 obiettivi:

    • la costruzione di nuovi circoli in comuni in cui siamo ancora assenti pur avendo una forza elettorale;

    • la creazione di nuovi circoli nei luoghi di lavoro o di studio;

    • predisporre per tempo in modo pragmmato l’utilizzazione delle campagne elettorali e delle feste di Liberazione, le grandi manifestazioni, quali momenti di maggior contatto sociale, per estendere la forza organizzata del Partito. 

  • f) Prevedere la raccolta dei dati e la loro tempestiva comunicazione agli altri livelli del Partito, riempiendo la scheda (vedi allegato) per tappe che proponiamo siano mensili a partire dalla data conclusiva delle 10 giornate, e cioè il 30 Novembre; 

  • g) La contestuale consegna dei cartellini, e cosa importantissima il ritorno al Nazionale dei dischetti con i dati, elemento essenziale per la creazione di quell’archivio degli iscritti, che solo ci può far capire ciò che accade nell’organizzazione del Partito, e consentire interventi mirati e temporalmente utili. 

   
N.B. IMPORTANTISSIMO   
Nel compilare i cartellini non dimenticare di far firmare ognuno di essi dall’iscritto, secondo le nuove forme stabilite dalla Commissione Nazionale per la Privacy.

Francesco Speranzaza

      

Di seguito riportiamo una scheda utile per le nostre iniziative e per il materiale di propaganda  

LA NOSTRA INIZIATIVA I RISULTATI ACQUISITI

1. Dopo la contestazione di metodo e di merito, con il conseguente annuncio di voto contrario da parte del P.R.C. alla manovra finanziaria per il 1998, abbiamo proposto le seguenti modifiche:  

  • a) politiche occupazionali innovative, incentivate soprattutto dall’immediata presentazione di un disegno di legge per la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore e riconversione dell’I.R.I. in una grande azienda, articolata sul territorio, per progettare, promuovere, organizzare ed effettuare lavori in settori di pubblica utilità; 

  • b) politiche del lavoro e retributive basate sull’intangibilità dello statuto dei diritti dei lavoratori, su rilancio del collocamento pubblico, sull’equità nella corresponsione delle retribuzioni e sulla riforma in positivo degli strumenti di sicurezza sociale; 

  • c) politiche industriali che salvaguardino il ruolo del pubblico nei settori strategici (almeno ENEL e ENI); 

  • d) politica fiscale con norme antielusive, con la introduzione del conflitto di interessi, con il potenziamento degli ispettori in vista della lotta alla evasione contributiva; 

  • e) politiche previdenziali legate all’intangibilità delle pensioni di anzianità, omogeneizzazione dei fondi pensionistici, superamento delle posizioni di privilegio; 

  • f) politica sanitaria con salvaguardia del pubblico e tutela dei cronici; 

  • g) nuove politiche per la scuola, per la casa, per l’ambiente. 

Al centro delle nostre modifiche c’era e per molti aspetti c’è la necessità di imprimere all’azione di governo un segno riformatore, possibile dopo una fase importante di risanamento al quale il PRC  ha dato il suo leale contributo.  

2. Nella seduta del 7 ottobre 1997 alla Camera dei Deputati,  il Presidente del Consiglio ha parlato di “sforzi rilevanti per delineare un grande disegno di intervento pubblico a sostegno dell’occupazione”;   

  • - ha detto di aver proposto la presentazione di un disegno di legge sulla riduzione dell’orario di lavoro, un disegno con le caratteristiche delle legge di indirizzo; di essere disponibile “a tenere conto della situazione dei malati cronici o di quelli lungodegenti”, alla modifica della 502 “volta a considerare il servizio sanitario nazionale”; ha proposto un “ intervento modesto di accelerazione dell’età di accesso alla pensione, salvaguardando i lavoratori precoci”; 

  • - ha ipotizzato la trasformazione dell’I.R.I. in una nuova struttura, in una “agenzia unica che possa unificare, in forma di società per azioni, tutte le diverse spesso coordinate attività che oggi sono poste in essere da numerose agenzie di promozione industriale, ripercorrendo per ottenere investimenti; la strada dei contratti d’area. 

A queste dichiarazioni di intenti il compagno Bertinotti, nel corso della stessa seduta, ha contrapposto l’evidenziazione del loro limite, l’essere cioè, la presa di coscienza dei problemi, senza però la concretezza delle soluzioni, e chiedendo, nel ripresentare le proposte del PRC, una “parola di certezza”.   

3. A fronte di questa precisa richiesta, nella replica del 9 ottobre, il Presidente del Consiglio, annunciava queste posizioni nel governo:  

  • a) le 35 ore settimanali come obiettivo programmatico in relazione all’evoluzione degli orientamenti europei; 

  • b) un piano triennale di investimento nel sistema scolastico (impulso alle scuole tecniche – modello tedesco – e neppure una parola sulle scuole private!); 

  • c) incremento del fondo destinato al Servizio Sanitario Nazionale e riordino complessivo del sistema dei tickets; 

  • d) per le pensioni di anzianità, un intervento normativo “volto ad anticipare l’entrata a regime della riforma Dini, salvaguardando le categorie operaie ed equivalenti”; 

  • e) una agenzia di sviluppo per il Mezzogiorno, finanziata con le plusvalenze della privatizzazione Telecom; 

  • f) presenza maggioritaria del pubblico nell’ENEL.

Il PRC, a fronte di queste dichiarazioni, ha evidenziato la mancanza di certezze – parole, non scelte concrete – decidendo il voto contrario.  

4. Chiamato alla consultazione sulla crisi di Governo il PRC ha dichiarato la propria disponibilità al confronto di merito sui problemi – confronto mai avvenuto prima – per un programma di Governo per un anno.   
La ripresa del confronto ha portato ad una intesa. Alla base di questa intesa c’è il riconoscimento di fatto delle priorità stesse e la definizione di misure atte a tradurre in norma.   
Affermata la possibilità di trasformazioni interne alla Finanziaria nell’iter della discussione parlamentare, fatti salvi gli interventi previsti nella replica del Presidente del Consiglio, i punti ulteriormente qualificanti dell’accordo sono:  

  • a) l’impegno alla presentazione di un disegno di legge per la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore per ogni settore dal 1° gennaio ’98 (non una semplice legge di incentivi in vista...!); 

  • b) chiarimento dell’espressione “equivalenti”, estendendo le protezioni in ambito previdenziale “al lavoro non operaio di qualifica pari ad analoghe condizioni di gravosità del lavoro stesso”; 

  • c) lo spostamento, nell’ambito della problematica fiscale, di 500 miliardi dalla voce “riduzione di spese” alla voce “Entrate” rimarcando l’impegno del Governo nella lotta all’elusione ed alla evasione.

Il quadro politico di riferimento è caratterizzato dal criterio di consultazione sistematica tra Ulivo, Rifondazione Comunista e Governo nei passaggi politicamente significativi dell’azione del Governo stesso, dalla ricerca di intesa su obiettivi comuni di politica economica e sociale per “qualificarne l’azione riformatrice” per raggiungere l’obiettivo dell’ingresso nella moneta unica europea.   
Anche in questa crisi, drammaticamente spostata sul piano emotivo e colpevolmente strumentalizzata da chi si rifiuta di “sentire” le ragioni di un partito, Rifondazione Comunista, che ha sempre adottato il criterio di equità sociale come discriminante delle sue battaglie, ha dimostrato che per rispondere alle attese e alle speranze indotte dalla vittoria del 21 aprile ’96 sono talora necessarie fermezza e chiarezza, perché il “venirsi incontro” può voler dire qualche volta anche “essere contro”, soprattutto se sono in gioco i diritti e le condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici, dei lavoratori, delle masse popolari.   
Le modifiche intervenute sulla proposta di legge finanziaria ’98, quelle enumerate dall’On. Prodi nella replica del 9 ottobre ’96 e quelle contenute nell’accordo ultimo, sono la conseguenza di una coerente anche se difficilissima battaglia politica, un risultato positivo che è forza per l’ulteriore nostra azione.

      

TESSERAMENTO E FINANZIAMENTO AL PARTITO

Resta fermo l’obiettivo di elevare la quota tessera per garantire al Partito più mezzi finanziari per lo sviluppo di un’iniziativa politica capillare e costante .   
A questo scopo si è pensato ad un’iniziativa da pubblicizzare al massimo.   
L’impegno di compagne e compagni a sostenere finanziariamente il Partito prendendo una tessera con un versamento di 1.000.000. A questi compagni a riconoscimento del loro impegno verranno consegnati:   

  • - Attestato di compagno sostenitore nel 150° del “Manifesto dei Comunisti” 

  • - Abbonamento a Liberazione 

  • - Abbonamento a Rifondazione 

  • - Una copia del “Manifesto dei Comunisti” 

Per quanto concerne la ripartizione delle quote fra le varie strutture si conferma quella esistente:   

  • - 45% al Circolo 

  • - 40% alla Federazione 

  • - 15% al Regionale 

Il costo della tessera ( da pagare preventivamente alla Direzione Nazionale) è di lire 5.350 per quella del Partito, mentre per quella dei Giovani Comunisti si passa dalle 1.000 alle 2.350 lire.*   
Ricordiamo inoltre che la prenotazione delle tessere per le Federazioni deve avvenire solo e unicamente tramite il Regionale.   
   
* Le 350 lire in più sono dovute al fatto che la Direzione del Partito ha stipulato un’assicurazione per gli iscritti in relazione a ogni tipo di iniziativa.  

      

AL LAVORO PER LE 10 GIORNATE DEL TESSERAMENTO E RECLUTAMENTO 20 – 30 NOVEMBRE
  • 1) Le 10 giornate devono essere preparate con un apposito piano di lavoro. 
  • 2) Inizio del tesseramento, contattando tutti i compagni e invitandoli alla festa a partire da quelli iscritti nel ’96 che ancora non hanno rinnovato la tessera; (precisiamo a questo proposito, una volta per tutte, che il tesseramento ’97 prosegue fino al 31 dicembre dello stesso anno, contestualmente a quello ’98 a partire dal 25 ottobre); 
  • 3) Fissare la data della festa possibilmente alla fine delle 10 giornate; 
  • 4) Operare nazionalmente e localmente perché ad essa partecipino i compagni dirigenti e gli eletti di ogni livello iscritti al circolo, che in quell’occasione prenderanno la nuova tessera; 
  • 5) Pubblicizzazione esterna e carattere aperto dell’iniziativa; 
  • 6) I dati devono essere comunicati in modo completo, tempestivamente alle Federazioni e da queste ai Regionali, che li faranno pervenire al Nazionale, compilando una scheda che preveda non solo i risultati complessivi per Federazione e Regionali, ma dati dettagliati per ognuna di esse con i risultati conseguiti dai circoli territoriali e aziendali (vedi allegato); Per incentivare e valorizzare il lavoro dei compagni e dei circoli nelle 10 giornate abbiamo previsto quest’anno alcuni premi: 
    • - I primi 100 circoli che raggiungeranno il 100% entro il 30 novembre avranno un abbonamento a Liberazione. 
    • - Le Federazioni che entro il 30 novembre raggiungeranno il 100%, avranno un viaggio a Cuba; 
    • - Il compagno o la compagna che su scala nazionale avrà iscritto al Partito entro il 30 novembre il maggior numero di reclutati, un viaggio a Cuba; ai 99 seguenti un attestato del Partito e una bandiera;
   
N.B. I dati, ovviamente devono essere accompagnati dal possesso dei cartellini

    

Allegati al numero 14 di PARTITO di MASSA di ottobre - novembre 1997 ci sono i dati sull'andamento del tessertamento al Partito della Rifondazione Comunista, l facsimili della tessera del 1998 per tutti e per i Giovani Comunisti. In più la scheda per la raccolta dei dati durante le 10 giornate dedicate al tesseramento che potete richiedermi all'indirizzo u.ilari@rifondazione.it

 


informazioni: Umberto Ilari

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