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Direzione del 22 novembre 2023
Intervento di Giovanna Capelli
Alla guerra in Ucraina si aggiunge quella nella striscia di Gaza; Lo stato di Israele da decenni discrimina, incarcera, uccide i palestinesi e strappa loro terreni e spazi vitali; ora ha scatenato un genocidio che nessuno è in grado di fermare. E’ contro il diritto internazionale sia l’apartheid cui Israele ha condannato i palestinesi sia l’attuale attacco a Gaza. Ma l’aggressività delle èlites occidentali è talmente crescente e spudorata che si conia una nuova parola, la pausa invece della tregua militare, pur di fare da sponda al governo di Israele e alle sue mire contro il popolo Palestines.
È l’ordine occidentale Usa /NATO da far crollare perché sia sostituito da un mondo multipolare, in cui le relazioni siano di cooperazione, di solidarietà, e la guerra non sia più nello scenario della storia umana. Impedire la guerra è stato storicamente il primo obiettivo che i comunisti e le comuniste si sono posti. Oggi si ripresenta con una nuova complessità a partire dalla lotta che in tutto il mondo si è aperta contro il patriarcato da parte dei movimenti femministi e transfemministi. Lotta contro la guerra e lotta contro il patriarcato sono legate da un filo rosso .
Il femminicidio di Giulia e la straordinaria mobilitazione di massa del 25 novembre apre una nuova fase del femminismo, paragonabile a quella dopo il delitto del Circeo per il movimento delle donne degli anni 70’, che non ha solo cambiato la collocazione del reato nel codice penale, da delitto contro la morale a delitto contro la persona, ma ha arricchito il paradigma femminista e il suo riflesso nella società. La lettera di Elena è il risultato di questo movimento, che ha lavorato nel profondo del senso comune e ora esplode chiedendo non solo di piangere la vittima, ma di fare il massimo del rumore e pretende di cambiare tutto. Il conflitto rappresentato nelle piazze fa traballare la struttura patriarcale ovunque, nel linguaggio, nella educazione, nelle relazioni famigliari, nel lavoro e interroga il genere maschile, affinchè non sia solo parte del problema.
E ’irresponsabile la lentezza con cui si costruisce Unione Popolare.
Avevo messo in conto che ci fossero difficoltà a far nascere quello che da decenni il neoliberismo vuole eliminare dalla politica, cioè una aggregazione anticapitalista di massa, che la frammentazione delle forze anticapitaliste fosse il prodotto di questa offensiva ma anche della immaturità dei vari gruppi dirigenti, ma ciò che è grave è che un pezzo di Rifondazione sia parte attiva di questa dilazione distruttiva. Adesso la scusa è lo Statuto Lo Statuto è una bozza. Dovevamo cominciare a discuterlo da tempo, si deve e si può cambiare. Tutto deve avvenire prima delle elezioni europee, in modo tale che Unione popolare in quel frangente possa agire in piena autorevolezza organizzativa per dare un contributo decisivo alla costruzione della lista per la Pace , che in questo momento segna il passo.