Partecipa e contribuisci all'attività di Rifondazione Comunista con 15 euro al mese. Compila questo modulo SEPA/RID online. Grazie

Direzione nazionale 29 luglio 2025

Stefano Galieni

Care compagne e cari compagni. Permettetemi una sorta di meta -intervento. Ascolto da ore, francamente annoiato, una sorta di partita a pingpong di interventi che si ripetono cercando raramente di ascoltare quanto ha detto l'altra/o. I contenuti, partendo dalla articolata introduzione del Segretario, per alcuni non sembrano essere stati mai enunciati. Hanno specularmente ragione i compagni Prencipe e Ferrero, che mi hanno preceduto, nel notare come ci si stia allontanando sempre di più. Non ci si ascolta, non si discute, cosa di cui avremmo molto ma molto bisogno, magari sviscerando i temi, ma si offre una visione capovolta della realtà in cui sembra che l'attuale maggioranza stia lavorando per mettersi al servizio del Partito democratico quando, dietro l'angolo c'è solo da attendere l'irrompere, quasi millenarista, di un conflitto sociale che spazzerà tutto ciò che non ci aggrada e di cui diventeremo, quasi per volontà divina – lo dico da ateo – insieme ad altre forze sparute, le guide che ci porteranno verso il sol dell'avvenire.

Ma in quale realtà si vive? Alla classe sociale cui intendiamo rivolgerci e per la quale vogliamo tornare ad essere utili, pensate sia nella lista delle priorità l'approccio con i BRICS? Non dico le persone comuni, spesso soggette ad una rivoluzione passiva, ma quelle che si stanno mobilitando da mesi in tante città, stanno disquisendo forse sulla necessità fondamentale di scavare un fossato con i vertici del PD, di Avs, del M5S o, specularmente con PaP? Non dormono la notte attendendo di sapere se e con chi ci stringeremo accordi tattici, dato il sistema elettorale nemico, per poter giudicare il nostro grado di purezza rivoluzionaria? Temo di no. Io in questi mesi mi sono ritrovato, da dirigente del Partito che, in quanto funzionario, ha maggior tempo a disposizione, a seguire dall'inizio la campagna Stop Rearm e a condividere con questa nuova rete di convergenze, obiettivi comuni.

Alle manifestazioni nazionali o locali partecipano iscritte e iscritti a tutte le forze di opposizione, ma in maggioranza ci sono uomini e donne che non hanno tessera di partito e votano, ogni volta in base al tipo di elezione e alla credibilità della proposta che si avanza, se questa c'è, altrimenti non votano. Le persone incontrate, anche nelle lunghe riunioni sono accomunate da un radicale e politico rifiuto, ripudio, della guerra, dal no alle politiche di riarmo, dal dolore e dalla rabbia per il genocidio – questo è il termine usato – che si compie a Gaza, dalla distruzione sistematica di ogni traccia di diritto internazionale. In quel mondo che è ancora vasto e che si va lentamente ricomponendo, molte forze politiche hanno contraddizioni strutturali che le mettono in crisi come il Pd o che, in nome del raggiungimento di un minimo comune denominatore, mediano ogni forma di conflitto. Noi, questo problema no lo abbiamo. Per noi la parola riarmo va cancellata, il diritto dei popoli garantito e non solo a Gaza deve cessare il genocidio ma in tutta la Palestina deve finire l'occupazione ed essere garantito il diritto al ritorno.

Oggi è questo il mondo che si sta muovendo e chi scende in piazza sa bene che mediare sul riarmo significa accettare i tagli alla sanità, alla scuola, a quel che resta del welfare e non lo accetta. Le persone che si muovono con una potenza che non si vedeva da una vita, sono poco interessate dalle elezioni viste come elemento puramente tattico, in cui certamente ci si dovrà confrontare ma dove dovranno prevalere i contenuti, questi contenuti, come il no totale e senza distinguo al dl sicurezza. Stiamoci in questa fase, con tutta la nostra credibilità, attraversando anche le manifestazioni che non abbiamo convocato, impegnandoci nella Perugia Assisi come nella prossima manifestazione della Cgil contro la legge di bilancio. Facciamo questo se vogliamo essere un partito comunista e non continuiamo nell'eterna logica da commentatori senza uno spazio in cui giocarcela. Un confronto di cui non dobbiamo avere paura e in cui potremmo, come abbiamo fatto finora, avere un ruolo ancor più significativo. Per farlo dobbiamo essere però un partito unico, non una partita di pingpong.

chiudi - stampa