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Direzione nazionale 29 luglio 2025

Ezio Locatelli

Penso che la relazione introduttiva sia stata elusiva, abbia sottaciuto le responsabilità politiche circa la situazione drammatica che stiamo vivendo. Faccio riferimento in particolare a due questioni. La prima, quella che riguarda la crisi esplosiva che stiamo vivendo, i disastri della guerra, non soltanto la guerra che uccide e devasta, quella che viene combattuta nei campi di battaglia ma i disastri della guerra commerciale, della guerra dei dazi, un gioco al massacro che ha come posta in gioco lo scarico dei costi tra economie capitalistiche in caduta di profittabilità. Una guerra che da qui in avanti sarà sempre più combattuta nelle nostre società in termini di una guerra di classe. Penso che in questo quadro l'impegno nostro debba essere giocato innanzitutto sul versante di una ripresa di attivazione sociale, di organizzazione del malcontento stando dentro le linee di scontro che si manifesteranno sempre più fuori dall'attuale quadro politico contrassegnato da una sorta di bipolarismo politico militare, dall'accettazione della dottrina atlantica in cui il tema delle divisioni, più fittizie che reali, non è sul sistema ma sullo scarico dei costi o se il riarmo debba essere sul piano nazionale o europeo. E' importante che da qui in avanti ci si adopri per la costruzione di comitati unitari contro il riarmo, la guerra, il genocidio, il taglio dello stato sociale che ci sarà anche in conseguenza della nefasta intesa intervenuta in materia di dazi. Intesa sottoscritta da una presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, che proprio recentemente ha goduto della reiterata fiducia del Pd.

Seconda questione: bisogna essere chiari riguardo a ciò che sta accadendo a livello di sistema politico istituzionale, riguardo al susseguirsi di indagini, denunce, arresti che coinvolgono sindaci, amministratori, esponenti politici – molti dei quali del centrosinistra, del Pd - o del mondo degli affari o delle imprese private. Noi abbiamo bisogno di riflettere su tutto questo, il contesto che ha prodotto questa situazione che in assenza di modifiche profonde non potrà che produrre nuovi fenomeni degenerativi. Non possiamo non vedere che siamo in presenza di una opinione pubblica scossa dalla percezione di un sistema politico e di potere pervaso da molte zone grigie. Penso che se vogliamo dare il senso di una nostra diversità non possiamo dare adito a motivi di confusione come nel caso delle prossime elezioni regionali delle Marche e non solo.

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