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Direzione nazionale 9 ottobre 2025

Roberto Musacchio

Facciamo questa discussione in un momento storico. Innanzitutto per la drammaticità. Il genocidio a Gaza ha prodotto decine di migliaia di vittime. E questo in qualsiasi analisi su ciò che è stato fatto deve contare. La prospettiva di una guerra mondiale con al centro l'Europa è addirittura immanente. D'altra parte sono entrati in campo movimenti straordinari in larghissima parte del Mondo. E l'Italia è tornata a fare la sua parte, guardata da tutti, come non accadeva da tempo. Questi movimenti hanno fatto da argine al genocidio. Ma, da un altro punto di vista ancora, Trump, capo della nuova destra globale, si sta affermando come "il risolutore". E questo in un Mondo pieno di dominanti, di suprematismi e col capitalismo quasi modello unico. Scherzando, ma neanche troppo, dico che a 70 anni mi scopro "togliattiano". Intendo dire che la politica deve guardare alla Storia e a far progredire la vita per più persone possibile. Se il PCI avesse fatto quello che hanno fatto i comunisti greci magari invece della Costituzione avremmo avuto la guerra civile. Detto con rispetto.

Ho sentito di una presunta estraneità di Rifondazione dai movimenti. Francamente a me risulta una realtà molto diversa. Il Prc è stato in campo sulla Palestina dal primo momento, e d'altronde da sempre. Condannato il 7 ottobre per quello che era giusto condannare non ci siamo ritratti, anzi. Presenti nelle piazze, prima piccole ed ora enormi. Abbiamo contribuito a costruire un movimento europeo contro il riarmo, Stoprearm Europe, che ha aiutato a superare molte divisioni che dall'Ucraina in poi hanno caratterizzato la Sinistra in Europa. E il contributo dato per facilitare l'ingresso dei Cinquestelle nel gruppo The Left ha aiutato non poco il profilo del gruppo. In Italia Stoprearm ha realizzato una convergenza molto larga, di forze e di temi. No alla guerra, al riarmo, al genocidio, all'autoritarismo. Dopo essersi contrapposti, con numeri significativi, all'europeismo reale rilanciato da Repubblica con una piazza alternativa, costruito stoprearm, siamo arrivati il 21 giugno alla manifestazione dei 100 mila. Decisamente più grande dell'altra con la quale abbiamo tentato fino all'ultimo la convergenza. Ma se uno ha in mente un altro progetto più politico che di movimento difficilmente converge. Tuttavia si è continuato a cercare unità. Siamo andati, come partito e come Stoprearm, allo sciopero dell'Usb.

Un grande sciopero a cui, visto anche dalla scuola dove faccio il volontario, hanno partecipato in tantissimi in nome della Flotilla. Ed abbiamo lavorato per una convergenza nello sciopero che, fatto storico, ha visto convergere Cgil (quasi unico sindacato d'Europa contro il riarmo è in sciopero per Gaza), sindacati di base e anche i partiti del cosiddetto campo largo tutti sulla Flotilla e contro il genocidio. Realizzando un evento enorme, storico. Per questo se il 25 ottobre, giorno della mobilitazione contro il riarmo e sociale indetta da una Cgil sottoposta agli attacchi della destra direttamente dal governo, si indice una assemblea per lanciare un percorso sostanzialmente elettorale che pensa di rappresentare il movimento a me questo pare non producente. Per il movimento che non deve tornare indietro dalla sua dimensione di massa, unitaria e radicale. E per la politica. Io rispetto, naturalmente. Ma non vedo sommatorie elettorali tra movimentismo abbastanza semplificato nelle letture e più magari Brics anche questi letti in modi semplificati. Per le ragioni che ho detto, i troppi morti, la guerra immanente, Trump e le destre fascisteggianti che dettano le scelte, occorre una larga unità che coniughi il contrasto alla guerra e alle destre con la ricerca di un'alternativa. Per questo serve Rifondazione Comunista.

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