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Direzione del 22 novembre 2023

Intervento Alberto Deambrogio

E’ assai difficile decidere di intervenire a seguito della relazione introduttiva, visto che quest’ultima apre molte piste di ragionamento e affronta molti nodi, tutti peraltro assai importanti. Questa difficoltà segnala una volta di più la necessità di avere più convocazioni della DN, in modo da sviluppare una discussione ordinata e puntuale.
Scelgo un prevalente, che per quanto mi riguarda si articola intorno ad alcune questioni relative a Unione Popolare, al suo futuro, alla sua capacità di svilupparsi, di essere luogo riconosciuto per la costruzione della sinistra di alternativa, nonché soggetto in grado di avviare una auspicata discussione con i promotori di una lista per la pace alle elezioni europee.

Credo che occorra, qui ed ora, fare chiarezza fra noi su quale tipo di investimento reale intendiamo fare su UP; sulla sostanza di UP, non sugli accidenti che di volta in volta aggiungiamo per commentare questo o quell’aspetto del suo operato. I limiti di quest’ultimo atteggiamento sono evidenti, tanto più oggi di fronte al risultato, tutto da valorizzare, della raccolta firme sulla LiP salario minimo. Migliaia di persone hanno incontrato il profilo politico e sociale di UP nelle strade e nelle piazze. Noi abbiamo il compito di tenere viva questa relazione continuando la campagna nelle prossime settimane, cercando di intrecciarla con la disponibilità sindacale alla mobilitazione, nella nostra critica al governo, facendo emergere il potenziale punto di riorganizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori interno al progetto. Sul terreno della lotta a favore della causa palestinese di fronte allo scempio di queste settimane, va accolta molto positivamente l’iniziativa di UP di organizzare una propria iniziativa nazionale in grado di contribuire allo sviluppo di una lotta senza ambiguità alla strategia liquidatoria dello stato di Israele nei confronti di un intero popolo. Una lotta promettente anche per la sua capacità di attivazione di nuove generazioni di attivist@. Questi due esempi dicono di come UP vada sviluppata oltre i suoi limiti attuali.

UP ha bisogno di darsi delle regole di convivenza comune stabili, che si innestino nel suo percorso costituente e lo portino finalmente a conclusione. Tutto questo servirebbe, tra le altre cose, per assicurare ambiti democratici riconosciuti alla discussione interna su tutti i nodi politici da affrontare. Serve una UP in piedi, stabilizzata, in grado tra l’altro di interloquire con l’”area Santoro” complessivamente, senza le derive anticipatorie scelte anche dal nostro segretario. Queste ultime non possono che generare fibrillazioni e sfiducia all’interno di UP, cose di cui non abbiamo certo bisogno. Oggi la Direzione ha in mano una prima stesura, assolutamente indicativa, di quello che potrà essere lo statuto di UP.

Non è un testo scevro da problemi, ma fin da stasera andrebbe considerato attentamente per produrre indicazioni in modo che si possa arrivare a una bozza stabilizzata, che sarà poi oggetto di altri passaggi democratici nel nostro partito. Se non si coglierà questa occasione, con tutte le dovute scansioni temporali necessarie, ma senza procrastinare artatamente le scelte, si farà un grosso danno a UP, mandandola verso un possibile esito dissolutorio. Certo sarebbe un disastro anche per il PRC, che a quel punto sarebbe più che mai in balia di scelte tutte dettate dal tatticismo d’occasione, senza più nessun ancoraggio possibile sul terreno dell’alternativa ai poli politici esistenti.

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