Riprendersi il futuro, costruire l’opposizione politica e sociale La VI Conferenza Nazionale delle/dei Giovani Comuniste/i assume la relazione del portavoce nazionale uscente Andrea Ferroni. Dopo il susseguirsi di una serie di governi totalmente supini ai diktat europei ed al dogma del neoliberismo subiamo oramai da un anno un governo giallo-verde che esercita la sua egemonia attraverso spinte razziste, sessiste, omofobe e repressive. Prendiamo atto che tale influenza si nutre del sostegno e della partecipazione di una parte della nostra generazione, dunque è di fondamentale importanza contrapporre un modello giusto ed umano nei rapporti sociali, economici e politici. Nonostante la loro quotidiana pratica di resistenza, i soggetti politici e sociali risultano inefficaci a causa della loro frammentazione. Riteniamo quindi che sia necessario innovare il nostro agire innescando processi di riconnessione di vertenze e soggettività – organizzate e non – per costruire un’opposizione politica e sociale e per salvaguardare la tenuta democratica del Paese. In particolare, l’elaborazione politica della Conferenza si è concentrata su tematiche fondamentali per i giovani tra le quali saperi, lavoro e comunicazione. Il nostro impegno deve combinare la lotta per un’istruzione pubblica, laica e di qualità alla richiesta di luoghi sicuri in cui studiare e apprendere. Dobbiamo essere in grado di proporre un’idea alternativa di società a partire dai luoghi della formazione. Le continue riforme hanno eliminato la funzione sociale della scuola puntando a costruire un esercito di futuri lavoratori a testa china. Riteniamo che l’istruzione su tutti i livelli debba essere pubblica basata su una tassazione fortemente progressiva, puntando alla gratuità totale e rivendicando la fine di finanziamenti pubblici verso istituti privati. In tal senso, le proposte avanzate da governo e alcune regioni vanno ad aggravare la condizione materiale degli studenti aumentando la disparità tra gli atenei e gli studenti di nord e sud. Altra rivendicazione fondamentale è quella di un piano di manutenzione straordinario e ordinario dal punto di vista strutturale ed energetico degli edifici scolastici, universitari e residenziali per gli studenti. Continueremo la battaglia contro i test d’ingresso e la logica escludente del numero chiuso. È in atto un mutamento del sistema di produzione capitalistico che sta già stravolgendo il sistema sociale ed economico: come certificato dai dati Istat la disoccupazione giovanile in costante aumento soprattutto nel meridione; la persistente presenza di Neet, giovani rassegnati ad un futuro d’incertezza e precarietà, tra i quali si registra un aumento del consumo di antidepressivi e di casi di suicidio; il precariato e le nuove forme di schiavismo rivolte soprattutto ai lavoratori migranti. Al contempo, la maggiore automazione produrrà una diminuzione di posti di lavoro rispetto alla quale risulta ancora più attuale la storica rivendicazione dei comunisti della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. A questo si aggiungono la richiesta di un salario minimo e l’introduzione di nuove tutele del lavoro. Questa deve essere la nostra base di partenza per rivendicare un piano che ridia dignità ai lavoratori. Il reddito proposto dal governo e principalmente dal M5S rappresenta un mero scimmiottamento delle attuali condizioni del mercato del lavoro tedesco, poiché si occupa unicamente della sopravvivenza del lavoratore, sottoponendolo ad un ricatto occupazionale. Rispetto a quanto detto precedentemente sui mutamenti del mondo del lavoro, legati alla quarta rivoluzione industriale, pensiamo che vada aperta una fase di sperimentazione e studio per costruire un progetto di welfare universale con tutele collettive capace di liberare tempo di vita dal lavoro in un’ottica di redistribuzione della ricchezza. Quanto elaborato finora sarà la spina dorsale di un nuovo immaginario che caratterizzi le/i Giovani Comuniste/i. Dovremo servirci della comunicazione come strumento politico di sostegno e costruzione delle attività svolte ad ogni livello dalla giovanile, in modo da avviare un’interlocuzione con la nostra generazione. Abbiamo bisogno di uniformare il nostro linguaggio e stile comunicativo al fine di ottenere una risonanza utile al raggiungimento dei nostri obiettivi. Sarà dunque fondamentale creare un’anagrafe di grafici, artisti, musicisti, videomaker iscritti alla giovanile, pronti a supportare l’intera organizzazione. In un contesto complicato, segnato da difficoltà economiche e sociali, l’esistenza di una giovanile organizzata all’interno del PRC costituisce una ricchezza per il partito stesso che dev’essere valorizzata e sostenuta da un punto di vista politico ed economico. Le/i Giovani Comuniste/i di oggi saranno il Partito della Rifondazione Comunista di domani. Roma 9 marzo 2019 Documento politico della VI Conferenza Nazionale approvato a l’unanimità dei delegati presenti
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