Partito della Rifondazione Comunista

Rifondazione Comunista: il terrorismo è un nemico irriducibile

Il terrorismo è tornato a manifestarsi in forme violente e preoccupanti con l’uccisione di Massimo D’Antona. Un assassinio politico che abbiamo percepito anzitutto come un’insopportabile distruzione umana: per questo la nostra condanna è stata immediata e nettissima, così come la solidarietà espressa ai suoi familiari, alla CGIL, ai Democratici di sinistra.

Un assassinio che ci lascia sgomenti anche per le modalità fredde, “scientifiche” e feroci con cui è stato eseguito e organizzato. 
Gli interrogativi e le perplessità che esso determina sono molte e inquietanti. Tanto più in una fase nella quale la tragica stagione del terrorismo sembrava conclusa e sconfitta. 
Oggi, rispetto agli anni ‘70, il contesto sociale, politico e culturale è profondamente diverso: non sembrerebbe credibile una nuova insorgenza di lotta armata. 
Eppure, un pericolo grave si riaffaccia: l’imbarbarimento della vita politica, del clima culturale, delle stesse possibilità di convivenza civile e democratica.

Questo pericolo - il ritorno del terrorismo - è un fenomeno tutto politico: oggi come ieri esso si forma nella sfera dell’autonomia della politica, e come tale va indagato e combattuto. 
E’ perciò da considerarsi indebita e infondata ogni supposta connessione tra insorgenza terroristica e disagio sociale, così come ogni collegamento meccanico tra le scelte politiche dei governi e la violenza armata: il terrorismo non è la “estemizzazione” del conflitto, anche radicale e aspro, e non è la risposta disperata di drammi sociali e generazionali che nascono dalla crisi attuale. 
Esso è sempre un fenomeno organizzato complesso, che ha alla sua base un “delirio di onnipotenza” di persone e gruppi che si collocano all’esterno dei movimenti e dei processi politici reale, e coltivano una terribile presunzione di potere.

Per queste ragioni, l’omicidio di Massimo D’Antona è un segnale allamante che non può essere in alcun modo sottovalutato.
Rifondazione Comunista chiede dunque che le istituzioni, gli organi inquirenti, gli apparati dello Stato diano una prova di determinazione e di efficacia: è essenziale che sulla dinamica di questo delitto, sugli esecutori e sugli eventuali mandanti si faccia luce al più presto. 
L’Italia non può assistere all’ennesimo “mistero” su fatti violenti, omicidi, stragi, come è avvenuto troppe volte in questi anni.

E’ essenziale altresì una grande mobilitazione democratica e di massa. 
Al pericolo terrorista si può e si deve contrapporre una risposta forte e unitaria delle forze politiche, che sia in grado di dare voce al sentimento diffuso di indignazione popolare, e di rappresentarne la volontà diffusa di contrastare questo nuovo pericolo per la democrazia.

Rifondazione Comunista è in prima fila in questa battaglia e in questo impegno unitario.
A maggior ragione, è irresponsabile e cinica la campagna di diffamazione orchestrata contro il nostro partito e il suo segretario: essa tenta di delegittimare una foza critica, come la nostra, di tacitare l’unica opposizione di sinistra del paese, e di mattere in ombra i grandi e drammatici problemi di questa fase: la guerra, la questione sociale, il lavoro.
Si cerca da varie parti di ”criminalizzare” lo stesso conflitto sociale, e di riproporre lo stesso clima emergenziale che, negli “anni di piombo”, ha pesato gravemente sulla società italiana e i suoi spazi di libertà.

In questi giorni, i bombardamenti della Nato hanno intanto raggiunto livelli intensissimi che mettono sempre più a rischio drammatico le popolazioni civili della Jugoslavia, e la stessa vita quotidiana: il paese è senza acqua e senza luce, l’economia è devastata, l’inquinamento è altissimo. Dagli USA eda Clinton il messaggio è solo quello della continuazione all’infinito della guerra.
Ma l’Italia può ancora svolgere un ruolo di pace, e può almeno battersi per una sospensione dei bombardamenti: la mozione votata alla Camera, dopo la marcia Perugia - Assisi, assegna al governo una responsabilità politica e diplomatica a cui esso non può più sottrarsi, come invece ha fatto finora.
A questo fine Rifondazione Comunista moltiplicherà il proprio impegno nel movimento pacifista, nelle istituzioni, nelle strutture unitarie.
Così come ci batteremo contro l’indecoroso rinvio della presentazione del Dpef a dopo le elezioni europee: i cittadini italiani hanno il diritto di sapere quanto costa oggettivamente questa guerra prima del voto, e di avere la garanzia che non saranno i pensionati e i lavoratori a pagarne i prezzi.

La Direzione nazionale chiama tutte le proprie organizzazioni alla più ampia mobilitazione democratica contro il terrorismo e a rilanciare con forza l’iniziativa, insieme al confronto con le forze del centro sinistra, sui temi della pace, della democrazia, del lavoro.
Invita tutti a garantire la piena riuscita della marcia europea del 29/5 a Colonia, della contemporanea iniziativa a Bari e della manifestazione ad Aviano il 6/6.

DOCUMENTO APPROVATO DALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL 24.5.99

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