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Direzione del 22 novembre 2023

Intervento di Ezio Locatelli

Al di là di fare la fotografia del momento che stiamo attraversando il problema è quello delle risposte, oltre che del giudizio che diamo alle cose. Faccio un esempio prendendo a riferimento la vittoria dell’ultraliberista Milei in Argentina. La tentazione potrebbe essere quella di condividere quanto scritto in un articolo di oggi su il Fatto Quotidiano. In questo articolo si dice che questa vittoria è uno dei tanti segnali che attestano che “il liberismo più sfrenato è in gran spolvero”. Di questo passo si potrebbe dire la stessa cosa sulla guerra. L’occidente capitalista dimostrerebbe, con la sua potenza di fuoco, di essere in gran spolvero. Io sono convinto del contrario. Sono convinto di un sistema che sta precipitando in una crisi devastante. Il problema è un altro, è la debolezza di risposte. Non c’è allo stato attuale un movimento contro la guerra che assurga al ruolo di “seconda potenza mondiale”, come fu agli inizi degli anni ’90. Così come non c’è allo stato attuale un movimento antiliberista di massa. Questo per dire che o si dà centralità al tema dell’organizzazione e del rilancio del conflitto sociale, della pratica del conflitto di classe tra opzioni e interessi diversi oppure non c’è possibilità alcuna di invertire le linee di tendenza attuali. Investiamo su un programma sociale come abbiamo fatto nella raccolta di firme per il salario minimo.

Credo che non dobbiamo avere timore di essere tagliati fuori dal gioco politico - non dalla battaglia politica –. di sistema. Questo gioco è un’arma spuntata, che non dà risposte allo scontento sociale che c’è, che non serve a sconfiggere le destre. E’ un gioco che non dà risposte alla critica femminista del modello maschilista basato sulla gerarchizzazione delle differenze di genere. Detto per inciso ho trovato patetico l’appello della Schlein rivolto alla Meloni – di volta in volta considerata fascista o accreditata come interlocutrice - per fare fronte comune contro il patriarcato e le violenze di genere. Il tema cui la sinistra deve dare risposta è quello della rottura, dell’alternativa. Questo è l’indirizzo che ci siamo dati all’ultimo congresso come Partito. Indirizzo che va portato avanti in sinergia con tutte le forze antiliberiste, anticapitaliste. Insieme al rafforzamento di Rifondazione dunque il tema è la costruzione di Unione Popolare il cui progetto non pochi dirigenti vorrebbero abbandonare. La bozza di Statuto di Up è perfettibile? Certo che sì ma questo non può essere preso a pretesto per rinviarne la discussione.

Come dice Machado “il sentiero si fa camminando” non facendo melina. Infine sulla lista Santoro. E’ superfluo che lo ripeta. Sono stato fin da subito convinto della necessità di avere un confronto per una lista unitaria pacifista e antiliberista. Credo tuttavia che sia sbagliatissimo attribuire alla sola proposta Santoro una potenzialità espansiva che non può avere non tanto per i sondaggi che la danno all’1,4%, non tanto per le assemblee regionali sostanzialmente andate a vuoto ma per l’assenza in questo momento di una estesa opposizione sociale, di un movimento popolare politicizzato, movimento che è tutto da costruire. Sulle europee penso che la risposta vada trovata nella costruzione di un arco di forze di diversa ispirazione ed esperienza politica di cui Santoro è uno degli interlocutori, non l’unico.

E’ in ragione di ciò che ritengo sbagliato che il segretario, senza mandato e senza discussione preliminare in segreteria o direzione – il mandato avuto dal Cpn era per proseguire il dialogo, non altro – abbia deciso di entrare a far parte del comitato della lista Santoro. Lo ha fatto a prescindere anche dalla decisione intervenuta unitariamente in Unione Popolare di chiedere un confronto con Santoro. Incontro che a circa un mese dalla richiesta formulata non è stato ancora concesso. L’unico risultato di questa scelta del segretario è di divedere Rifondazione e di indebolire Unione Popolare. Bisogna cambiare modo di fare.

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