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Direzione 28 giugno 2023
Intervento di Paolo Ferrero
Come tutte le volte che governa la destra, il clima si surriscalda e il dibattito politico si polarizza. Succedeva con Berlusconi, capita tanto più con la Meloni e la sua corte dei miracoli di fascisti riciclati.
Si tratta di un fenomeno fisiologico in un contesto elettorale bipolare e caratterizzato da un sistema mediatico che alimenta quotidianamente questa visione manichea del sistema politico: tutti liberisti, tutti dalla parte della NATO ma ferocemente in conflitto tra loro.
In questo clima alimentato ad arte, il bisogno di cambiamento rischia di essere risucchiato dal terreno dell’alternanza, del ricambio tra centro destra e centro sinistra.
Più il governo fa porcherie e più il sistema mediatico propone la strada dell’alternanza come strada più efficace per cambiare le cose. La politica si riduce a “mandare a casa la Meloni” mentre la trasformazione, la costruzione dell’alternativa, viene dipinta come un lusso, un delirio per inguaribili sognatori che volendo troppo rischiano di non avere nulla. E’ la solita logica del voto utile che ci viene proposta ogni giorno dai due principali giornali della famiglia Agnelli: Stampa e Repubblica...
In questo contesto la traduzione del bisogno di alternativa in un concreto percorso politico deve essere una costruita con attenzione riconducendo ogni singolo problema al nodo generale dell’alternativa. La necessità di andare oltre ai poli politici esistenti deve essere costruita a partire dall’opposizione al governo Meloni, alla guerra, alla NATO, al carovita. Incanalare il disagio e la protesta nella strada dell’alternativa ai poli politici esistenti deve essere una cosa concreta, in cui si veda ogni giorno che è più utile dare la fiducia a noi che non al PD.
Per questo Rifondazione Comunista ha un duplice compito: deve costruire l’opposizione e nel contempo le ragioni e la necessità dell’alternativa ai poli politici esistenti. Rifondazione deve fare queste due cose insieme: se ne fa una sola porta acqua al PD e mette le condizioni per il fallimento del proprio progetto politico.
E’ proprio su questo nodo che vi è il mio dissenso con una parte del gruppo dirigente del partito. Ad esempio in una iniziativa nazionale di qualche giorno fa, autorevolmente aperta dal segretario nazionale il titolo era: “Costruire l’alternativa alla destre e al governo Meloni”. E’ un titolo che avrebbe potuto usare anche il PD. Il problema non sono le parole ma l’impostazione politica: se dopo i notevoli svarioni fatti negli ultimi tempi nelle elezioni amministrative e regionali, adesso si propone l’alternativa al governo Meloni sganciata dalla necessità di costruire l’alternativa anche al centro sinistra, si stanno ponendo le condizioni per andare a sbattere.
E’ quindi necessario riprendere la linea di alternativa che abbiamo definito in Congresso: occorre costruire l’opposizione al governo Meloni e costruire Unione Popolare, proponendo che questa operi per costruire una lista unitaria contro la guerra, la NATO e le politiche liberiste: per l’alternativa.