Partecipa e contribuisci all'attività di Rifondazione Comunista con 15 euro al mese. Compila questo modulo SEPA/RID online. Grazie Documento approvato dalla direzione nazionale del Partito della Rifondazione Comunista il 10 ottobre 2025 Per la convergenza contro riarmo, guerra e genocidio Il movimento di solidarietà con la Palestina non deve fermarsi La Direzione nazionale del Partito della Rifondazione Comunista esprime un giudizio positivo sulla firma dell'accordo per il cessate il fuoco perché potrebbe segnare l'interruzione del massacro a Gaza, ma respinge la narrazione dell'amministrazione Trump e del governo italiano. La gioia del popolo di Gaza e dei familiari degli ostaggi israeliani è anche nostra. Accogliamo con favore la firma dell'accordo per il cessate il fuoco, come tutte le organizzazioni palestinesi e gli stessi comunisti e pacifisti israeliani che hanno lottato contro il genocidio. L'accordo per il cessate il fuoco è una vittoria del popolo palestinese, dei movimenti di solidarietà a livello internazionale e di chi nella società israeliana si è mobilitato per la fine del massacro e la liberazione degli ostaggi. L'accordo dimostra che la ferocia genocida del governo Netanyahu poteva esser fermata dagli Stati Uniti senza il cui appoggio Israele non potrebbe proseguire con l'occupazione illegale dei territori, la pulizia etnica, l'apartheid. Ci sono volute centinaia di migliaia di vittime e la sollevazione dell'opinione pubblica mondiale, compresa quella degli Stati Uniti, per indurre la Casa Bianca a intimare a Netanyahu di fermare una carneficina che passerà alla storia. Non si può considerare quello di Trump un accordo di pace, questa sarà possibile solo quando saranno riconosciuti i diritti del popolo palestinese. Un protettorato neocoloniale non può essere una soluzione accettabile. Al "piano Trump" si addicono le parole di Tacito: hanno fatto il deserto e lo chiamano pace. L'accordo raggiunto non implica quindi che cessi la mobilitazione internazionale con la richiesta di sanzioni e per l'isolamento di Israele che continua a occupare illegalmente e a colonizzare i territori palestinesi. La lunga storia di violazioni degli accordi da parte di Israele insegna che bisogna innanzitutto vigilare affinché sia effettivamente attuato il ritiro dell'esercito israeliano da Gaza. Rifondazione Comunista si rivolge a chi è sceso in piazza nelle ultime settimane invitando a mantenere alta l'attenzione perché se i governi complici del genocidio hanno interesse a distrarre l'opinione pubblica con la promessa della pace, non bisogna ora lasciare di nuovo solo il popolo palestinese. In questo quadro Rifondazione Comunista propone di rilanciare la campagna per la liberazione di Marwan Barghouti, il Nelson Mandela palestinese, come condizione per la costruzione di un autentico processo di pace. Rifondazione Comunista invita a partecipare in massa domenica 12 ottobre alla Marcia Perugia-Assisi per dire no alla guerra, al riarmo e al genocidio e martedì 14 alla manifestazione a Udine in occasione della partita Italia – Israele. Il movimento contro il genocidio a Gaza ha avuto in questi due anni dimensioni planetarie e in Italia ha assunto nelle ultime settimane dimensioni straordinarie. Le caratteristiche della mobilitazione dell'ultimo mese richiedono una riflessione approfondita e non improvvisata. L'indignazione è stata l'elemento unificante di una partecipazione straordinaria alle manifestazioni e agli scioperi generalizzati in cui hanno assunto un peso enorme le nuove generazioni. Nel corso degli ultimi due anni è cresciuta una consapevolezza collettiva, grazie a un lavoro molecolare di controinformazione e autoformazione di massa, che ha incrinato la narrazione dei media filo-israeliani. La Flotilla ha fatto da catalizzatrice di un sentimento diffusissimo che è andato di gran lunga oltre le organizzazioni politiche, sociali e politiche. La parola d'ordine 'blocchiamo tutto' diffusa dai portuali ha reso sociali e generalizzati gli scioperi con modalità finalmente simili alle dinamiche francesi. Le potenzialità di questa presa di coscienza collettiva sono tali che richiedono umiltà, ascolto, analisi, spirito unitario non la reiterazione di lotte per l'egemonia che rischiano di dividere e isterilire un movimento che ha caratteristiche inedite. Il metodo della convergenza ha caratterizzato in questi mesi la crescita del movimento ed è un dovere continuare a praticarlo. Proprio la forza del movimento ha imposto la convergenza tra sindacati di base e Cgil ed è un elemento che va valorizzato nell'interesse delle classi lavoratrici. Il movimento di solidarietà ha espresso una critica di massa alla narrazione che ha accompagnato più di due decenni di guerre umanitarie e che sorregge le tendenze guerrafondaie prevalenti del blocco occidentale, degli USA e dell'Unione Europea. Le macerie di Gaza testimoniano di cosa è capace un Occidente che ha scelto la via della militarizzazione e della guerra per riaffermare il proprio predominio planetario. In questo quadro nostro obiettivo rimane quello di lavorare allo sviluppo della mobilitazione contro il riarmo europeo e italiano che finora non ha avuto le dimensioni della solidarietà della Palestina. Nelle prossime settimane va investito il massimo impegno sulla convergenza Stop Rearm Europe e nella mobilitazione contro la "manovra del riarmo" del governo Meloni. Il partito deve sviluppare una campagna di massa sui contenuti della prossima legge di bilancio che secondo il Documento Programmatico di Finanza Pubblica 2025 prevederà l'aumento della spesa per la "difesa" da 12 miliardi di euro e che non risponde alle emergenze sociali del paese mentre cresce la povertà e i salari continuano a perdere potere d'acquisto. La manifestazione del 18 ottobre convocata dal collettivo di fabbrica della GKN rappresenta un appuntamento fondamentale per dare forza a un'alternativa concreta al riarmo come risposta peraltro ingannevole alla crisi del tessuto industriale italiano. Massimo impegno va rivolto alla preparazione della manifestazione nazionale indetta dalla Cgil per il prossimo del 25 ottobre contro la manovra di un governo che punta apertamente alla completa delegittimazione dei sindacati non asserviti e ha scelto la la principale organizzazione della classe lavoratrice come bersaglio di incessanti attacchi. La tendenza globale alla fascistizzazione che emerge nel nostro paese, in Europa come in America Latina e soprattutto negli Stati Uniti, ha raggiunto i caratteri più estremi proprio in Israele e non a caso l'internazionale nera trumpiana ha fiancheggiato Netanyahu e ha scelto come nemico il movimento di solidarietà con la Palestina. Di fatto la polarizzazione che si è creata nella politica italiana sul genocidio a Gaza ha prodotto una spaccatura nel paese in cui per una volta è diventata chiara la distinzione tra destra e sinistra. Questa situazione pone al nostro partito il compito di rispondere al bisogno politico di contrastare una destra sempre più fascistoide e aggressivamente neoliberista che sta progressivamente rafforzando la sua presa nel paese attraverso l'esercizio del governo, l'occupazione dello stato, lo strapotere mediatico, il consolidamento di un blocco sociale, il tentativo di riscrivere la storia e affermare la propria egemonia in netta rottura con lo spirito della Costituzione. La mobilitazione del mondo della scuola contro le linee guida e la militarizzazione assume in questo quadro una grandissima rilevanza. Il permanere e anzi la crescita di un fortissimo astensionismo nelle ultime elezioni in alcune regioni dimostra che non basta l'unità del campo largo per contrastare la destra ma che è necessario attivare una ripoliticizzazione di larghi settori delle classi popolari che non può prescindere da una proposta programmatica di forte rottura con i comportamenti e i programmi dei governi "tecnici" e del PD. Il nostro partito non può che essere impegnato a tutti i livelli nella costruzione dell'opposizione sociale e politica con spirito unitario e radicalità di contenuti. La Direzione nazionale ringrazia le compagne e i compagni per il lavoro nelle campagne per le elezioni regionali e affida al prossimo CPN un'analisi compiuta dei risultati e delle dinamiche che hanno caratterizzato questa tornata ancora in corso.
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