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Direzione del 22 novembre 2023

Documento approvato a maggioranza

Rilanciare Rifondazione Comunista e costruire Unione Popolare.

La guerra e la violenza caratterizzano la barbarie che stiamo vivendo.
Il genocidio del popolo palestinese ad opera del governo Israeliano ha raggiunto livelli mai visti ed anche la positiva tregua raggiunta in questi giorni rischia di essere solo il preludio alla deportazione di massa delle popolazione palestinese dalla striscia di Gaza e non solo.
La guerra in Ucraina prosegue nella sua barbara normalità di centinaia di persone che muoiono ogni giorno nonostante sia oramai chiaro a tutti che non sarà il terreno militare a sbloccare la situazione che può essere affrontata e risolta solo per via diplomatica, come diciamo dall’inizio della guerra.
La sequela di femminicidi che connota drammaticamente la quotidianità del nostro paese e dell’Europa tutta, non sono che la punta dell’iceberg di un patriarcato tanto poco riconosciuto quanto brutale nella sua espressione. La lotta contro il patriarcato – nelle sue espressioni pratiche e nel suo immaginario - è un impegno politico di prima grandezza per il partito a partire dai compagni maschi.

In questa situazione di guerra, in cui le classi dominanti cercano di “arruolare” i popoli nelle schiere di un occidente in guerra contro il resto del mondo, vogliamo ribadire con forza il nostro impegno:

- Lottare per il cessate il fuoco, per la tregua, per la trattativa in ogni parte del mondo ove vi sia un conflitto. La guerra non risolve i problemi ma li aggrava.
- Denunciare con forza che le forze motrici di questa situazione di guerra che rischia di portare allo scoppio dispiegato della terza guerra mondiale, sono le élites dei paesi occidentali che hanno nella NATO e nei suoi alleati – come il governo israeliano – la massima concentrazione di potenza aggressiva e distruttiva presente su scala mondiale. - Lottare per la giustizia sociale a partire dalla nostra realtà, contro i gruppi dominanti che affamano il mondo e sfruttano i popoli, compresi quelli occidentali. Solo la messa in discussione dello strapotere delle élites occidentali e delle classi capitalistiche mondiali potrà aprire la strada alla giustizia sociale, alla cooperazione e alla pace a livello mondiale.

Il partito è quindi chiamato a:

- Intensificare la mobilitazione a fianco del popolo palestinese per isolare il criminale governo israeliano e mettere sotto accusa i governi – come quello italiano – che lo difendono. Occorre mobilitarsi per la pace e la denuncia del ruolo della NATO nella situazione attuale. In tal senso, la DN di rifondazione condivide l’ipotesi di organizzare per metà dicembre una mobilitazione su questi temi da parte di UP e impegna sin da subito il partito a partecipare e a lavorare per allargare la partecipazione medesima. Ugualmente, condivide l’iniziativa e impegna il partito a partecipare alla marcia Perugia – Assisi prevista per il 10 dicembre.
- Mobilitarsi contro il patriarcato e cogliere la necessità di costruire un nuovo immaginario maschile. E’ del tutto evidente che l’esercizio di potere dispotico da parte degli uomini sulle donne va molto al di là delle pratiche violente in senso stretto. Parla di una volontà di potenza e di dominio che nasce da una impotenza concreta e dalla incapacità maschile di rispondere alla crisi del proprio ruolo sociale in termini positivi. La lotta al patriarcato non è quindi solo una azione di denuncia ma una azione di riconoscimento dell’immaginario patriarcale, della sua completa destrutturazione e della costruzione di un nuovo immaginario maschile. Si tratta di un compito non semplice ma indispensabile in cui i comunisti dovrebbero impegnarsi in prima persona: è una parte integrante della lotta per il comunismo che riguarda in particolare gli uomini. Per questo si invitano gli organismi dirigenti a promuovere le assemblee degli uomini a tutti i livelli fino alla conferenza nazionale come previsto dall’articolo 13 dello statuto.

- Impegnarsi nella gestione politica del successo della campagna di raccolta di firme sulla legge di iniziativa popolare sul salario minimo. Vogliamo innanzitutto ringraziare le compagne e i compagni di rifondazione comunista che hanno raccolto il grosso delle firme e nello stesso tempo riconoscere che senza l’azione congiunta di tutta Unione Popolare, non sarebbe stato possibile raggiungere il risultato delle 50.000 firme certificate, necessario per dare valore legale alla nostra raccolta di firme. A questo punto, occorre valorizzare questo risultato costruendo una vera a propria campagna politica sul salario facendo si che la nostra proposta di legge viva nel paese e non solo nel passaggio istituzionale che vi sarà nei prossimi mesi. Solo la mobilitazione sociale può determinare un diverso clima anche nelle sedi istituzionali.
- Intrecciare la mobilitazione per il salario con la lotta alla legge di bilancio, al Presidenzialismo e all’autonomia differenziata. Questo governo infatti opera contemporaneamente per la guerra, contro la democrazia ed a favore dell’aumento delle diseguaglianze geografiche e di classe all’interno del paese: aumenta le spese militari e taglia le spese sociali a partire da quella pensionistica. Anche a partire dai positivi elementi di mobilitazione di diverse espressioni sindacali, dobbiamo lavorare per allargare il movimento e costruire un fronte di lotta contro la politica di economia di guerra che il governo sta imponendo al paese.

Sinistra di alternativa e Unione Popolare

In questo contesto, la Direzione Nazionale ritiene decisivo – come indicato più volte dagli organismi dirigenti del partito – aggregare la sinistra di alternativa e consolidare Unione Popolare.

E’ infatti del tutto evidente che al fine di costruire una alternativa ai poli politici esistenti e per sconfiggere le destre, non sono sufficienti le sole forze di Rifondazione Comunista ed è necessario costruire convergenze ed aggregare forze in modo stabile e duraturo.

La costruzione di una efficace sinistra di alternativa è un nostro obiettivo politico fondamentale, che abbiamo liberamente assunto: è espressione della volontà e della sovranità di Rifondazione Comunista. E’ un punto dirimente del nostro progetto politico perché non è possibile determinare una trasformazione sociale restando all’interno del meccanismo dell’alternanza tra simili che caratterizza oggi il sistema politica italiano.
Il progetto politico di Rifondazione Comunista e la sua piena autonomia non sono separate o tanto meno in contraddizione: proprio attraverso la costruzione di una efficace sinistra di alternativa, nella capacità di prospettare al paese l’alternativa, possiamo far avanzare il progetto politico di rifondazione comunista, realizzare dinamicamente i nostri obiettivi e rendere cogente la nostra sovranità.

Viceversa, la scelta di Rifondazione Comunista di tenersi le mani libere per fare accordi elettorali a destra e sinistra, a seconda della tipologia di elezioni e della convenienza specifica, lungi dal manifestare il rafforzamento o la piena sovranità di Rifondazione Comunista, ne determinerebbe l’indebolimento e l’abbandono del suo progetto politico.

Proprio per ridare sovranità ed autonomia al nostro partito, per superare il senso di impotenza che attanaglia molti compagni e compagne, è necessario rafforzare Rifondazione Comunista e consolidare un primo aggregato di sinistra di alternativa costruendo Unione Popolare. Il rafforzamento di Rifondazione Comunista e la costruzione della sinistra di alternativa sono due facce della stessa medaglia.

Dopo più di un anno di percorso occorre concludere questa fase provvisoria e passare a quella costituente per dare vita in modo stabile e con regole certe e democratiche ad Unione popolare.
Da questo punto di vista decisivi sono i tempi perché i ritardi che hanno caratterizzato la vita di UP allontanano le persone e minano la credibilità del suo progetto. A partire dal successo nella raccolta di firme sulla proposta di legge per il salario minimo e dal protagonismo evidenziato nelle lotte a fianco del popolo palestinese, il tempo per far nascere UP è ora. La discussione sullo statuto è quindi un passaggio decisivo per far nascere UP e non deve diventare la scusa per spostare tutto e – in definitiva – far fallire il progetto di UP.

Statuto di UP

In questo quadro, preso atto della bozza di statuto varata l’11 ottobre u.s. dal gruppo organizzazione di Unione Popolare e non ancora discussa dal coordinamento nazionale, considerando che siamo in una fase del tutto interlocutoria, di costruzione del testo da discutere in Coordinamento e poi da proporre nel percorso preparatorio dell’assemblea costituente di Unione Popolare, la Direzione Nazionale ritiene che la bozza di statuto varata dal gruppo di lavoro costituisca una buona base di discussione per arrivare ad un testo definitivo e condiviso. Il testo risponde infatti positivamente alla necessità di costituire uno spazio politico plurale ed a larga parte delle proposte che sino ad oggi Rifondazione Comunista ha avanzato ufficialmente.

A questo riguarda la Direzione Nazionale di Rifondazione Comunista

a) Propone al Coordinamento di Unione Popolare che l’attuale bozza venga rivista a partire dalle seguenti modifiche:

1) venga riscritto il preambolo in modo da renderlo più inclusivo delle diverse elaborazioni, esperienze e pratiche alternative.
2) Nella parte dei diritti e doveri degli iscritti i doveri si limitino al rispetto delle decisioni in materia elettorale e che in materia politica si limiti ai principi generali richiamati dal preambolo dello statuto.
3) Si precisi che lo statuto, una volta varato dall’assemblea Costituente possa essere modificato solamente dall’assemblea nazionale con una maggioranza qualificata di 2/3 dei votanti.
4) Si precisi che il meccanismo delle adesioni, individuali e collettive venga inserito come parte integrante dello statuto, visto il loro carattere fondativo dell’organizzazione stessa.
5) Si precisi il meccanismo di elezione dei coordinamenti e dei portavoce territoriali adeguando opportunamente i criteri stabiliti per il livello nazionale.
6) Si precisi che la decisione e la gestione delle presentazioni elettorali avviene al livello corrispondente.
7) Si precisi che per l’assunzione delle decisioni aventi un particolare valore politico, in prima istanza si vota in CN con maggioranza qualificata, in seconda istanza in assemblea con maggioranza qualificata e solo in terza istanza in assemblea con maggioranza semplice.
8) Si preveda la costruzione di gruppi di lavoro ed elaborazione sia a livello nazionale che a livello territoriale a cui possano partecipare aderenti e non aderenti a UP al fine di allargare il circuito delle persone coinvolte nella elaborazione dell’alternativa nel nostro paese.
9) Si riformuli il testo relativo alla contribuzione degli eletti, prevedendo il principio nello statuto e definendone le forme specifiche attraverso un apposito regolamento.

b) Propone che il Coordinamento discuta entro l’inizio di dicembre l’intero testo e vari una bozza rivista dello statuto.

c) Ritiene necessario che il testo della bozza rivista dal Coordinamento di UP venga immediatamente discusso dal CPN di Rifondazione Comunista in modo che possa esprimere il suo consenso sullo stesso o la decisione di proporre allo stesso emendamenti precisi e specifici.

d) Propone che il coordinamento nazionale di UP si riunisca nuovamente all’inizio di gennaio e apra formalmente il processo costituente di Unione Popolare, varando i documenti politici, regolamentari e il testo dello statuto da discutere e su cui decidere nell’assemblea costituente di UP, decidendo in via definitiva la data della stessa. Questi testi varati dal Coordinamento nazionale saranno oggetto di discussione e di modifica nell’assemblea costituente di U.P. a cui saranno chiamati a partecipare con diritto di voto tutte e tutti gli iscritti a Rifondazione Comunista.

e) Ritiene necessario che - dopo l’assemblea costituente di UP e il varo dello statuto definitivo – la segreteria nazionale convochi il CPN proponendo che questo, dopo essersi espresso in merito, organizzi una consultazione tra tutt@ gli iscritti al partito per decidere in via definitiva la partecipazione del Partito della Rifondazione Comunista a Unione Popolare.

Elezioni europee

Nel quadro dello sviluppo di una alternativa alla guerra e al neoliberismo abbiamo più volte sottolineato la necessità di costruire per le elezioni europee una lista unitaria contro la guerra e il liberismo.

A questo riguardo consideriamo positivamente la decisione del Coordinamento di Unione Popolare – assunta da alcune settimane fa - di muoversi sulla stessa lunghezza d’onda e di aprire una interlocuzione con Michele Santoro e con tutti i soggetti politici interessati alla costruzione di una lista unitaria contro la guerra e contro il liberismo.

Confidiamo che da parte di Santoro vi possa essere una risposta alla richiesta di interlocuzione di Unione Popolare e che si possa aprire un confronto sui nodi che UP ha unitariamente individuato come fondamentali per dar vita ad una efficace lista unitaria.

In questo contesto riteniamo che la scelta del segretario di Rifondazione Comunista di entrare a far parte del coordinamento della lista Santoro - comunicata a posteriori alla segreteria - senza che sia nemmeno iniziata l’interlocuzione tra quest’ultima e Unione Popolare, sia sbagliata. La costruzione di una lista unitaria richiede il dialogo e la convergenza tra più soggetti, la definizione di contenuti e di un modo di essere concordato. Questo è quanto ha proposto - e noi tutt@ lo abbiamo condiviso - il Coordinamento nazionale di Unione Popolare di cui facciamo parte a pieno titolo. Proprio per realizzare questo obiettivo unitario Rifondazione Comunista dovrebbe svolgere un ruolo di cerniera e non adottare una collocazione che rischia di facilitare esclusioni che metterebbero in discussione il carattere unitario della lista.

Tonia Guerra
Ezio Locatelli
Nicolò Martinelli
Vito Meloni
Dimitri Palagi
Antonello Patta

 

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