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Direzione 28 giugno 2023
Documento approvato
Costruire l'alternativa, ineludibile necessità
La situazione attuale è sempre più condizionata dalle politiche di guerra decise dalla NATO, politiche che, lungi dal restare confinate sul terreno militare, si allargano al complesso delle scelte economiche, drenando risorse per gli armamenti sottraendole ai diritti sociali. Nell’ultimo anno e mezzo la NATO ha di fatto orientato le politiche dell’Unione Europea, che pare aver perso del tutto la propria autonomia. Questa economia di guerra aggrava ed approfondisce i danni delle politiche liberiste. Vediamo questo nell’azione della BCE e della Commissione Europea: la BCE, con una politica di alti tassi di interesse, pone le condizioni per una recessione i cui costi continueranno a essere scaricati soprattutto sui ceti popolari; la Commissione Europea, con le politiche di rientro del debito reso più difficile dall’aggravamento della situazione economica, pone le condizioni per un’ulteriore distruzione del welfare per gli stati più indebitati, come l’Italia. Il governo Meloni non solo è pieno interprete di queste politiche guerrafondaie e liberiste, ma le aggrava con il tentativo di introdurre modifiche strutturali, quali il presidenzialismo e il regionalismo differenziato, dirompenti sul piano democratico/costituzionale e devastanti per il futuro dei diritti e della coesione sociale. Le stesse promesse elettorali del governo, pensiamo solo alle pensioni, già negate nel documento di economia e finanza varato dal governo, sono lettera morta e tali sono destinate a restare .Il governo Meloni rappresenta quindi la prosecuzione, l’aggravamento e la precipitazione dell’offensiva antipopolare che ha caratterizzato i governi degli ultimi decenni.
Tuttavia ad oggi vi è una concreta difficoltà nella costruzione di una mobilitazione sociale contro il governo all’altezza della gravità della situazione. Il senso di impotenza e la difficoltà a identificare un credibile punto di riferimento nella costruzione di una alternativa continuano a caratterizzare negativamente la situazione sociale del nostro paese. Le iniziative del 24 giugno, giornata di mobilitazione della CGIL contro la privatizzazione della sanità, e di una parte del sindacalismo di base contro le politiche del governo, costituiscono un fatto positivo ma certo non segnano una decisa inversione di tendenza. È però evidente che tale difficoltà è acuita dalla scarsa credibilità popolare di cui gode l’attuale opposizione parlamentare. Gran parte delle persone pensa che il Pd si opponga a vari provvedimenti solo perché è all’opposizione, mentre se fosse al governo farebbe più o meno le stesse politiche.
E’ quindi necessario costruire un’opposizione che abbia una credibilità popolare e che avanzi proposte concrete. Con la campagna sulla proposta di legge per il salario minimo, che sta registrando un significativo consenso popolare ai banchetti di raccolta delle firme, si delinea concretamente come potrebbe dispiegarsi il ruolo positivo di Unione Popolare .Il punto è l’allargamento e la diffusione dell’iniziativa politica e la costruzione di convergenze sociali e politiche sui temi sociali, ambientali, per l’uguaglianza dei diritti e per la pace, da intrecciare con il processo di costruzione di Unione Popolare e la sua definizione democratica dal basso.
Per questo lavoriamo affinché Up assuma l’impegno a presentare una lip per una nuova scala mobile coinvolgendo il maggior numero possibile di soggetti politici, sindacali e di movimento e consideriamo fondamentale continuare a sostenere e unificare le tante lotte di resistenza come quelle della Gkn e dei lavoratori e delle lavoratrici di Mondo convenienza. Alla credibilità popolare, alle parole d’ordine comprensibili e condivise a livello di massa occorre affiancare la costruzione di un pensiero e di una elaborazione strategica in grado di disegnare un ruolo per il nostro Paese e per l’Europa, autonomo ed alternativo a quello definito dalla NATO. La costruzione dell’alternativa non si configura quindi solo come alternativa al governo delle destre ma come alternativa a quel sistema politico dominato da centro destra e centro sinistra, che hanno fatto della fedeltà atlantica la chiave di volta del proprio reciproco riconoscimento. Il nodo che abbiamo dinnanzi è quello della costruzione dell’alternativa nei termini che abbiamo declinato in sede congressuale, reso più radicale e necessario dal fatto che il bipolarismo istituzionale è impastato di liberismo ma anche di subalternità concreta al militarismo della NATO.
L’avvio del processo di costruzione di Unione Popolare non è più rinviabile pena un’ulteriore diffusione della disillusione e della sfiducia tra chi si è impegnato nell’anno trascorso. È dunque necessario che l’assemblea del 9 luglio venga confermata, comunicata e rapidamente costruita nelle forme più aperte, ampie e partecipate, come iniziativa di partenza del processo costituente. Occorre che il complesso delle regole e dei principi – a partire dalla statuto – venga discusso in tutti i territori che devono rappresentare i luoghi centrali del radicamento e dell’iniziativa politica con l’obiettivo di rilanciare le lotte, costruire vertenze e tessere relazioni sociali e politiche e far crescere dal basso l’opposizione al governo delle destre fino allo sciopero generale. In questo modo l’assemblea costituente, da tenersi entro l’autunno, potrà decidere a ragion veduta il profilo politico e organizzativo di Unione Popolare e quindi eleggere democraticamente gli organismi dirigenti. Riteniamo a tal fine necessario che Unione Popolare si proponga come un movimento politico che a partire dalla chiara scelta dell’alternativa ai poli politici oggi esistenti si caratterizzi per la sua inclusività, per metodi decisionali fondati sul metodo del consenso, per la sua capacità di coinvolgere il complesso delle forze e degli individui che si muovono oggi sul terreno dell’alternativa; un movimento politico e sociale plurale, nel quale individui, partiti, associazioni, storie e culture differenti confluiscono per costruire l’alternativa popolare al quadro politico esistente. Per questo è ineludibile un doppio salto di qualità: rilancio del progetto politico e organizzativo di Rifondazione Comunista; allargamento dell’iniziativa politica di Unione Popolare che proceda di pari passo con la piena democratizzazione del suo percorso costituente
Anche le elezioni europee vanno affrontate con questa impostazione; proponiamo che Unione Popolare operi unitariamente nell’attività di tessitura delle necessarie interlocuzioni finalizzate a costruire una lista contro la guerra e la subalternità alla NATO, contro le politiche liberiste e monetariste della BCE, dell’Unione Europea e del governo, per un’alternativa politica, sociale e culturale allo stato di cose esistente.
Giovanna Capelli
Mimmo Cosentino
Eliana Ferrari
Loredana Fraleone
Mara Ghidorzi
Chiara Mazzocchi
Monica Sgherri
Roberto Villani