Partecipa e contribuisci all'attività di Rifondazione Comunista con 15 euro al mese. Compila questo modulo SEPA/RID online. Grazie Direzione nazionale 9 ottobre 2025 Ezio Locatelli Occorre avere piena consapevolezza di ciò che è successo in queste ultime due settimane. Non mi sembra che nella relazione introduttiva e in una serie di interventi sia stato colto oltre che il dato quantitativo dato dall'insorgere di un movimento strabiliante, di ripulsa del genocidio a Gaza, il dato qualitativo. Questo movimento è connotato innanzitutto da tantissime voci nuove, voci che si sono levate massicciamente al di fuori della politica convenzionale, al di fuori del recinto di un sistema che non ha più nulla da offrire alle nuove generazioni se non incertezza, diseguaglianze, precarietà, guerra. Questo è un fatto enorme. Dopo anni di stallo sociale finalmente si è rotto il senso di impotenza, di rassegnata passività. Ora, il punto è che questa situazione nuova ci ha visto totalmente impreparati a svolgere un ruolo politico, organizzativo, di movimento. Quando è andata bene abbiamo svolto un ruolo di testimonianza che non a caso è passato del tutto inosservato. In tutto ciò ci sono delle evidenti responsabilità politiche. Vi sembra normale che gli organismi politici dirigenti nazionali del partito non discutano più, non approfondiscano e non socializzino più le cose da fare in una situazione di grandissimo rivolgimento sociale? Non penso che il partito possa funzionare in questo modo, saltando i gruppi dirigenti non organizzando, non motivando il corpo del partito nel suo agire collettivo, pensando che bastino i comunicati stampa, i selfie, le comunicazioni di servizio. Ancor più il partito, oltre a non discutere, in questa fase si è trovato su una linea totalmente sbagliata, una linea moderata, orientata al campo largo, chiamatela come volete, la retorica del frontismo democratico, che si è dimostrata totalmente priva della forza di una prospettiva, di un investimento di energie positive. E' una linea praticata con dosi di opportunismo inimmaginabili fino a qualche tempo, che non intercetta minimamente la radicalità di un rivolgimento sociale. In ogni caso l'oscillazione che il partito vive sul piano elettorale tra internità al campo largo, perseguita in tutta una serie di realtà che fanno riferimento all'attuale segreteria e, in altre regioni, il tentativo di costruire coalizioni di alternativa coerenti con quanto si sta muovendo nella realtà, ecco questa oscillazione è devastante sul piano della fiducia, della credibilità di un partito che sempre più sta smettendo di fare il partito. Per questo penso che occorra cambiare radicalmente linea politica. Mi sembra che ancora una volta chi si è arrogato il diritto di guidare il partito in maniera monocratica non si stia dimostrando all'altezza della situazione. Urge cambiare radicalmente linea politica e modo di procedere. |